Creatori di paradisi di Frank Herbert

Creatori di paradisi di Frank Herbert
Creatori di paradisi di Frank Herbert

Il romanzo “Creatori di paradisi” di Frank Herbert pubblicato per la prima volta nel 1967 è basato sull’idea che la storia umana sia stata manipolata da una specie aliena, i Chem.

I drammi umani vengono ripresi tramite sofisticate apparecchiature che registrano non solo immagini e suoni ma anche le emozioni per il divertimento dei Chem, i quali sono immortali e di conseguenza hanno bisogno di un passatempo che li salvi dalla noia. Questi alieni sono costretti a vivere emozioni di seconda mano sfruttando i drammi degli esseri umani che sono mortali e quindi dinamici perché nelle loro lunghissime vite i Chem hanno già provato tutto ciò che la loro società poteva dar loro.

Fraffin, il Chem che dirige le operazioni sulla Terra trovando un modo perfetto per sfuggire alla noia, ha però violato le leggi del suo popolo dato che dovrebbe limitarsi a riprendere gli eventi sul pianeta senza interferirvi.

Tra le autorità Chem qualcuno sospetta che Fraffin stia creando drammi in maniera illegale e l’ispettore Kelexel viene inviato in incognito per smascherarlo ma Fraffin si aspetta una mossa del genere ed è preparato. I due Chem si scontreranno in un pericoloso gioco di astuzie durante il quale verranno svelate manipolazioni sugli esseri umani più profonde di quanto le autorità Chem immaginassero. Lo scontro sarà reso più complicato da un essere umano i cui occhi sono stati alterati da un incidente e di conseguenza riesce a vedere oltre gli schermi che normalmente nascondono le apparecchiature Chem.

Già altri romanzi avevano sfruttato la tesi di Charles Fort secondo la quale la storia dell’umanità è stata manipolata da forze esterne: ad esempio Eric Frank Russell aveva pubblicato il romanzo “Schiavi degli invisibili” nel 1939 e Kurt Vonnegut aveva pubblicato il romanzo “Le sirene di Titano” nel 1959. Frank Herbert però interpreta questo concetto in maniera ben diversa rispetto agli altri due autori: certamente non ha un intento satirico come Vonnegut e la scoperta dell’esistenza degli alieni non è semplicemente l’inizio di una lotta per la libertà come nel romanzo di Russell.

Herbert sembra quasi più interessato a usare la Terra come scusa per parlare degli alieni, in particolare delle conseguenze del raggiungimento dell’immortalità, un tema che tratta anche in “L’imperatore-dio di Dune” e in “Gli occhi di Heisenberg“. Per l’autore la staticità che deriva dall’immortalità finisce per togliere ogni senso alla vita portandovi un senso di incompiutezza.

“Creatori di paradisi” è un piccolo gioiello di Frank Herbert. Non è un romanzo lungo perciò la trama non è sofisticata come quella di altre opere dello scrittore come il celeberrimo “Dune” eppure la storia è tutt’altro che banale e contiene riflessioni sulla vita e sulla morte. Raccomandato.

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