Il cielo di pietra di N. K. Jemisin

Il cielo di pietra di N. K. Jemisin (edizione britannica)
Il cielo di pietra di N. K. Jemisin (edizione britannica)

Il romanzo “Il cielo di pietra” (“The Stone Sky”) di N. K. Jemisin è stato pubblicato per la prima volta nel 2017. È il terzo libro della trilogia La Terra spezzata e segue “Il portale degli obelischi“. Ha vinto il Premio Hugo, il Nebula e il Locus nella categoria fantasy come miglior romanzo dell’anno. In Italia è stato pubblicato da Mondadori in “Oscar Fantastica” e nel n. 29 di “Urania Jumbo” nella traduzione di Alba Mantovani.

Essun si è risvegliata dallo stato simile al coma in cui era caduta e deve gestire le conseguenze degli eventi, di ciò che ha fatto e della potente magia collegata al Portale degli Obelischi. Si riprende ma la Luna si sta avvicinando e presto raggiungerà il punto più vicino a Padre Terra, il momento in cui Essun può tentare di riportarla nella sua antica orbita. Per riuscirci, deve andare a Corepoint, dall’altra parte del mondo, e il mangiapietra Hoa si offre ti trasportarla attraverso il pianeta.

Nassun ha dimostrato di avere un potere enorme pur essendo solo una ragazzina. Ha una sua idea su cosa fare della Luna e decide di andare a Corepoint per tentare di realizzare il suo piano assieme al suo Custode Schaffa. Madre e figlia hanno idee diverse su come porre fine alle Quinte Stagioni, un’ulteriore complicazione in piani che richiedono di gestire poteri immensi.

“Il cielo di pietra” termina una trilogia che costituisce un’unica grande storia e quindi va letta nella sua completezza. Fin dall’inizio il genere è stato poco definito anche se poteva essere considerato un romanzo di fantascienza post-apocalittica in cui ci sono persone dotate di poteri come l’orogenia. Il secondo romanzo tende più al fantasy con varie menzioni della magia e in questo romanzo finale ci sono sia menzioni di magia che di antiche tecnologie. Per questo motivo viene generalmente etichettato come science fantasy, un ibrido tra i due generi.

Questa trilogia è ambientata molti millenni dopo una catastrofe che ha causato conseguenze enormi sull’intero pianeta tra cui la perdita della Luna. Le Quinte Stagioni sono periodi di attività geologica particolarmente intensa. Solo alcune persone dotate del potere dell’orogenia sono in grado di contenere quelle catastrofi permettendo la sopravvivenza della specie umana. Nonostante ciò, gli orogeni sono odiati e discriminati.

Il tema di una minoranza oppressa è presente fin dall’inizio della trilogia, in particolare attraverso la storia di Essun, che mostra la vita degli orogeni. È un tema che è stato ulteriormente espanso ne “Il cielo di pietra” con la storia di Nassun e anche nei flashback in cui vengono raccontati gli eventi che hanno portato alla catastrofe.

Nella trilogia La Terra spezzata gli eventi che hanno causato la catastrofe continuano a influenzare in modo diretto il futuro anche a molti millenni di distanza. Una conclusione richiedeva azioni legate a quegli eventi perciò ha senso che in questo libro finale N. K. Jemisin abbia creato un modo per raccontarli.

La storia della catastrofe rende il dramma ancor più pesante in una trilogia da sconsigliare assolutamente a chi ha qualche tendenza alla depressione. Nel corso della grande storia raccontata nei tre libri emergono soprattutto i lati negativi dell’umanità e il tema finale de “Il cielo di pietra” riguarda la salvezza della specie con il dubbio che non valga la pena salvarla.

Alla fine, la storia di Essun viene usata da N. K. Jemisin per raccontare una grande storia che va oltre la Terra e riguarda molti millenni di storia. Le etichette di genere sono limitanti per una trilogia che utilizza alcuni elementi classici di generi diversi per affrontare temi importanti perciò la consiglio a chiunque sia interessato a quei temi a prescindere dalle etichette di genere.

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