L’onore dei Vor di Lois McMaster Bujold

L'onore dei Vor di Lois McMaster Bujold
L’onore dei Vor di Lois McMaster Bujold

Il romanzo “L’onore dei Vor” (“Shards of Honor”) di Lois McMaster Bujold è stato pubblicato per la prima volta nel 1986. In Italia è stato pubblicato dall’Editrice Nord nel n. 267 di “Cosmo Argento” e nel n. 2 di “Biblioteca Cosmo” e da Mondadori all’interno di “Vorkosigan – L’inizio” nella traduzione di Gianluigi Zuddas. Fa parte della saga dei Vorkosigan.

La comandante betana Cordelia Naismith e alcuni membri del suo equipaggio sono su un pianeta come parte di una spedizione scientifica che ha lo scopo di valutarne le possibilità di essere colonizzato. Vengono attaccati da un gruppo di barrayarani e lei stessa viene presa prigioniera dal Capitando Aral Vorkosigan assieme a un suo collega, ferito nell’attacco.

Cordelia si rende rapidamente conto che la situazione è più complessa di quanto pensasse perché è in atto uno scontro di potere sull’astronave barrayarana e Aral è stato abbandonato sul pianeta. Nonostante le profonde differenze culturali, lei e Aral si trovano a collaborare perché è l’unico modo per entrambi di sopravvivere.

“L’onore dei Vor” presenta alcuni protagonisti della saga dei Vorkosigan, ambientata in un futuro in cui vari pianeti in diversi sistemi sono stati colonizzati grazie a tunnel spaziali che consentono viaggi interstellari. “Gravità zero” viene considerato il primo romanzo del ciclo nella cronologia interna perché è ambientato in un periodo precedente ma è del tutto autonomo, con personaggi diversi.

La trama che vede due nemici in una situazione in cui sono isolati e sono costretti a collaborare per sopravvivere è stata sviluppata molte volte. Ne “L’onore dei Vor” viene usata per iniziare una storia più sofisticata che si allarga andando anche oltre i pianeti di Cordelia Naismith e Aral Vorkosigan, rispettivamente Colonia Beta e Barrayar.

Nonostante la diffidenza iniziale tra i due protagonisti, acuita dai contrasti eistenti tra le società da cui provengono, la forzata collaborazione consente loro di trovare un terreno comune. I due finiscono per lavorare assieme non solo per mancanza di scelta ma anche perché si rispettano e si sviluppa perfino un’attrazione reciproca.

Cordelia e Aral cominciano a conoscersi per quello che sono davvero come individui, andando ben oltre i pregiudizi esistenti sui rispettivi popoli. I pregiudizi possono essere radicati anche in una società come quella betana, che si vanta di essere aperta e tollerante. Per molti betani, i barrayarani sono mostri e chi la pensa diversamente deve essere come loro o deve aver subito un lavaggio del cervello.

In realtà, l’opinione negativa che i betani hanno dei barrayarani non è del tutto immeritata. Aral Vorkosigan si rivela un uomo onorevole ma si scontra con i suoi stessi compatrioti che sono degli psicopatici assoluti. La storia va a esplorare angoli bui dell’umanità, quella che viene perduta durante una guerra ogni volta che vengono compiute atrocità. Le conseguenze della sporca guerra vengono esplorate anche in un racconto breve che costituisce una sorta di epilogo al romanzo.

Per Aral il problema non è liberarsi di alcuni militari mentalmente disturbati e cercare di recuperare quelli che possono essere salvati con la terapia giusta bensì di evitare che uno psicopatico salga al trono su Barrayar. L’imperatore è malato e non si sa quanto vivrà ancora. Attorno alla corte si sviluppa un intrigo che deciderà se la società barrayarana sarà brutale e violenta o se pronta ad andare oltre il tradizionale regime feudale con l’onore come reale valore e non solo al centro di retorica ipocrita.

Tutto ciò viene usato da Lois McMaster Bujold per creare una trama che viene sviluppata su diversi livelli che vanno dal rapporto personale tra Cordelia e Aral all’intrigo politico su Barrayar fino alla guerra interstellare che coinvolge vari pianeti. Quest’insieme offre diversi problemi etici e morali con soluzioni che a volte otterrebbero l’approvazione di Machiavelli.

Il romanzo non è perfetto e non è sorprendente considerando che Lois McMaster Bujold era all’inizio della sua carriera. L’equilibrio tra certi momenti leggeri, a volte anche grazie all’ironia di Cordelia, e quelli drammatici non è sempre al meglio e alcuni momenti importanti della storia non vengono neppure raccontati ma solo menzionati successivamente.

Nonostante i difetti, “L’onore dei Vor” mi è parso complessivamente un buon romanzo che dà inizio a una lunga saga. Ha un finale che è aperto perché Lois McMaster Bujold scrisse un romanzo che in origine era molto più lungo e venne diviso in due libri diversi. Se volete compiere un lungo viaggio in uno straordinario universo narrativo, questo romanzo iniziale è da leggere assolutamente.

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