L’uomo senza quintessenza di Anil Menon

Avatar. Fantascienza contemporanea indiana
Avatar. Fantascienza contemporanea indiana

Il racconto “L’uomo senza quintessenza” (“The Man Without Quintessence”) di Anil Menon è stato pubblicato per la prima volta nel 2020 da Future Fiction all’interno dell’antologia “Avatar. Fantascienza contemporanea indiana” nella traduzione di Gabriella Gregori.

Ringo Singh Mann riesce a ottenere una certa visibilità solo dopo la morte. Ciò perché si trovava nella situazione del tutto anomala di essere privo di quintessenza, cioè di una struttura dell’iride degli occhi unica. Per questo motivo, ha vissuto una vita nell’anonimato, uns situazione in cui era fuori da qualsiasi forma di sorveglianza e allo stesso tempo non poteva utilizzare servizi commerciali automatizzati.

“L’uomo senza quintessenza” ci porta in un’India futura in cui un’intelligenza artificiale viene usata per identificare i cittadini attraverso la quintessenza, cioè la struttura dell’iride dei loro occhi. Il sistema è una versione futuristica del reale sistema di identificazione basato anche su dati biometrici che genera un codice chiamato Aadhaar. Nel racconto, esistono alcuni casi particolari di persone che non hanno una struttura retinica identificabile, come Ringo Singh Mann.

Il racconto è narrato in prima persona da un giornalista che, dopo la morte dell’uomo, ricorda quando l’aveva rintracciato e i risultati delle sue ricerche su persone che per il sistema nazionale sono come fantasmi. Il narratore riporta soprattutto conversazioni con varie persone che offrono diversi punti di vista sull’argomento. Ciò rappresenta l’elemento più intrigante della storia perché va oltre una situazione in stile Grande Fratello mostrando varie sfaccettature del problema.

Il racconto sviluppa un tema molto serio ma contiene anche momenti divertenti e tutto sommato offre una visione leggera di ciò che c’è in una società in cui la sorveglianza di massa è parte della quotidianità per quasi tutti i cittadini. Probabilmente ci sono sottigliezze legate alle controversie esistenti realmente in India attorno all’identificativo Aadhaar che bisognerebbe conoscere a fondo per poter apprezzare pienamente qualche dettaglio.

Anche senza conoscere la reale situazione indiana per capire la proiezione nel futuro creata da Anil Menon, “L’uomo senza quintessenza” offre un’interessante serie di considerazioni legate al problema dell’identità digitale apprezzabili anche in altre nazioni. In una società sempre più connessa, chi non fa parte del sistema è sempre più escluso da una serie di servizi ma chi è all’interno del sistema fatica sempre di più a controllare la sua privacy, partendo dai cookie del browser per arrivare fino alle identificazioni biometriche che si stanno diffondendo. Per questo motivo, è un racconto che offre vari spunti di riflessione.

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