Lo scorso giugno era stato pubblicato il risultato di una simulazione che suggeriva la possibiltà che nel corso della storia del sistema solare Giove si fosse spostato verso il Sole per poi tornare verso l’esterno, nella sua attuale orbita. Ora sempre al Southwest Research Institute di San Antonio, Texas il Dottor David Nesvorny ha pubblicato il risultato di 6.000 simulazioni che fanno pensare ad uno scenario ancora più complesso in cui c’era un quinto pianeta gigante con una massa simile a quella di Urano e Nettuno.
Indizi sulla storia più antica del sistema solare arrivano dall’analisi della fascia di Kuiper e dei crateri lunari. Ciò che se ne deduce è che ci fu un’instabilità nelle orbite dei pianeti quando il sistema solare aveva più o meno seicento milioni di anni di vita. In sostanza, sia i pianeti giganti che i corpi più piccoli si spostarono notevolmente, alcuni verso il Sole, spesso schiantandosi contro i pianeti interni e contro la Luna, altri verso l’esterno del sistema solare.
Un movimento troppo lento di Giove avrebbe però destabilizzato le orbite dei pianeti interni. Al Dottor David Nesvorny venne suggerito che l’orbita di Giove abbia potuto avere un cambiamento relativamente rapido e ciò spiega come mai le orbite dei pianeti interni siano stabili. Secondo le simulazioni però in questo caso la dinamica gravitazionale tra i vari pianeti avrebbe molto probabilmente portato Urano o Nettuno o addirittura entrambi i pianeti ad essere spostati talmente da finire fuori dall’orbita solare per perdersi nello spazio.
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Dato che la percentuale di possibilità che i quattro pianeti giganti del sistema solare finissero tutti per assumere orbite stabili era solo del 2,5% il Dottor David Nesvorny pensò che ci fosse qualcosa di sbagliato. A quel punto provò a inserire un quinto pianeta gigante nelle simulazioni e le probabilità che il sistema solare raggiungesse l’attuale configurazione di orbite planetarie aumentò di dieci volte. Il pianeta gigante aggiunto sarebbe quello persosi nello spazio interstellare.
Negli ultimi anni gli astronomi hanno scoperto vari pianeti “orfani”, che non orbitano attorno ad alcuna stella. È quindi possibile che in vari sistemi stellari nella prima fase della loro vita ci sia stata una situazione instabile che abbia portato uno o più pianeti fuori dall’orbita della loro stella. Chissà, forse un giorno il “fratello” perduto della Terra verrà identificato.