Doctor Who – Ghost Light

Doctor Who - Ghost Light
Doctor Who – Ghost Light

“Ghost Light” è un’avventura della ventiseiesima stagione della serie classica di “Doctor Who” trasmessa nel 1989. Segue “Battlefield” ed composta da tre parti, scritta da Marc Platt e diretta da Alan Wareing.

La storia

Il Settimo Dottore (Sylvester McCoy) porta Ace (Sophie Aldred) nel 1883, in una residenza di Perivale sotto il controllo del misterioso Josiah Samuel Smith. Gli altri residenti hanno subito varie forme di lavaggio del cervello e includono un uomo di Neanderthal che fa il maggiordomo.

Ace si rende conto che la residenza le è familiare, infatti nel 1983 l’aveva visitata e aveva avvertito una presenza maligna. Mentre il Dottore entra in contatto con gli strani personaggi che vivono in quella casa isolata, Ace va a indagare nel seminterrato, dove scopre la presenza di creature ancora più strane, delle quali una sembra essere prigioniera.

Extra

Questo DVD contiene una buona quantià di extra. Sono presenti contenuti tipici come i sottotitoli della produzione e una galleria di immagini tratte da quest’avventura.

Sono presenti nella traccia audio alternativa commenti all’avventura da parte della protagonista Sophie Aldred, dell’autore Marc Platt, del compositore Mark Ayres e dello script editor Andrew Cartmel.

Light in Dark Places. Un documentario di 38 minuti sulla produzione di quest’avventura che esamina in particolare la complessità della sceneggiatura.

Deleted and Extended Scenes. Una selezione di scene eliminare in parte o completamente dalla versione finale recuperate dai primi montaggi registrati in videocassetta.

Shooting Ghosts. Un’occhiata alla produzione di quest’avventura nel corso di una registrazione in studio.

Writer’s Question Time. Lo scrittore Marc Platt risponde alle domande dei partecipanti alla convention PanoptiCon del 1990.

Dolby Digital 5.1 Surround Sound Mix. L’opzione per ascoltare la colonna sonora nella nuova versione in Dolby Digital 5.1 Surround creata da Mark Ayres per il DVD.

Isolated Score. L’opzione per ascoltare la musica composta da Mark Ayres in una traccia audio isolata.

Ci sono anche due “uova di Pasqua”. Uno contiene la versione completa della canzone cantata da Gwendoline nel corso dell’avventura, l’altro contiene alcuni promo della BBC relativi alla trasmissione originale.

Lo scrittore Marc Platt era un fan di “Doctor Who” e a partire dagli anni ’70 aveva sottoposto alcune sue idee alla produzione del programma. Per vari motivi, quelle idee non erano state ritenute adatte in quel momento ma erano sembrate promettenti. Finalmente, lo script editor Andrew Cartmel accettò una delle idee di Platt, anche se dovette essere profondamente revisionata per essere accettata dal produttore John Nathan-Turner.

L’idea sviluppata nella sceneggiatura che divenne “Ghost Light” prende ispirazione da varie fonti dell’epoca Vittoriana o di poco successiva perciò è quasi inevitabile che ricordi per alcuni versi le avventure con elementi di horror gotico tipiche di “Doctor Who” degli anni ’70. La storia si svolge completamente all’interno di una casa ed è ambientata in quell’epoca creando un’atmosfera davvero sinistra. In questo modo diventa quasi un’opera teatrale eliminando il problema del basso budget. Anche la recitazione, di alto livello, sembra più quella di un’opera teatrale che di una produzione televisiva.

La sceneggiatura scritta da Marc Platt è in qualche modo più sofisticata rispetto a quelle del periodo dell’horror gotico degli anni ’70, tanto che si è creata la reputazione di essere poco comprensibile. Secondo me, il problema è che nel primo episodio vengono presentati una serie di personaggi ed elementi narrativi apparentemente slegati tra di loro e solo nel secondo episodio lo spettatore comincia a vedere un filo conduttore. Nel terzo episodio viene finalmente spiegato chi sono i vari abitanti della residenza e i motivi del loro comportamento.

Oggi possiamo guardare “Ghost Light” tutta in una volta perciò si può arrivare presto al terzo episodio e capire il senso di ciò che si è visto mezz’ora prima o poco più. Il DVD contiene anche alcuni extra che chiariscono ulteriormente i vari elementi della storia. Guardando quest’avventura nella trasmissione originale, gli spettatori hanno trascorso una settimana chiedendosi cos’avessero visto nel primo episodio e solo dopo un’ulteriore settimana hanno visto il terzo episodio.

La reputazione di complessità di “Ghost Light” è quindi comprensibile. Il tema base dell’evoluzione e in particolare della necessità di adattarsi per non morire alla fine è chiaro, anche per il contrasto con i valori Vittoriani. La storia è però strutturata in maniera poco lineare, con vari elementi sviluppati in parallelo attorno al tema base, e forse ci sono fin troppi personaggi.

Nella serie classica di “Doctor Who” succedeva spesso che un’avventura venisse allungata con vari stratagemmi perché la “sostanza” non era sufficiente. “Ghost Light” è uno dei pochi casi in cui forse un episodio in più avrebbe fatto bene alla storia. Parecchi minuti vennero tagliati in fase di montaggio perciò sarebbe stato sufficiente aggiungere qualche altra scena per ottenere un altro episodio. Ovviamente ciò era impossibile perché la stagione era composta di un numero di episodi ben definito perciò per aggiungerne uno a “Ghost Light” sarebbe stato necessario toglierlo da un’altra avventura.

Come se non fosse già abbastanza complessa, “Ghost Light” è anche la storia di Ace. Nella serie classica di “Doctor Who” i compagni erano generalmente solo degli assistenti, invece quest’avventura inizia una trilogia che anticipa la nuova serie perché il ruolo di Ace è decisamente più importante che nel passato. Qui si vede tutto il manipolatore che è nel Settimo Dottore quando costringe Ace ad affrontare in qualche modo il suo passato.

Nonostante i suoi difetti, secondo me “Ghost Light” è complessivamente un’avventura davvero buona. Il DVD contiene extra in generale decisamente interessanti perciò ne consiglio l’acquisto, se non altro per potervi fare un’opinione su una delle più uniche e originali avventure di “Doctor Who”.

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