Ghiaccio d’acqua fotografato su Mercurio

Il cratere Kandinsky di Mercurio fotografato dalla sonda spaziale Messenger (Immagine ASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington)
Il cratere Kandinsky di Mercurio fotografato dalla sonda spaziale Messenger (Immagine ASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington)

Un articolo pubblicato nella rivista “Geology” illustra la scoperta di ghiaccio d’acqua sul pianeta Mercurio fatta grazie alla sonda spaziale della NASA Messenger (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging). Varie fotografie mostrano acqua e altri materiali ghiacciati in crateri permanentemente all’ombra vicino al polo nord di Mercurio.

La teoria che su Mercurio ci potesse essere acqua ghiacciata risale a molti anni fa. Questa possibilità era stata presa in considerazione nonostante le temperature generalmente molto elevate sulla superficie del pianeta analizzando immagini radar scattate dalla Terra. Esse rivelavano l’esistenza di depositi ai poli che avevano le caratteristiche di acqua ghiacciata ma ci sono voluti anni per verificare quella teoria.

Nel 2012, grazie alla sonda spaziale Messenger è stato possibile effettuare analisi molto più accurate dall’orbita del pianeta con strumenti di vari tipi. Nel 2012, Messenger aveva permesso di raccogliere prove dell’esistenza di ghiaccio al polo nord del pianeta. Grazie alle estensioni della missione di questa sonda, è stato possibile scattare varie fotografie di alcuni crateri polari per avere nuove conferme dell’esistenza di acqua ghiacciata.

L’acqua su Mercurio può essere presente solo nell’ombra perenne perciò non è stato facile ottenere fotografie che rivelassero i depositi. Dopo vari tentativi però il team della missione è riuscito a ottenere le immagini volute usando la wide-angle camera (WAC) dello strumento Mercury Dual Imaging System (MDIS) della sonda Messenger.

Sono state ottenute fotografie di depositi di acqua ghiacciata e a volte anche di altri materiali. Probabilmente si tratta di composti ricchi di sostanze organiche e ciò rende quest’indagine ancor più interessante. Questi depositi sono stati individuati in crateri come Kandinsky e Prokofiev.

Nel cratere Berlioz, la cui posizione è ad una latitudine meno elevata, fa troppo caldo anche nell’ombra permanente per avere acqua ghiacciata in superficie. Invece, sotto la superficie fa abbastanza freddo perché ci sia ghiaccio in maniera stabile.

Una delle domande principali su questi depositi riguarda la loro età. Si tratta di un problema importante perché la risposta ha conseguenze sul problema dell’arrivo dell’acqua in tutti i pianeti rocciosi, inclusa la Terra. Le immagini indicano che i depositi polari sono composti di acqua arrivata di recente o che essa arriva in continuazione tramite qualche processo.

Un altro elemento interessante della ricerca è rappresentato dalla differenza tra Mercurio e la Luna, che per altri versi sono simili. Nelle regioni polari lunari fa più freddo che su quelle di Mercurio ma hanno un aspetto diverso. Anche questo problema può aiutare a capire meglio i processi di formazione ed evoluzione di Mercurio, della Luna e anche della Terra.

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