Fugaku è il nuovo re dei supercomputer nella Top 500 di giugno 2020

Una parte del supercomputer Fugaku (Foto cortesia RIKEN Center for Computational Science (R-CCS))
Una parte del supercomputer Fugaku (Foto cortesia RIKEN Center for Computational Science (R-CCS))

Il supercomputer giapponese Fugaku è stato incoronato nuovo re della classifica Top 500 superando Summit, che deteneva il titolo da due anni. Fugaku ha prestazioni quasi triple rispetto al suo predecessore con una potenza di calcolo di 415,5 Petaflops contro 148,6 per un picco teorico di 513,8 Petaflops contro 200,8. Come è da molto tempo comune per i re dei supercomputer, usa il sistema operativo Linux, nel caso specifico la distribuzione Red Hat Enterprise Linux 8. Una novità interessante è che Fugaku è il primo re dei supercomputer basato su architettura ARM essendo costruito attorno a processori A64FX 48C a 2.2GHz. Nella classifica Top 500 solo altri tre supercomputer sono basati su architettura ARM.

Installato al RIKEN Center for Computational Science (R-CCS) a Kobe, in Giappone, il supercomputer Fugaku non è ancora pienamente operativo. Si tratta del successore del K computer, che nel giugno 2011 divenne il re della categoria con oltre 8 Petaflops di potenza di calcolo. Mantenne il titolo per un anno e oggi quelle prestazioni non sembrano più nulla di speciale, al punto che l’anno scorso è stato disattivato mentre Fugaku era ancora in fase di progettazione. Ora Fugaku ha riportato la corona in Giappone dopo che era stata perduta e passata tra Cina e USA proprio dopo che il K computer l’aveva perduta.

Il supercomputer Fugaku è composto da 158.976 nodi, ognuno dei quali contiene un processore ARM A64FX 48C basati sull’architettura Armv8.2-A SVE per un totale di 7.299.072 core. I processori hanno 52 core ciascuno dei quali alcuni sono riservati per attività del sistema operativo. I nodi sono utilizzati in parte per le effettive elaborazioni e in parte per gestire l’input/output, basato sull’architettura proprietaria di Fujitsu chiamata Torus fusion (Tofu) interconnect. Ogni nodo dispone di 32 GByte di RAM.

Questi supercomputer vengono utilizzati per varie ricerche scientifiche che richiedono notevole potenza di calcolo. Anche se non è ancora completamente operativo, le parti già attive del supercomputer Fugaku sono già state impiegate nella ricerca collegata alla pandemia Covid-19 per studiare le caratteristiche del coronavirus e individuare potenziali farmaci in grado di combatterlo e terapie efficaci.

I recenti sviluppi dell’architettura ARM che hanno portato alla costruzione del supercomputer Fugaku sono interessanti anche perché potrebbero continuare offrendo un’alternativa importante alle architetture normalmente utilizzate per questi progetti. In generale, continua la crescita nelle prestazioni dei supercomputer e ciò permette di creare applicazioni software sempre più sofisticate e precise, caratteristiche fondamentali nelle ricerche scientifiche.

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