Il romanzo “I vagabondi” (“Wanderers”) di Chuck Wendig è stato pubblicato per la prima volta nel 2019. È il primo libro della serie Wanderers. In Italia è stato pubblicato da Fanucci in “Narrativa” nella traduzione di Giulia Marich.
Quando Shana non trova sua sorella Nessie in casa, teme che sia scappata come aveva già fatto in passato e come aveva fatto la loro madre qualche tempo prima. Esce a cercarla e la trova mentre sta camminando come una sonnambula, senza dar segni di notare la presenza di Shana. Altre persone nello stesso stato cominciano ad arrivare e a camminare fianco a fianco con Nessie e quando qualcuno tenta fisicamente di fermarli reagiscono agitandosi violentemente e in casi estremi letteralmente esplodono.
Benjamin Ray è un medico caduto in disgrazia presso la CDC dopo aver falsificato dati per cercare di evitare il rischio di un’epidemia. Tuttavia, un’intelligenza artificiale chiamata Cigno Nero ha segnalato il suo nome mentre veniva usata per ottenere informazioni utili nella nuova crisi. Mentre le autorità mediche cercano di capire l’origine della nuova strana forma di sonnambulismo, frange estremiste legate alla destra religiosa americana e al suprematismo bianco cominciano a montare una campagna contro quel “gregge” accusato di essere legato a forze maligne.
Letto dopo la pandemia, “I vagabondi” non sembra neppure fantascienza nella sua parte iniziale. Chuck Wendig esplora le possibili cause mediche dietro alla nuova forma di sonnambulismo e non solo. Le persone colpite vengono tenute sotto osservazione dai media e ciò porta a un’esplosione di reazioni e commenti sui media e su Internet.
Attraverso le discussioni tra medici che cercano di capire l’origine della strana forma di sonnambulismo he ha cominciato a colpire persone che sembrano molto diverse tra loro, Chuck Wendig offre informazioni sul passaggio di specie da parte di microrganismi patogeni citando anche i coronavirus che negli anni scorsi hanno causato le epidemie di SARS e MERS. Il racconto delle prime fasi di questa nuova epidemia include reazioni legate al complottismo per molti versi analoghe a quelle viste dopo la diffusione del COVID-19.
La strana forma di sonnambulismo al centro del romanzo colpisce un numero limitato di persone ma inevitabilmente suscita forti reazioni a causa del loro modo di agire. Chuck Wendig esplora i collegamenti tra suprematismo bianco e certe frange di fondamentalismo cristiano nel raccontare le reazioni di gruppi estremisti. Ozark Stover, il leader di una di queste fazioni, ha piani legati ad azioni a diversi livelli che vanno da quello politico a quello religioso.
Insomma, il romanzo ha un inizio che per molti versi sembra il risultato di un buon lavoro di ricerca da parte dell’autore ma i toni della storia cambiano diventando decisamente più cupi. Nel corso del romanzo, molti personaggi citano varie opere contemporanee, incluso “L’ombra dello scorpione” di Stephen King. Sembra un omaggio a una fonte di ispirazione anche se Chuck Wendig sviluppa il suo romanzo a modo suo.
Una differenza fondamentale è che “I vagabondi” non racconta uno scontro soprannaturale tra bene e male. I personaggi hanno pregi e difetti e la crudeltà di Ozark Stover rappresenta caratteristiche umane, senza bisogno di un elemento di male in senso metafisico come quello di Randall Flagg ne “L’ombra dello scorpione”. Chuck Wendig sviluppa il tema religioso per l’influenza sulla società americana ma tutto rimane a livello umano.
L’elemento inumano ne “I vagabondi” è dato da Cigno Nero. Anche in questo caso, inizialmente, la storia sembra molto vicina alla realtà considerando il fatto che in questo periodo i chatbot sono diventati strumenti sempre più di uso normale. Ciò rende difficile pensare alle intelligenze artificiali della fantascienza classica.
Tutti questi elementi formano una storia complessa in cui sottotrame e personaggi vengono sviluppati abbracciando vari aspetti della società americana di oggi. L’elemento di fantascienza apocalittica parte da basi così vicine alla realtà da essere davvero inquietante.
La complessità, la lunghezza e una certa lentezza nella prima parte rendono “I vagabondi” una lettura non facile. Secondo me vale la pena di impegnarsi per tutti gli spunti di riflessione che vengono offerti su vari temi importanti e molto attuali. Il romanzo ha un suo epilogo che lascia parti della storia aperti al seguito ma può essere letto in modo autonomo.