Il romanzo “Universi in fuga” (“Resurgence”) di Charles Sheffield è stato pubblicato per la prima volta nel 2002. È il quinto libro dell’universo Heritage ed è il seguito di “Punto di convergenza“. In Italia la prima parte è stata pubblicata da Mondadori nel n. 1639 di “Urania” nella traduzione di Fabio Feminò ed è disponibile anche in formato Kindle su Amazon Italia
Il mistero degli Artefici sembra diventato ormai accademico quando nelle lontane stelle del Sagittario qualcosa comincia a distruggere interi sistemi stellari. È una nuova manifestazione degli Artefici causata da un Artefatto ancora non scoperto perché molto lontano dal Braccio di Orione? Ci sono altre forze all’opera?
Per scoprire cosa sta succedendo in quella parte lontana della galassia viene riunito il team che aveva esplorato manufatti degli Artefici. Stavolta però il viaggio è più lungo del normale e i pericoli sono più che mai imprevedibili. Basterà una spedizione che include un team militare addestrato alla sopravvivenza?
“Punto di convergenza” aveva un finale aperto che non dava una vera conclusione al ciclo dell’universo Heritage e in “Universi in fuga” Charles Sheffield per certi versi cambia strada. I quattro libri precedenti formano una grande storia in cui i protagonisti affrontano misteri legati agli Artefatti lasciati da una misteriosa specie apparentemente estinta, in questo quinto libro sembra che il mistero abbia un’origine diversa.
La distruzione di interi sistemi stellari costituisce una notizia davvero grossa anche se ciò sta avvenendo in un’area lontana della galassia. Si tratta di un tipo di evento lontano da quelli legati agli Artefatti ma il team che anni prima aveva scoperto molte cose sui misteriosi Artefici viene ritenuto il più adatto a indagare anche su questi nuovi eventi.
Il nuovo mistero è diverso dai precedenti ma i protagonisti e i rapporti tra di loro, che a volte sono complessi, sono stati sviluppati nel corso dei precedenti romanzi perciò è utile averli già letti. All’inizio di “Universi in fuga” il team dev’essere riassemblato, un modo per Charles Sheffield di raccontare cos’è successo a ogni protagonista negli anni trascorsi tra il quarto e il quinto libro.
La nuova spedizione include un team militare addestrato alla sopravvivenza e qui comincia quello che per me è uno dei problemi più grave di “Universi in fuga”. I membri del team sono stati addestrati in simulazioni ma sembrano impreparati per una vera missione. Uno dei protagonisti si lamenta del fatto che in realtà sono incompetenti ma non se ne rendono conto perché hanno una fiducia in se stessi derivante solo dal loro addestramento.
Nel momento in cui la spedizione deve affrontare pericoli reali, i membri di questo team pensano di sapere quale sia la cosa giusta da fare a dispetto dei consigli di altri personaggi che hanno affrontato pericoli reali nel corso delle loro vite. Tutto ciò mi ha reso questi personaggi antipatici con la conseguenza che non mi importava che fossero in pericolo e anzi speravo che morissero per eliminare il fastidio che mi provocavano.
I loro comportamenti e le discussioni con gli altri personaggi su quali siano le decisioni da prendere sono uno degli elementi che ha abbassato il mio apprezzamento di “Universi in fuga”. Per il resto, il romanzo viene sviluppato più o meno come i precedenti, con i protagonisti che devono affrontare un mistero e i conseguenti pericoli, anche se la causa non sembra essere negli Artefici.
Il fatto che Charles Sheffield abbia introdotto l’idea che ci siano altre forze all’opera oltre agli Artefici è secondo me l’altro difetto maggiore di “Universi in fuga”. Il romanzo precedente era terminato senza che il mistero degli Artefici fosse stato risolto perciò avrei preferito che l’autore avesse continuato a concentrarsi su di essi.
“Universi in fuga” è l’utimo romanzo scritto da Charles Sheffield, pubblicato quasi contemporaneamente alla morte dell’autore. Non ho potuto fare a meno di chiedermi se l’abbia scritto quando la sua salute era già in declino con la conseguenza che secondo me non aggiunge nulla di significativo all’universo Heritage. Secondo me è il romanzo più debole della serie e ha senso leggerlo se volete completare la serie.
