The Many Hands di Dale Smith

The Many Hands di Dale Smith
The Many Hands di Dale Smith

Il romanzo “The Many Hands” di Dale Smith è stato pubblicato per la prima volta nel 2008. È inedito in Italia.

Il Decimo Dottore e Martha Jones sono a Edinburgo nel XVIII secolo quando il passaggio di una diligenza che trasporta Benjamin Franklin diventa movimentato a causa di uno strano uomo che cerca di aggredire il cocchiere, che perde il controllo dei cavalli. Il Dottore cerca di fermare la diligenza con la complicazione di alcuni soldati britannici che sparano nella sua direzione.

Alla fine, Martha Jones riesce ad arrivare di fronte alla diligenza prendendo una scorciatoia e cerca di usare il cacciavite sonico per fermarla. Lo strano aggressore viene colpito dagli spari e i soldati arrestano il Dottore e Martha, la quale si rende conto che l’aggressore è un cadavere morto da qualche tempo.

“The Many Hands” fa parte di una collana di romanzi connessi alla nuova serie di “Doctor Who”. Essi sono orientati ad un ampio pubblico essendo abbastanza lineari da essere apprezzati anche da lettori molto giovani ma abbastanza sofisticati da poter interessare anche lettori più maturi.

“The Many Hands” appartiene al tipo pseudo-storico di romanzo, con una storia ambientata nella storia terrestre e allo stesso tempo con elementi fantascientifici. In questo caso, la storia è ambientata a Edinburgo nel XVIII secolo, dove il Dottore e Martha si imbattono in quello che sembra uno zombie ed è solo l’inizio delle stranezze. Da quelle parti, la gente ha paura di ciò che esce dal Nor’ Loch e per una volta non si tratta di superstizioni.

La parte storica include anche alcune persone realmente esistite. Benjamin Franklin è certamente il più conosciuto di tutti e in quegli anni era a Londra, da dove occasionalmente viaggiava in altri luoghi. Una famiglia molto conosciuta a Edinburgo era la famiglia Monro, famosa per gli studi di generazioni di uomini presso la locale Scuola di Medicina. Dale Smith usa questi elementi senza necessariamente rispettare il rigore storico e anzi nel caso della famiglia Monro l’elemento fantascientifico è fondamentale.

La prima parte di “The Many Hands” è secondo me debole e può scoraggiare i lettori. Dopo un prologo breve ed enigmatico, il romanzo comincia con il racconto del tentativo del Dottore di fermare una diligenza fuori controllo e del successivo arresto del Dottore e di Martha. Secondo me questa parte è decisamente troppo lunga a causa dell’inclusione dei tentativi dei due viaggiatori di sfuggire ai soldati britannici.

La mia impressione è che alla fine della stesura, la storia fosse risultata troppo breve e Dale Smith abbia allungato la prima parte senza stare tanto a guardare la logica dei momenti della fuga del Dottore e Martha. Non è certo la prima avventura del Dottore in cui i protagonisti sfuggono a qualcuno grazie a curiose coincidenze particolarmente fortunate ma questo caso ricorda gli esempi più noiosi di allungamento della broda visti nei serial della serie classica.

La lunghezza limitata dei romanzi di questa collana è un bel vantaggio nel senso che il lettore paziente può comunque arrivare con una certa velocità verso la metà del romanzo, dove finalmente comincia la vera sostanza. I due viaggiatori sono separati nel corso di una parte del romanzo e tra le cose migliori c’è l’uso delle competenze in campo medico di Martha Jones, che scopre da sé alcuni dei segreti dietro alle apparizioni legate al Nor’ Loch.

La seconda parte del romanzo mi è piaciuta decisamente di più perché è caratterizzata da continue rivelazioni con i vari pezzi della storia che vengono messi assieme. È il tipo di storia in cui il Dottore capisce pienamente la situazione solo nella parte finale.

Se non fosse per la parte iniziale, “The Many Hands” mi avrebbe fatto un’impressione pienamente positiva ma gli inseguimenti mi annoiano moltissimo perciò la lunghezza della parte iniziale è per me terribile. Per il resto, gli elementi di folklore locale e strani esperimenti contribuiscono a creare un mistero che secondo me è ben sviluppato. Alla fine, a me ha fornito impressioni contrastanti ma può andare benissimo a chi ha gusti un po’ diversi.

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