La città e la città di China Miéville

La città e la città di China Miéville
La città e la città di China Miéville

Il romanzo “La città e la città” (“The City & the City”) di China Miéville è stato pubblicato per la prima volta nel 2009. Ha vinto il Premio Hugo, il Premio Locus, il World Fantasy Award, l’Arthur C. Clarke Award, il BSFA Award e il Kurd-Laßwitz-Preis. In Italia è stato pubblicato da Fanucci in “Collezione Narrativa” nella traduzione di Maurizio Nati.

Quando il cadavere di una donna sfigurata viene scoperto nei bassifondi di Beszel, l’ispettore Tyador Borlú della polizia della città viene chiamato per iniziare le indagini su quello che è chiaramente un omicidio. Ben presto, il caso si rivela complicato perché la vittima viene identificata come Mahalia Geary, una studentessa straniera impegnata in ricerche archeologiche controverse perché riguardano la storia di Beszel e Ul Qoma, le due città che occupano la stessa area geografica.

Alcuni indizi fanno pensare che Mahalia Geary sia stata uccisa a Ul Qoma e ciò significa che l’ispettore Tyador Borlú deve invocare la Violazione, l’autorità superiore che ha il potere di indagare su crimini che riguardano entrambe le città. Tuttavia, i governi cittadini si accordano diversamente portando a una continuazione dell’indagine, che porta ulteriori problemi perché collegata a teorie decisamente non ortodosse sulle due città e sull’esistenza di altre entità.

“La città e la città” è un giallo / procedural che ha un’ambientazione davvero particolare dato che è ambientato nelle due città Beszel e Ul Qoma, le quali esistono in un luogo non definito dell’Europa dell’Est dove occupano la stessa area. Esse rimangono separate artificialmente perché i cittadini di ognuna delle due città coscientemente “disvedono” abitanti e veicoli dell’altra. L’infrazione di tale legge è gestita dalla Violazione, un’autorità superiore che ha giurisdizione in entrambe le città.

Una buona parte del romanzo viene usata da China Miéville per sviluppare quell’ambientazione con tutte le peculiarità che derivano dalla situazione delle due città. I loro cittadini condividono la stessa area geografica, eppure sono molto diversi da vari punti di vista, anche perché i cittadini tendono a rimarcare le differenze in tanti modi anche legati alla vita quotidiana.

Molti dettagli collegati a quella situazione vengono continuamente rimarcati dall’autore nel corso della storia e ciò fa parte integrante della trama perché quella situazione la influenza pesantamente. Seguendo l’indagine dell’ispettore Tyador Borlú della polizia di Beszel, il lettore può capire pian piano, attraverso quei mille dettagli, cosa significhi vivere in quella situazione. Ciò include anche termini inventati da China Miéville per descrivere alcuni elementi delle due città e della vita in una di esse.

Ciò che avviene tra Beszel e Ul Qoma è l’opposto di un’integrazione, nel senso che i cittadini compiono uno sforzo cosciente per mantenerle separate e per distinguersi dai loro vicini. Da questo punto di vista, le leggi e i costumi delle due città sono più forti di qualunque muro. Per i cittadini, l’atto di disvedere è un qualcosa che viene insegnato fin dall’infanzia e praticato per tutta la vita. Per turisti e studenti stranieri è necessario un addestramento specifico perché finché risiederanno in una città anch’essi avranno l’obbligo di disvedere abitanti e veicoli dell’altra.

A volte l’indagine sembra una scusa per raccontare eventi legati alla divisione tra Beszel e Ul Qoma. Mahalia Geary lavorava a una ricerca storica controversa perché collegata all’origine della divisione tra le due città, un evento tutt’altro che chiaro. Ciò rende ancor più profondo il lavoro di costruzione di quest’ambientazione ma inevitabilmente lo rende anche più pesante. “La città e la città” è un caso in cui l’ambientazione è un’assoluta protagonista. Ciò significa che il lettore dev’essere preparato a leggere un romanzo in cui ogni evento viene raccontato in funzione di quell’ambientazione con continui dettagli su di essa.

La centralità dell’ambientazione e delle sue descrizioni tende a rallentare il ritmo della narrazione. I personaggi sono un po’ sacrificati, anche perché solo Tyador Borlú è presente in tutto il romanzo.

“La città e la città” viene etichettato come weird ma è un romanzo difficile da inquadrare in un genere specifico. È un giallo / procedural e a causa dell’ambientazione davvero unica ma anche misteriosa viene etichettato anche come fantascienza e fantasy. Si tratta di un caso in cui le etichette sono limitative. Lo consiglio a chi trova intrigante l’idea di fondo delle due città.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *