Una ricerca genetica sugli elefanti propone un nuovo albero genealogico per la loro famiglia

Il nuovo possibile albero genealogico degli elefanti (Immagine cortesia Asier Larramendi Eskorza / Julie McMahon)
Il nuovo possibile albero genealogico degli elefanti (Immagine cortesia Asier Larramendi Eskorza / Julie McMahon)

Un articolo pubblicato sulla rivista “eLife” descrive una ricerca sugli elefanti basata su analisi genetiche delle tre specie esistenti e dell’elefante dalle zanne dritte (Palaeoloxodon antiquus), estinto ma di cui è riuscito il prelievo di campioni di DNA da ossa. Un team di ricercatori guidato da Matthias Meyer del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, in Germania, propone un nuovo albero genealogico degli elefanti diverso da quello usato oggi.

L’elefante dalle zanne dritte è una specie di elefante di grossa taglia vissuta tra 780.000 e 50.000 anni fa circa in Europa e nel Medio Oriente. L’idea esistente da lungo tempo tra i paleontologi è che l’elefante dalle zanne dritte fosse il parente più stretto dell’elefante asiatico (Elephas maximus). Questa nuova ricerca ha provato a verificarla usando analisi genetiche basate sui progressi più recenti che hanno permesso di ricavare DNA da ossa di elefanti dalle zanne dritte trovate in due siti in Germania.

Matthias Meyer è un veterano delle ricerche nel campo della paleogenetica, la disciplina che generalmente studia il DNA degli antichi esseri umani ma in questo caso ha diretto una ricerca che va oltre gli ominidi. Per la prima volta i ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology sono riusciti a prelevare DNA da ossa molto antiche, 120.000 e 244.000 anni, trovate in un clima temperato.

Al sequenziamento hanno collaborato anche altri ricercatori come Alfred Roca dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign. Il risultato è stato il sequenziamento completo del DNA mitocondriale e quello parziale del DNA del nucleo dei due fossili di elefanti dalle zanne dritte.

Le analisi del DNA mitocondriale indicano che un antenato comune dell’elefante dalle zanne dritte e dell’elefante africano (Loxodonta africana) visse tra 1,5 e 3,5 milioni di anni fa. L’antenato comune più antico con l’elefante africano delle foreste (Loxodonta cyclotis) visse tra 3,9 e 7 milioni di anni fa. L’analisi del DNA del nucleo ha offerto risultati compatibili con quella del DNA mitocondriale.

Le parentele dell’elefante dalle zanne dritte con i suoi cugini odierni erano state dedotte studiando la morfologia delle ossa delle varie specie ma le analisi genetiche mostrano una storia diversa. I ricercatori hanno scoperto che l’elefante dalle zanne dritte è una specie sorella dell’elefante africano delle foreste. La parentela con l’elefante asiatico e con l’elefante africano è più lontana.

Questa ricerca aggiunge anche ulteriori prove che elefante africano ed elefante africano delle foreste sono due specie distinte. Per lungo tempo il secondo è stato considerato una sottospecie del primo e questo non è solo un problema di classificazione che interessa solo gli scienziati.

Gli elefanti in Africa sono ormai in pericolo a causa del bracconaggio perciò le strategie per salvarli devono tenere in considerazione il fatto che si tratti di due specie separate. Ad esempio, è necessario evitare di mischiare individui delle due specie nel tentativo di ripopolare una certa area.

La paleogenetica, ma anche la paleogenomica che applica le tecnologie moderne a specie estinte, ha già aiutato a capire meglio la storia degli ominidi e quindi degli esseri umani, ora i risultati stanno arrivando anche per altre famiglie di mammiferi. Nel caso degli elefanti, ciò potrebbe contribuire alla loro salvezza, un ulteriore stimolo per compiere altre ricerche di questo tipo.

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