Metallo e Vetro di Franci Conforti

Un salmo per l’universo di Becky Chambers
Un salmo per l’universo di Becky Chambers

Il racconto “Metallo e Vetro” di Franci Conforti è stato pubblicato per la prima volta nel 2024 da Mondadori all’interno del n. 1730 di “Urania”.

Un gruppo di mercenari è penetrato nella stazione spaziale mineraria Pek-Blenda e ha preso in ostaggio 44 space worker. Si tratta di dipendenti della Space Micromineral che hanno avuto la sfortuna di finire coinvolti in un contenzioso con un’altra azienda che ha deciso di ricorrere alle maniere forti per recuperare dei crediti. Compiuta questa missione, i mercenari vengono incaricati di dirigersi immediatamente verso un’area di spazio dove è stata rilevata la presenza di un veicolo spaziale non identificato.

Franci Conforti getta il lettore nel bel mezzo di una situazione che definire di capitalismo d’assalto non è una metafora. In questo modo, offre uno spaccato del futuro in cui è ambientato “Metallo e Vetro” e presenta i protagonisti.

Una peculiarità di questo racconto è di essere narrato in prima persona da Imp, cioè un impianto IA installato nella testa di Asmar Cohen Kaharim, che è un caposquadra del gruppo di mercenari grazie alle capacità extra che gli assicura Imp. Quel tipo di impianto è stato messo fuori legge ma Asmar se l’è tenuto segretamente.

Asmar considera Imp una sua estensione mentre Imp considera Asmar il suo supporto biologico. Tra i due c’è una collaborazione che può essere definita utilitaristica nel senso che per entrambi è decisamente meglio che Asmar rimanga vivo ma nella testa di Asmar avvengono parecchi scambi di opinione. A volte ciò diventa buffo e il tono di Imp tende a essere leggero ma il racconto include temi che sono decisamente seri.

L’esistenza di mercenari spaziali e il racconto delle loro operazioni mostra quanto il sistema solare sia diventato una futura frontiera nel senso di un nuovo Far West. Tuttavia, questo è solo un aspetto di una situazione più complessa che viene rivelata pian piano.

L’incarico di indagare su un veicolo spaziale diverso da tutti quelli conosciuti porta i mercenari in una situazione piena di incognite e soprattutto di sorprese. A quel punto, i colpi di scena cominciano a susseguirsi lasciando spiazzati personaggi e soprattutto lettori.

Quando si comincia a pensare di aver capito quale direzione ha preso il racconto, ecco che ne prende una ben diversa. Franci Conforti è riuscita a gestire gli sviluppi della trama in modo abile e coerente come una brava prestigiatrice che mostra una mano per distrarci mentre con l’altra compie il suo trucco compiendo tutte le manovre in modo fluido.

Il risultato è un insieme di elementi che sembrano opposti e contrastanti che però sono ben amalgamati facendo funzionare il racconto. Allo stesso tempo è buffo e serio, pieno d’azione ma anche di spunti di riflessione. Per questi motivi, “Metallo e Vetro” mi è parso un racconto eccellente e guardando la qualità, secondo me avrebbe meritato di dare il titolo al numero di “Urania” in cui è incluso più del romanzo breve.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *