I figli di Erode di Greg Bear

I figli di Erode di Greg Bear (edizione americana)
I figli di Erode di Greg Bear (edizione americana)

Il romanzo “I figli di Erode” (“Darwin’s Children”) di Greg Bear è stato pubblicato per la prima volta nel 2003. È il seguito de “Il risveglio di Erode“. In Italia è stato pubblicato da Fanucci nel n. 16 di “Solaria” nella traduzione di Eleonora Lacorte.

Mitch Rafelson e sua moglie Kaye Lang vivono in clandestinità assieme alla loro figlia Stella Nova per impedire che venga internata in una delle scuole speciali aperte per i bambini nati in seguito all’attivazione di un endovirus che ha portato ad un salto evolutivo. Pochissimi casi di malattie trasmesse dai bambini ai comuni homo sapiens ha provocato una psicosi, abilmente sfruttata da molti governi per instaurare uno stato di polizia.

Negli USA, la democrazia non esiste più e Washington è terra di durissimi scontri di potere influenzati anche da occasionali attentati terroristici. Con un’azione di forza, viene deciso di catturare Stella Nova e incastrare Mitch per poterlo mettere in galera. A Kaye non resta che riprendere le sue ricerche biologiche per dimostrare che i nuovi bambini sono il futuro dell’umanità sperando di potersi un giorno riunire al marito e alla figlia.

“I figli di Erode” riprende la storia cominciata ne “Il risveglio di Erode” ad alcuni anni di distanza. Per molti versi, la struttura è quella del primo romanzo, focalizzata soprattutto su Mitch Rafelson e Kaye Lang con l’aggiunta della loro figlia Stella Nova. Greg Bear espande ulteriormente l’argomento dei sistemi biologici dando continuità alla storia anche dal punto di vista scientifico. Per questi motivi, è bene aver già letto il primo romanzo per poter capire appieno lo sviluppo dei personaggi in una storia che va avanti per molti anni e contiene molte informazioni scientifiche.

Greg Bear si concentra su ciò che succede negli USA alcuni anni dopo la nascita dei nuovi bambini. Le cose vanno sempre peggio in una nazione in cui la maggioranza della popolazione accetta di essere sostanzialmente privata della libertà in cambio di una presunta protezione dai potenziali pericoli di contagio causati da questi bambini.

In realtà, ci sono pochissimi casi di persone che hanno contratto virus dai bambini ma sono sufficienti a creare paranoia e paura, alimentate da chi vuole sfruttare la situazione per rafforzare il proprio potere. La situazione mostra paralleli con gli USA reali post 11 settembre e arriva ad un potenziale futuro in cui la democrazia americana di fatto non esiste più.

L’umanità mostrata ne “I figli di Erode” è spesso vigliacca, incapace di accettare i nuovi bambini tanto da accettare uno stato di polizia pur di tenerli segregati. Di fronte ad una tale situazione, la minoranza che vorrebbe che i bambini venissero accettati è impotente.

Greg Bear mette assieme una storia in cui la componente scientifica è fondamentale con elementi politici e sociali. Mitch Rafelson e Kaye Lang vengono ulteriormente sviluppati, in questo caso soprattutto nella loro dimensione familiare, assieme alla loro figlia Stella Nova. Anche in questo secondo romanzo ci sono tanti altri personaggi ma i tre protagonisti sono decisamente quelli meglio sviluppati.

Questi protagonisti vivono tanti momenti drammatici che li portano ad avere emozioni anche estreme. La storia di Stella Nova permette a Greg Bear di vedere il punto di vista dei nuovi bambini, soprattutto quando raggiungono l’adolescenza, per capire meglio le caratteristiche di questa nuova specie umana. Questa è secondo me la parte migliore del romanzo.

Il problema principale de “I figli di Erode” secondo me è che Greg Bear tenta di espandere fin troppo il tema dei sistemi biologici. Ne “Il risveglio di Erode” la speculazione scientifica era complessa ma finiva per focalizzarsi sui meccanismi biologici connessi all’evoluzione. Nel secondo romanzo invece l’autore non solo espande questo tema ma inserisce anche un diverso tipo di sistema biologico in sottotrame che a volte sembrano non andare da nessuna parte.

Soprattutto la storia personale di Kaye Lang secondo me finisce per diventare un peso nel romanzo piuttosto che un arricchimento. La sua esperienza di un diverso tipo di sistema biologico diventa quasi mistica anche se lei è una scienziata perciò cerca di analizzarla in maniera razionale. Purtroppo, in un romanzo lungo che per le sue caratteristiche tende ad avere un ritmo lento, questa parte mi è parsa davvero poco utile.

Per questi motivi, “I figli di Erode” è un romanzo abbastanza controverso e non aiuta il fatto che i toni siano prevalentemente cupi. Secondo me, i pregi sono maggiori dei difetti perciò rimane complessivamente un buon romanzo anche se non tra i migliori di Greg Bear. Se vi è piaciuto “Il risveglio di Erode” penso che valga la pena di leggere anche questo seguito.

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