Programma finale di Michael Moorcock

Programma finale di Michael Moorcock (Edzione britannica)
Programma finale di Michael Moorcock (Edzione britannica)

Il romanzo “Programma finale” (“The Final Programme”) di Michael Moorcock è stato pubblicato per la prima volta nel 1968 unendo racconti scritti negli anni precedenti. È il primo romanzo della serie di Jerry Cornelius. In Italia è stato pubblicato dalla Casa Editrice La Tribuna nel n. 123 di “Galassia” e all’interno del n. 31 di “Bigalassia” nella traduzione di Adriana Lusvarghi e Daniela Dall’Aglio e da Fanucci con il titolo “Jerry Cornelius: Programma finale” nel n. 30 di “Collezione Immaginario” nella traduzione di Eleonora Lacorte.

Jerry Cornelius guida un team che ha l’obiettivo di penetrare nella casa della sua famiglia, abitata da suo fratello Frank, per mettere le mani su informazioni importantissime e salvare sua sorella Catherine. Si tratta di una missione complessa a causa dei sofisticati sistemi di difesa e non finisce esattamente in un grande successo.

Nel team di Jerry Cornelius c’era anche Miss Brunner, un’esperta di computer che ha un suo progetto decisamente estremo, nel quale vuole coinvolgere lo stesso Jerry. Preso dal suo scontro fratricida, Jerry cerca di destreggiarsi in rapporti che diventano più complessi e pericolosi che mai con il fratello Frank e Miss Brunner.

Negli anni ’60 Michael Moorcock aveva cominciato a promuovere la corrente letteraria della new wave come curatore della rivista “New Worlds” e come scrittore aveva già cominciato a scrivere storie legate al concetto di Campione Eterno, un eroe con identità diverse in vari universi. La combinazione tra la corrente new wave e l’idea di Campione Eterno portarono alla nascita del personaggio di Jerry Cornelius, che non è esattamente un eroe senza macchia e senza paura ma per certi versi è più una simpatica canaglia.

La new wave fu una corrente basata sulla sperimentazione e sulla rottura con i temi che erano allora tipici della fantascienza con contenuti tecnico-scientifici e ambientazioni spaziali. Storie rivolte verso il cosiddetto spazio interno esistevano già ma con la new wave vennero esplorati in maniera molto più specifica ed estrema. La rottura riguardò anche la presenza del sesso, che tradizionalmente non esisteva proprio nel campo della fantascienza.

Michael Moorcock fu centrale nello sviluppo della new wave come autore e curatore e in “Programma finale” i riferimenti sessuali sono molteplici. Si tratta di un romanzo in cui la morale tradizionale viene calpestata senza remore, di conseguenza venne censurato nelle prime edizioni americane. Oggi quelli che chiamiamo contenuti LGBT+ scandalizzano solo qualche bigotto e tabù come l’incesto provocano ben poco shock ma negli anni ’60 quei contenuti rendevano difficile la pubblicazione di un romanzo.

L’interesse di Jerry Cornelius per sesso, droga e rock&roll è solo una parte della sua personalità, che è complessa perciò mescola conoscenze tipiche degli hippie come quelle relative a filosofie orientali ad altre più tipiche di persone dedite a studi ortodossi. Ne viene fuori una versione curiosa del Campione Eterno, anche perché Michael Moorcock riprende elementi di alcune trame delle avventure di Elric di Melniboné, l’incarnazione meglio conosciuta di quel concetto. Da questo punto di vista mi sono reso conto troppo tardi che avrei fatto meglio a leggere prima le storie di Elric per collegarle in modo migliore. Con Moorcock sono problemi che possono emergere a causa delle tante interconnessioni esistenti in quella che è una cosmogonia complessa.

Nel 1973 uscì un adattamento di questo romanzo nel film “Alfa e omega, il principio della fine” (“The Final Programme”). Lo vidi molti anni fa, ben prima di conoscere le opere di Michael Moorcock, perciò non ne ricordo praticamente nulla e non posso offrire un’opinione su di esso.

Il “Programma finale” è breve anche per gli standard dell’epoca e Michael Moorcock si concentra sullo sviluppo della trama e sugli elementi new wave del futuro in cui è ambientata. Oggi risulta in parte datato, anche perché c’è poco spazio per equilibrare toni drammatici e toni umoristici. Resta interessante anche perché è il primo romanzo della serie di Jerry Cornelius.

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