Arma Infero di Fabio Carta

Arma Infero di Fabio Carta
Arma Infero di Fabio Carta

Il romanzo “Arma Infero” di Fabio Carta è stato pubblicato per la prima volta nel 2015 in ebook da Inspired Digital Publishing.

Karan è ormai vecchio e malato, uno dei tanti che fatica a sopravvivere sul pianeta Muareb dopo che è stato devastato dalla guerra. Le cose non sono sempre state così perché in passato la vita era difficile ma non fino al punto di non avere speranze per il futuro.

Decenni prima, Karan aveva intrapreso la carriera del maniscalco e quand’era solo un assistente aveva incontrato il mitico Lakon, un misterioso personaggio non del tutto umano arrivato dal cielo nei territori della coalizione conosciuta come la Falange. Grazie alle sue strane conoscenze, da schiavo riesce a diventare mastro di forgia e successivamente addirittura cavaliere.

In “Arma Infero” ci viene presentato un pianeta devastato da guerre terribili, tanto da renderlo quasi invivibile. Le vicende che hanno portato a quella situazione vengono narrate in prima persona dal vecchio Karan, che le racconta a un gruppo di sopravvissuti.

Fin dalle prime righe, si può notare l’uso di un linguaggio aulico da parte di Fabio Carta. Non è un caso bensì una precisa scelta stilistica di cui ben presto si capisce il senso. La società della coalizione conosciuta come la Falange al centro della storia ha molti punti di contatto con quella medievale terrestre e il linguaggio richiama anch’esso il Medio Evo.

Fabio Carta non è esattamente un trobadore del terzo millennio perché la sua opera è un romanzo e non un poema o una canzone ma come quegli autori medievali la sua storia ha tra i suoi temi fondamentali i cavalieri e l’amor cortese. “Arma Infero” è infatti una commistione di elementi medievaleggianti e fantascientifici, che Fabio Carta mescola in maniera molto personale.

Muareb è già un mondo in decadenza alla nascita di Karan e la tecnologia avanzatissima usata dai suoi abitanti è molto antica ed è ciò che è rimasto da un’epoca ormai quasi mitica. Gli abitanti del pianeta hanno dimenticato gran parte del loro passato e delle loro origini e i maniscalchi, che di fatto sono i tecnici e gli scienziati di quella società, lavorano seguendo regole diventate quasi una religione senza necessariamente capire cosa stiano facendo.

Tra le tecnologie usate su Muareb ci sono quelle utilizzate negli zodion, le “cavalcature” usate dai cavalieri. Fabio Carta descrive minuziosamente ciò che Karan sa sugli zodion attraverso lunghe pagine. Onestamente, secondo me queste descrizioni sono fin troppo lunghe, anche perché sono concentrate nella prima parte di “Arma Infero”.

La conseguenza è che la narrazione fatica molto ad acquistare un po’ di ritmo. Questo mi è parso il difetto maggiore del romanzo perché rischia di scoraggiare molto presto il lettore poco interessato a spiegazioni così dettagliate. Credo che l’autore avrebbe fatto meglio a creare un’appendice dedicata agli zodion per alleggerire la storia.

Se siete tra i lettori che apprezzano spiegazioni dettagliate o comunque passato lo scoglio della parte iniziale di “Arma Infero”, il romanzo comincia a sviluppare una trama intrigante in cui pian piano essere rivelato il ruolo di Lakon. Questo misterioso  personaggio non è del tutto umano e quando viene catturato dai cavalieri della Falange rischia di essere ucciso. L’intervento di Karan lo salva, dando inizio a una catena di eventi che cambierà la storia.

Nel tempo, tra Karan e Lakon si crea una profonda amicizia eppure in quest’ultimo rimane sempre qualcosa di alieno e inconoscibile. Le conoscenze di Lakon, a volte arcane dal punto di vista di Karan, diventano sempre più importanti influenzando il ruolo della Falange nel precario equilibrio politico esistente su Muareb. Nonostante lo stile medievaleggiante, la vicenda è ambientata su un pianeta dotato di armi potentissime e la minaccia nucleare aleggia in maniera sempre più grave.

Se la parte iniziale di “Arma Infero” era a volte davvero lenta, abbracciando parecchi anni, il ritmo accelera nel corso del romanzo. Esso finisce per diventare una grande avventura di cavalieri ma anche il racconto del complesso amore tra Karan e la dama Luthien in mezzo a intrighi politici.

“Arma Infero” è narrato in prima persona da Karan, che però dedica molto spazio anche alle descrizioni di altri personaggi. La conseguenza è che parecchi vengono ben sviluppati permettendoci di conoscere le loro personalità, i loro desideri e le loro aspirazioni. Anche attraverso di essi il lettore può conoscere meglio Muareb e in particolare la società della Falange.

“Arma Infero” non ha una vera fine, essendo solo la prima parte della storia raccontata da Karan. Per lo stile particolare, magari conviene provare a leggere l’estratto offerto in genere dai rivenditori on line che lo offrono. Se quello stile non vi crea problemi e soprattutto se vi piacciono le storie ad amplissimo respiro, ve ne consiglio la lettura. È disponibile su Amazon.

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