
Il romanzo “Il mondo di Rocannon” (“Rocannon’s World”) di Ursula Le Guin è stato pubblicato per la prima volta nel 1966. In Italia è stato pubblicato come “L’ultimo pianeta al di là delle stelle” da Delta nel n. 1 di “Delta Fantascienza Fantasia Eroica” nella traduzione di Pier Antonio Rumignani, dall’Editrice Nord nel n. 41 di “SF Narrativa d’Anticipazione”, nel n. 296 di “Cosmo Argento” e nel n. 10 di “Cosmo Biblioteca” e da Mondadori in “Oscar Moderni” nella traduzione di Riccardo Valla.
L’etnologo Gaverel Rocannon è tornato sul pianeta Fomalhaut II dopo molti anni a causa dei lunghi tempi richiesti dai viaggi interstellari. Il suo scopo è di continuare i suoi studi dei nativi assieme ai suoi colleghi. Tuttavia, una fazione ribelle attacca il gruppo e Rocannon è l’unico sopravvissuto.
L’unica speranza per Rocannon consiste nel riuscire ad avvisare la Lega di Tutti i Mondi dell’attacco ma ciò è possibile solo con un ansible. I ribelli ne hanno uno nell’area che utilizzano come campo base ma è molto lontana e Rocannon non ha veicoli da usare per compierlo in tempi brevi. Può solo chiedere aiuto ai nativi e viaggiare sui destrieri del vento normalmente usati sul pianeta per viaggiare.
“Il mondo di Rocannon” è il primo romanzo del Ciclo dell’Ecumene, o Ciclo hainita, le cui opere sono generalmente indipendenti dato che normalmente sono ambientate su diversi pianeti in diverse epoche. Il prologo di questo romanzo venne pubblicato nel 1964 come racconto breve con il titolo “La collana di Semley” (“The Dowry of Angyar” o “Semley’s Necklace”, incluso in Italia dall’Editrice Nord ne “I dodici punti cardinali” e da Mondadori nel n. 1405 di “Urania”). Vi appare per la prima volta quella che viene chiamata la Lega di Tutti i Mondi e l’etnologo Gaverel Rocannon, in missione sul pianeta Fomalhaut II per studiare le varie specie senzienti che lo abitano.
Il romanzo sviluppa ulteriormente l’ambientazione presentata nel prologo. I toni sono più tipici del genere fantasy che della fantascienza con le specie senzienti native che ricordano creature mitologiche. Anche la presenza dei destrieri del vento, che sono più o meno dei leoni alati, contribuiscono a dare un sapore fantasy alla storia. La collana del prologo è stata paragonata al Brísingamen che appartiene alla dea Freyja della mitologia norrena.
L’elemento mitico diventa progressivamente importante nella storia di Rocannon perché il viaggio che intraprende per trovare l’ansible di cui ha bisogno per avvertire la Lega di Tutti i Mondi dell’attacco avvenuto su Fomalhaut II. Il protagonista ha perso i suoi colleghi e anche molte apparecchiature avanzate nell’attacco ma ha ancora una tuta che lo rende quasi invulnerabile alle armi locali e ha conoscenze molto superiori a quelle dei nativi.
Il fatto di essere un alieno rende Rocannon speciale in partenza e ciò viene rimarcato dal titolo della prima parte del romanzo, “Il Signore delle Stelle”, che indica come il protagonista viene chiamato dai nativi. Inizia quella che può essere considerata una quest durante la quale compie varie imprese che vengono considerate prodigiose. Storie su quelle imprese nascono e si diffondono, dandogli una dimensione sovrumana.
Col passare del tempo, traversia dopo traversia, la quest di Rocannon influenza anche lui stesso. Rimasto solo tra i nativi, forgia genuini rapporti di amicizia con alcuni di essi e si immerge sempre di più nella variegata cultura di quel pianeta, con i suoi popoli che hanno le loro specifiche peculiarità. Il confronto con quello che almeno inizialmente è l’Altro permea tutta la storia del protagonista e Ursula Le Guin lo sviluppa a modo suo. Sono temi che l’autrice sviluppò in altre opere, spesso in modo più approfondito, ma sono già centrali in questo romanzo.
“Il mondo di Rocannon” è davvero breve per gli standard odierni e anche per quelli di Ursula Le Guin. Non è raffinato quanto i successivi romanzi di quest’autrice, anche perché usa in modo piuttosto pedestre elementi mitologici per creare l’ambientazione. Tuttavia, secondo me vale comunque la pena di leggerlo almeno per chi vuole completare il Ciclo dell’Ecumene.