Uno studio della capacità delle larve di kaimano di digerire il polistirolo

Larva di kaimano (Zophobas morio)
Larva di kaimano (Zophobas morio)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Microbial Genomics” riporta i risultati di uno studio della capacità di digerire polistirolo da parte delle larve degli scarafaggi appartenenti alla specie Zophobas morio, conosciuti comunemente come kaimani o caimani. Un team di ricercatori dell’Università australiana del Queensland guidato da Chris Rinke ha usato una tecnica metagenomica per analizzare il microbiota intestinale di queste larve per trovare quali microorganismi e in particolare quali geni sono responsabili per la digestione del polistirolo. L’idea è di produrre gli enzimi necessari per poter distruggere il polistirolo gettato nella spazzatura in modo ecologico.

La capacità delle larve dei kaimani (Foto ©André Karwath aka Aka) di digerire polistirolo era stata scoperta e descritta in due articoli (disponibili qui e qui) pubblicati nel settembre 2015 sulla rivista “Environmental Science and Technology”. I kaimani appartengono alla famiglia dei tenebrionidi (Tenebrionidae) e le loro larve, come anche quelle di altri tenebrionidi, vengono allevate in molte parti del mondo come mangime per animali e in certi casi addirittura come cibo per gli esseri umani perché il loro elevato contenuto di proteine e grassi le rende molto nutrienti. La scoperta della loro peculiarità legata alla digestione del polistirolo ha reso le larve di kaimano ancor più interessanti.

Nel momento in cui i primi ricercatori si sono resi conto che le larve di kaimano potevano digerire il polistirolo, il pensiero è andato alla possibilità di eliminare in modo ecologico le enormi quantità di tonnellate di questo tipo di plastica che vengono gettate via ogni anno. Infatti, il riciclaggio dei vari tipi di plastica è spesso difficile. Tuttavia, anche allevare quantità di larve di kaimano sufficienti a mangiare il polistirolo gettato via è ben più difficile che allevare la quantità richiesta come mangime o cibo. Alcuni scienziati hanno condotto uno studio mirato per cercare la soluzione migliore.

La prima fase di questo nuovo studio ha riguardato la fattibilità dell’uso di larve di kaimano per eliminare il polistirolo. I test hanno mostrato che queste larve possono sopravvivere con una dieta basata su questo tipo di plastica ma mostrano cambiamenti negativi nel loro microbiota intestinale, anche con l’emergere di microorganismi patogeni. Per poter sperare di eliminare enormi quantità di polistirolo, è necessario che le larve di kaimano rimangano sane. Aggiungere altri tipi di cibo per fornire loro una dieta bilanciata potrebbe aiutare. Sono valutazioni da fare dopo ulteriori studi mirati.

Un altro approccio è dato dalla metagenomica, che permette di studiare il microbiota delle larve di kaimano tramite il sequenziamento del genoma dei vari microorganismi che lo compongono. Si tratta di un passo fondamentale per individuare con precisione l’origine genetica della digestione del polistirolo. In pratica, permette di individuare quale microorganismo produce l’enzima o la combinazione di enzimi che fa a pezzi il polistirolo.

Questa parte dello studio ha fornito alcune risposte ma lascia ancora varie domande perché replicare un processo biochimico che avviene nel tratto intestinale di un animale non è semplice. Scoprire quale enzima o quali enzimi servano è il primo passo ma è necessario capire in quali condizioni avvengano le reazioni che portano all’eliminazione del polistirolo. I ricercatori intendono continuare questo tipo di studi, anche per trovare soluzioni per eliminare altri tipi di plastica. Ottenere una biodegradazione a livello industriale costituirebbe un notevole passo in avanti, ancor di più se fosse possibile generare sostanze utili.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *