The Walking Dead – seconda stagione

Sarah Wayne Callies, che interpreta Lori Grimes, e Andrew Lincoln, che interpreta Rick Grimes, con il produttore esecutivo Robert Kirkman sullo sfondo nel 2010
Sarah Wayne Callies, che interpreta Lori Grimes, e Andrew Lincoln, che interpreta Rick Grimes, con il produttore esecutivo Robert Kirkman sullo sfondo nel 2010

Avviso. Questa recensione contiene vari spoiler sulla seconda stagione della serie “The Walking Dead”!

Il 18 marzo (il 19 marzo in Italia) è terminata la seconda stagione della serie “The Walking Dead”.

Tratto da una serie a fumetti di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard, il telefilm “The Walking Dead” è trasmesso negli U.S.A. dal canale televisivo AMC (in Italia lo trasmette FOX, parte del bouquet Sky), sul quale ha debuttato il 31 ottobre 2010 con il primo dei 6 episodi che hanno costituito la prima stagione.

“The Walking Dead” è una storia post-apocalittica ambientata in un mondo in cui un’infezione trasforma i cadaveri in zombie causando il crollo della civiltà. L’unico modo per uccidere definitivamente uno zombie è quello di colpirlo al cervello.

Un gruppo di sopravvissuti della Georgia cerca di arrivare al Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta nella speranza che qualcuno sia riuscito a creare un’area sicura e anche a trovare una soluzione al problema degli zombie. Alla fine della stagione, le speranze si rivelano infondate e il gruppo di sopravvissuti deve cercare un altro luogo dove sperare di trovare un minimo di sicurezza.

Dopo il grande successo di pubblico e di critica della prima stagione di “The Walking Dead”, è stata prodotta una seconda stagione di 13 episodi dei quali 7 sono stati trasmessi nell’ottobre / novembre 2011 e gli altri 6 nel febbraio / marzo 2012.

La seconda stagione è molto diversa dalla prima. I primi episodi della serie sono ambientati quasi tutti nell’area urbana di Atlanta e vedono una costante lotta per la sopravvivenza da parte di chi è ancora vivo. Gli zombie sono dappertutto e per spostarsi da un luogo ad un altro è spesso necessario usare le armi per ucciderli definitivamente.

La seconda stagione è invece ambientata nelle campagne, dove la quantità di zombie è molto inferiore ed è quindi possibili ripulire alcune aree per potersi spostare mantenendo solo una moderata cautela. Il gruppo di sopravvissuti trova una fattoria in cui abita una famiglia che si è salvata dall’apocalisse ma il benvenuto non è caldissimo.

Il cast della seconda stagione di “The Walking Dead” è costituito da:

  • Andrew Lincoln (foto ©Angela Natividad) nel ruolo di Rick Grimes
  • Sarah Wayne Callies (foto ©Angela Natividad) nel ruolo di Lori Grimes
  • Laurie Holden (foto ©MingleMediaTVNetwork) nel ruolo di Andrea
  • Steven Yeun nel ruolo di Glenn
  • Norman Reedus nel ruolo di Daryl Dixon
  • Chandler Riggs nel ruolo di Carl Grimes
  • Jon Bernthal nel ruolo di Shane Walsh
  • Jeffrey DeMunn nel ruolo di Dale Horvath
  • Lauren Cohan nel ruolo di Maggie Greene
  • Scott Wilson nel ruolo di Hershel Greene
  • Emily Kinney nel ruolo di Beth Greene
  • Jane McNeill nel ruolo di Patricia

Il mio problema con la seconda stagione di “The Walking Dead” è dato principalmente dall’impressione che ci fosse materiale per altri sei episodi che poi è stato diluito in tredici. L’ambientazione in campagna toglie parte del ritmo adrenalinico della prima stagione ma l’elemento che secondo me è il peggiore è il triangolo amoroso Rick – Lori – Shane, che per me ha un effetto soporifero!

A me il ritmo basso può andar bene se l’azione viene sostituita da altri contenuti interessanti. Ad esempio, i sopravvissuti che prendono atto che il mondo è cambiato e bisogna decidere quali sono le nuove regole mi va bene. Quando un altro gruppo di sopravvissuti attacca Rick, Hershel e Glenn e alla fine Randall, uno di loro, viene ferito e catturato, mi va bene che si discuta su cosa fare di lui.

