Toxic@ di Dario Tonani

Toxic@ di Dario Tonani
Toxic@ di Dario Tonani

Il romanzo “Toxic@” di Dario Tonani è stato pubblicato nel n. 1574 di settembre 2011 della collana “Urania”. È il seguito di “Infect@”, pubblicato nel n. 1521 della collana “Urania”.

Nel 2032, sette anni dopo gli eventi di “Infect@”, i cartoon non sono più solo cartoni animati prodotti assumendo una droga per via retinica ma sono diventati una bomba ecologica e un pericolo per la salute. Circa un terzo di Milano è ormai piena di resti di cartoon e per questo motivo la zona viene chiamata “Wet City” o con la spregiativa sigla “WC”. Sopra Milano da qualche anno è apparso anche un corpo discoidale chiamato “Sole di Bart”, presumibilmente formato da residui di cartoon. Inoltre i cartoon possono diventare infetti e in quel caso il contatto con un essere umano provoca una malattia mortale.

Mentre sono in atto i preparativi per testare una soluzione definitiva per eliminare i cartoon, un serial killer chiamato “Il Mescolatore” uccide persone e cartoon consegnandone alla polizia i pezzi in una sorta di macabro kit che permette di mettere insieme metà uomo e metà cartoon.

“Infect@” e “Toxic@” sono stati definiti noir fantascientifici. La definizione ci sta tutta ma è un po’ limitativa. Non solo in questi romanzi ci sono elementi cyberpunk ma soprattutto c’è l’elemento originale dei cartoni animati materializzati: si tratta di quelli più innocenti, tanto che i più comuni sono Bugs Bunny e Wile E. Coyote, ma la loro surreale presenza nel corso degli anni è diventata sempre più pericolosa.

La Milano del 2032 è sempre più degradata a causa dei cartoon: essi sono diventati sempre più violenti, i loro residui hanno riempito progressivamente la periferia est-sud-est, appunto la “Wet City”, e i ricercatori medici non riescono a trovare una cura per il Morbo dei 30 minuti, la malattia mortale causata dai cartoon. Insomma, la situazione della città non è poi tanto diversa da quella attuale.

In questo scenario ritornano Lapo Montorsi e Khaled Mushmar, i poliziotti già protagonisti di “Infect@”. Montorsi è ormai un paria tra i suoi colleghi e attende solo di andare in pensione, Mushmar invece sta facendo carriera. Le circostanze portano i due a lavorare nuovamente assieme sul caso del Mescolatore addentrandosi nella Wet City e subendo anche gli strani effetti che i residui dei cartoon hanno sulla mente umana. La loro avventura si incrocia con quella di Cora Kusiak, una cacciatrice di cartoon che vede il mondo in bianco e nero a causa di una particolare forma di daltonismo.

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Come nel romanzo precedente, la vicenda di “Toxic@” si svolge nell’arco di ventiquattr’ore. Questa caratteristica dava già una novevole intensità agli eventi di “Infect@”, con le sue 260 pagine circa: “Toxic@” è lungo circa 310 pagine perciò l’azione è forse ancora più intensa.

“Infect@” era arrivato in finale al premio Urania ed era stato successivamente pubblicato pur non avendo vinto. Se fosse stato presentato in alcune altre edizioni avrebbe molto probabilmente vinto perché secondo me è un romanzo migliore di alcuni di quelli che hanno vinto il premio. Fortunatamente chi di dovere decise di pubblicare comunque questo romanzo, che è diventato un cult tra i fan italiani. Qualche anno fa “Infect@” è stato anche opzionato per un adattamento cinematografico: finora il film non è stato prodotto ma se il risultato sarà all’altezza del romanzo possiamo aspettare.

Dario Tonani aveva successivamente pubblicato l’antologia “Infected Files”, che include alcuni racconti ambientati nell’universo narrativo di “Infect@”, ora finalmente è arrivato un sequel vero e proprio con “Toxic@”. Questo nuovo romanzo è leggibile in maniera indipendente perché la vicenda è autonoma e le informazioni sui cartoon sono sufficienti a comprendere cosa sta succedendo ma ovviamente leggere entrambi i romanzi permette di avere una migliore visione d’insieme della storia dei cartoon.

Se vi è piaciuto “Infect@” non potete perdere “Toxic@”, in caso contrario leggetelo comunque perché è un bel romanzo con un’originale commistione di generi e se avete la fortuna di trovare una copia di “Infect@” di seconda mano prendete anche quella per leggere l’origine della storia.

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