Un guasto al telescopio spaziale Kepler potrebbe segnare la fine della caccia ai pianeti

Composizione di immagini che fanno parte della storia del telescopio spaziale Kepler (Immagine NASA)
Composizione di immagini che fanno parte della storia del telescopio spaziale Kepler (Immagine NASA)

La NASA ha annunciato un guasto al telescopio spaziale Kepler. Una delle ruote di reazione non funziona più. Si tratta di un tipo di volano che costituisce un sistema giroscopico che permette di puntare l’osservatorio con estrema precisione senza utilizzare i propulsori.  Questo è un grosso problema che rischia di porre fine alla missione di Kepler, almeno quella portata avanti per quattro anni.

Lanciato il 7 marzo 2009 su un razzo Delta II, il telescopio spaziale Kepler ha trovato oltre 2.700 candidati pianeti, ovvero osservazioni di stelle che potrebbero avere pianeti. 130 di questi candidati sono stati confermati e come sempre in questi casi la quantità di dati è enorme e ci vorranno anni per effettuare tutte le analisi.

La missione del telescopio spaziale Kepler doveva durare tre anni e mezzo. Nel novembre 2012 è stata estesa fino al 2016 perché l’osservatorio funzionava correttamente. Ora però è purtroppo probabile che la missione debba essere interrotta a causa del guasto ad una delle ruote di reazione.

Kepler è dotato di quattro ruote di reazione che facevano parte di un sistema di puntamento molto preciso e sofisticato. Esse sono alimentate dall’energia generata dai pannelli solari perciò questo sistema può funzionare in maniera indefinita. Il sistema di puntamento ha bisogno di almeno tre ruote di reazione per funzionare correttamente e l’anno scorso una di esse si era già guastata.

Anche la seconda ruota di reazione aveva cominciato a dare problemi nel corso dell’anno. Purtroppo queste apparecchiature meccaniche soffrono di problemi di attrito che nel tempo può guastarle e la NASA ha un team di ingegneri che sviluppa nuove soluzioni per prolungare la loro vita. Questo tipo di sistema è infatti utilizzato su varie navicelle spaziali perciò il problema di Kepler non è isolato.

Nel corso di maggio Kepler è entrato per due volte nel cosiddetto “safe mode”, ovvero ha interrotto le operazioni in seguito ad una situazione anomala per evitare danni peggiori. Nei giorni scorsi un tentativo di riorientare il telescopio spaziale ha mostrato l’impossibilità di far muovere la ruota di reazione che stava già causando preoccupazione.

La NASA ha approvato la transizione di Kepler al cosiddetto “Point Rest Mode”, in pratica un parcheggio in cui il telescopio spaziale è stabile con un basso consumo di propellente mentre viene deciso cosa farne. Il telescopio spaziale Kepler è in orbita attorno al Sole, non attorno alla Terra, perciò anche se gli Space Shuttle fossero ancora operativi sarebbe impossibile andare a ripararlo.

Una possibilità è tentare di riattivare la ruota di reazione che si era guastata l’anno scorso sperando che nel frattempo il lubrificante si sia ridistribuito ripristinandone la funzionalità a sufficienza per far funzionare il sistema di puntamento. Un’altra proposta è di utilizzare i propulsori assieme alle rimanenti ruote di reazione e possibilmente sfruttare anche la spinta del vento solare, il problema è ottenere una precisione adeguata nel puntamento.

È anche possibile che Kepler venga utilizzato in altri modi che non richiedono una grande precisione nel puntamento ma ciò vorrebbe dire che i suoi giorni come “cacciatore di pianeti” sono davvero finiti. Sarebbe un peccato ma nella peggiore delle ipotesi la sua missione è stata un grande successo.

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