Purtroppo, la sottotrama riguardante il destino di Randall è stata a mio avviso messa in ombra perché è stata inserita in quella riguardante lo scontro tra Rick e Shane, che secondo me non è stato neppure gestito al meglio.

In alcuni momenti, Shane ha agito da psicopatico, come preso da raptus improvvisi che lo hanno portato ad uccidere qualcuno. Mi va bene vedere persone che in situazioni estreme reagiscono in maniera anche estrema ma se il comportamento di Shane fosse stato più ambiguo secondo me sarebbe stato più interessante.

Ad esempio, se Shane avesse mostrato un maggior interesse verso il benessere dell’intero gruppo invece che mostrarsi interessato sostanzialmente a Lori e a Carl, avrebbe dato l’impressione di essere un uomo pronto a tutto per difendere il suo gruppo, non solo per prendere la donna che gli interessa.

In alcuni casi, anche l’azione ha lasciato a desiderare. In un episodio, Lori sente l’impulso di andare a soccorrere Rick e Shane e già questo lascia perplessi. Come se non bastasse, parte da sola in macchina e guida guardando una mappa invece della strada. Ovviamente, travolge uno zombie, finisce fuori strada e rischia di essere mangiata da un paio di zombie. Francamente, fatico a pensare ad un’altra scena vista in TV scritta con tanta pigrizia.

D’altra parte, le scene riguardanti Lori sembrano scritte da misogini perché di solito agisce come una deficiente. Ad esempio, sembra dire apposta le frasi perfette per mettere Rick e Shane l’uno contro l’altro.

Anche la morte di Dale poteva essere gestita meglio. È su un prato nel silenzio della notte eppure uno zombie gli arriva alle spalle senza che se ne accorga. Purtroppo è un cliché usato in troppi telefilm. Come se non bastasse, lo zombie gli apre letteralmente il ventre con le mani, di gran lunga la maggior dimostrazione di forza da parte di uno zombie vista in “The Walking Dead”, per di più da parte dello stesso zombie già visto nello stesso episodio incastrato nel fango da cui ha faticato a lingo per liberarsi. Possibile che non ci fosse un modo più decente per far morire Dale?

Per fortuna, l’ultimo episodio della seconda stagione è più simile alla prima: finalmente, l’arco narrativo in stile “La casa nella prateria” è terminato e la storia è tornata ad essere un’adrenalinica lotta per la sopravvivenza. Ci sono ancora nei difetti, a cominciare dal fatto che i protagonisti si accorgono di un’enorme orda di zombie solo quando questa ha praticamente raggiunto la fattoria, ma accetto l’uso del cliché del pericolo che appare dal nulla perché getta le basi per un nuovo arco narrativo che non può essere peggiore del precedente.

Laurie Holden, che interpreta Andrea, agli ACE Eddie Awards 2012
Laurie Holden, che interpreta Andrea, agli ACE Eddie Awards 2012

Per questi e altri motivi, ma è meglio non dilungarmi troppo con gli esempi altrimenti diventerei anch’io noioso, ho trovato questa seconda stagione di “The Walking Dead” complessivamente scritta in maniera mediocre e quindi deludente rispetto alla prima.

Tra la prima è la seconda stagione c’è stato un cambio di autori e lo “showrunner” Frank Darabont è stato licenziato dalla rete AMC, pare per divergenze riguardanti i tagli di budget decisi per la seconda stagione. I risultati non sono molto incoraggianti.

La serie è stata comunque rinnovata perché l’audience è perfino aumentata rispetto alla prima stagione e anche nel corso della seconda stagione. Sono già state pubblicate alcune anticipazioni sulla terza stagione: chi è interessato agli spoiler può trovarli facilmente in rete, io mi limito a commentare che alcuni sviluppi della storia dei sopravvissuti sembrano interessanti. Darò quindi ancora una possibilità a “The Walking Dead” sperando che la qualità delle sceneggiature sia più elevata.

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