“Santi dell’imperfezione” (“Saints of Imperfection”) è il quinto episodio della seconda stagione della serie “Star Trek: Discovery” e segue “Un obolo per la Charon“.
Nota. Quest’articolo contiene spoiler su “Santi dell’imperfezione”.
Mentre Paul Stamets (Anthony Rapp) cerca di capire che fine abbia fatto il guardiamarina Sylvia Tilly (Mary Wiseman), la USS Discovery intercetta lo shuttle su cui Spock è in fuga ma quando alla fine riescono a bloccarlo l’equipaggio fa un incontro decisamente inaspettato.
Pensavo che l’apparizione della Sezione 31 nell’episodio “Punto di luce” servisse come “backdoor pilot”, come vengono chiamati gli episodi di una serie che servono a lanciare uno spinoff. La nuova apparizione suggerisce invece che la Sezione 31 sarà importante nel corso di questa stagione della serie madre dato che le azioni di Spock hanno suscitato anche l’interesse di quest’agenzia.
Ancora una volta, Spock finisce per non apparire anche se è più che mai al centro dell’interesse ma in quest’episodio la sua storia porta soprattutto all’incontro tra la USS Discovery e la Sezione 31 con una serie di complessi collegamenti personali tra i personaggi. Ash Tyler (Shazad Latif) ha poco spazio ma è ovvio che ci saranno ancora ramificazioni legate non solo al suo rapporto con Michael Burnham (Sonequa Martin-Green) ma anche a quelli con Paul Stamets e Hugh Culber (Wilson Cruz).
Per ora, le interazioni tra Michael Burnham e Philippa Georgiou (Michelle Yeoh) e ciò che è stato rivelato sui rapporti pregressi tra il Capitano Christopher Pike (Anson Mount) e Leland (Alan van Sprang) della Sezione 31 sono sufficienti ad assicurare una complessità a livello interpersonale che speriamo venga gestita adeguatamente. “Santi dell’imperfezione” è un altro episodio di emozioni fondate sui rapporti tra vari personaggi e sui colpi di scena per costruire un dramma ma non sempre nella serie ciò ha funzionato.
La nuova apparizione della Sezione 31 si interseca con la storia della ricerca di Sylvia Tilly, che ci porta nella rete del micelio, dove la creatura che ha preso le sembianze di May (Bahia Watson) l’ha portata. Forse quella sottotrama ha raggiunto la sua conclusione con uno sviluppo che mostra come la mostruosità, proprio come la bellezza, può essere negli occhi (o equivalenti) di chi guarda. Almeno da questo punto di vista il colpo di scena è nella tradizione di Star Trek.
Complessivamente, “Santi dell’imperfezione” mi è parso un buon episodio che ha usato i colpi di scena e il fattore emotivo meglio di altri. Gli eventi aprono nuove ramificazioni da sviluppare nei prossimi episodi. Sarà la volta buona per reali progressi nella ricerca di Spock e nella comprensione dei misteriosi segnali cosmici?
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