Guerra al grande nulla di James Blish

Guerra al grande nulla di James Blish
Guerra al grande nulla di James Blish

Il romanzo “Guerra al grande nulla” (“A Case of Conscience”) di James Blish è stato pubblicato per la prima volta nel 1958. La prima parte venne pubblicata come racconto lungo nella rivista “If” nel 1953. Il romanzo ha vinto il Premio Hugo come miglior romanzo dell’anno. Nel 2004 il racconto lungo originale ha vinto il premio Retro Hugo assegnato alle opere pubblicare 50 anni prima. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nei nn. 226 e 474 della collana “Urania”, nel n. 680 della collana “Oscar” e nel n. 56 della collana “Classici Urania”, dall’Editrice Nord nel n. 17 della collana “Cosmo Oro” e di nuovo da Mondadori nel n. 196 di “Urania Collezione”.

Nel 2049 una spedizione umana è sul pianeta Lithia, dove l’ambiente non è adatto agli esseri umani ma esiste una specie intelligente che ha sviluppato una civiltà completamente diversa da tutte quelle apparse sulla Terra. Nonostante le tante differenze biologiche e culturali, gli umani riescono a stabilire relazioni amichevoli con i Lithiani.

Il biologo della spedizione umana, Padre Ramon Ruiz-Sanchez, è anche un sacerdote gesuita ed è preoccupato da ciò che emerge dai suoi studi sui Lithiani. Essi sembrano aver sviluppato una civiltà perfetta senza conflitti ma non possiedono un concetto di divinità. Padre Ruiz-Sanchez finisce per convincersi che essi sono stati creati da Satana.

“Guerra al grande nulla” fa parte di un’ideale trilogia chiamata “Dopo siffatta conoscenza” da una citazione di T.S. Eliot assieme al romanzo storico “Dottor Mirabilis” e alla coppia di romanzi fantasy “Pasqua nera” e “L’apocalisse e dopo”. I romanzi che compongono questa trilogia riguardano vari aspetti del prezzo della conoscenza.

“Guerra al grande nulla” è composta da due parti ben diverse: la prima è il racconto lungo originale, ambientato sul pianeta Lithia, la seconda è quella scritta successivamente da James Blish per creare il romanzo ed è ambientata sulla Terra.

Il racconto lungo originale è una storia intrigante in cui viene descritta una specie aliena che ha costruito una civiltà totalmente diversa da quella umana. I rapporti costruiti tra umani e lithiani sono amichevoli eppure c’è un enorme abisso tra di loro che limita la comprensione reciproca. I lithiani hanno una loro moralità ma non hanno alcuna religiosità ed è questo il motivo fondamentale per cui Padre Ramon Ruiz-Sanchez finisce per convincersi che sono una creazione di Satana.

In un’epoca in cui gli alieni tendevano ad essere semplicemente i cattivi della storia, James Blish creò una specie realmente aliena di cui fornì anche un background biologico. Questo è il punto di forza del romanzo perché ci costringe a confrontarci con un modo di pensare davvero diverso da quello degli umani. Alla fine, ogni lettore può decidere se condividere la conclusione di Padre Ramon Ruiz-Sanchez, respingerla come un’assurdità da integralista religioso o anche rimanere nel dubbio.

La seconda parte del romanzo descrive il futuro di una Terra che per molto tempo si è preparata ad una guerra atomica che per fortuna non è mai scoppiata. In parte questa è anche la storia di un lithiano portato sulla Terra quand’era solo un uovo.

Purtroppo, ho trovato questa seconda parte un po’ caotica, divisa nel tentativo di James Blish di avere varie sottotrame e allo stesso tempo descrivere la Terra del futuro. Secondo me sarebbe riuscita meglio se fosse stata sviluppata maggiormente ma è un prodotto degli anni ’50, anche nel limitato sviluppo dei personaggi. “Guerra al grande nulla” è un romanzo breve per gli standard odierni – certe edizioni possono essere lunghe anche meno di 200 pagine – ma per quell’epoca è piuttosto lungo.

James Blish aveva una grande cultura e nelle sue opere sono presenti elementi di tipo scientifico, in particolare biologico, ma anche di tipo umanistico. Oggi “Guerra al grande nulla” potrebbe essere pubblicato in due romanzi separati della lunghezza di 500 pagine ciascuno e Blish potrebbe approfondire tutte le tematiche trattate. Soprattutto la seconda parte del romanzo potrebbe avere la lunghezza e la profondità necessaria per uno sviluppo adeguato.

Così com’è, “Guerra al grande nulla” è un romanzo controverso per le tematiche trattate ma anche perché non completamente riuscito soprattutto nella seconda parte. Rimane secondo me un’opera decisamente superiore alla media e quindi meritevole di essere letta.

2 Comments


  1. Sai per caso se la versione, tradotta da Severi, di Mondadori è tagliata come faceva spesso urania decenni fa? Io a suo tempo lessi questa versione, ma mi sono accorto che è stato tradotto anche da Valla per la Nord e mi chiedevo questa edizione fosse più lunga…

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    1. Purtroppo non ti so dare una risposta. Il problema delle traduzioni tagliate è davvero spinoso e a volte è difficile trovare informazioni. 🙁

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