Un geco robot che può camminare sulle pareti, anche nello spazio

Il geco robot Abigaille su una parete (Immagine Simon Fraser University School of Engineering Science/MENRVA)
Il geco robot Abigaille su una parete (Immagine Simon Fraser University School of Engineering Science/MENRVA)

Una collaborazione tra l’ESA e la Simon Fraser University in Canada ha portato alla costruzione di un piccolo robot che può camminare su superfici verticali o sui soffitti rimanendoci attaccato come un geco. Questo prototipo con sei gambe, chiamato Abigaille, ha lo scopo di sviluppare robot in grado di effettuare operazioni di manutenzione anche nello spazio.

Le zampe dei gechi sono state oggetto di parecchi studi perché permettono a questi animali di aderire a moltissimi tipi di superfici senza fare uso di secrezioni adesive. Le ricerche hanno dimostrato che i gechi riescono a rimanere attaccati alle superfici grazie alla forza di van der Waals tra le estremità dei minuscoli peli chiamati setae nella parte inferiore delle zampe che causa un’interazione di tipo attrattivo a livello atomico con le superfici.

Replicare quel tipo di interazione può essere molto utile perché altri tipi di adesività hanno tutti qualche difetto. I vari tipi di nastro adesivo diventano sempre meno efficaci col tempo perché raccolgono polvere, perfino nello spazio, riducendo la loro adesività e nel vuoto tendono ad emettere vapori che potrebbero danneggiare qualche strumento delicato. Il velcro necessita di una superficie adatta a cui agganciarsi ed essa potrebbe usurarsi col tempo. Le calamite funzionano solo su certi tipi di superfici e possono creare problemi vicino a strumenti sensibili.

Creare un robot con zampe dotate di estremità adesive come quelle dei gechi non è stato facile e ha richiesto l’utilizzo di tecniche derivate dall’industria microelettronica. Le estremità sono ancora circa cento volte più larghe dei peli dei gechi ma sono sufficientemente piccole da generare un’interazione tale da sostenere il peso di Abigaille. Questo robot è comunque molto leggero, pesando solo 240 g circa.

All’European Space and Technology Center in Noordwijk dell’ESA in Olanda il robot Abigaille è stato messo alla prova in un laboratorio in cui sono state replicate le condizioni di vuoto e di temperature dello spazio. Uno speciale strumento ha misurato quanto bene il robot è rimasto attaccato alle superfici e i risultati sono stati positivi. Nello spazio, in condizione di microgravità, un robot di questo tipo dovrebbe lavorare ancora meglio.

Il robot Abigaille è stato costruito anche per essere agile. Le sue sei zampe hanno tutte quattro gradi di libertà e ciò gli permette di passare da una superficie verticale ad una orizzontale e viceversa. Un robot su ruote non potrebbe compiere quel tipo di manovre perciò non potrebbe lavorare in quel modo su un satellite o su una navicella spaziale.

Questo prototipo ha una velocità più vicina a quella di una lumaca che a quella di un geco. Un’altra limitazione è che riesce a camminare verticalmente limitatamente a superfici artificiali abbastanza lisce. Probabilmente ci vorranno anni prima che versioni più evolute vengano effettivamente utilizzate ma è solo questione di tempo.

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