Partenza da zero di James White

Partenza da zero di James White
Partenza da zero di James White

Il romanzo “Partenza da zero” (“Open Prison”, conosciuto anche come “The Escape Orbit”) di James White venne pubblicato per la prima volta nel 1963. Fu finalista al premio Nebula nella categoria miglior romanzo dell’anno per il 1965, anno della pubblicazione negli USA. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nei nn. 355 e 756 della collana “Urania” e nel n. 101 del giugno 2011 della collana “Urania Collezione” assieme al romanzo “Vita con gli automi“.

Gli esseri umani sono in guerra con una specie aliena da decenni. I sopravvissuti dell’astronave Vittoriosa sono stati catturati e trasportati su un pianeta sul quale vengono abbandonati e dove trovano altri prigionieri che sono lì anche da molti anni.

Warren è un Maresciallo di Settore, l’ufficiale di grado più elevato mai scaricato sul pianeta ed è sua ferma intenzione fare tutto il possibile per fuggire, anche se le uniche risorse disponibili sono quelle reperibili sul pianeta. La situazione è resa complicata non solo dall’astronave aliena che dall’orbita verifica che i prigionieri non costruiscano strutture troppo complesse ma anche dal fatto che gli esseri umani si sono divisi in due fazioni, una delle quali considera ormai il pianeta come la propria casa.

In “Partenza da zero” James White affronta il tema classico dei prigionieri di guerra che tentano la fuga in un’ottica fantascientifica secondo le sue idee pacifiste. Per White la guerra tra umani e alieni è in reltà senza senso, dovuta all’incapacità delle due parti di andare oltre l’ostacolo dell’aspetto fisico molto diverso. La sua lunga durata ha portato ad una decadenza da entrambe le parti, eppure va ancora avanti.

L’accordo raggiunto sul trattamento del prigionieri di guerra ha portato gli alieni a decidere che la soluzione migliore fosse abbandonare gli umani catturati su un pianeta adatto a loro lasciandoli liberi di viverci se non tentano di sviluppare tecnologie pericolose.

Anche tra i prigionieri di guerra però c’è un conflitto perché molti di loro hanno combattuto a lungo e preferiscono organizzarsi per vivere nel miglior modo possibile offerto dal pianeta, in certi casi anche avendo dei figli, in contrasto con l’altra fazione che cerca un modo di fuggire. La situazione è aggravata dal fatto che le donne tendono a volersi stabilire permanentemente sul pianeta, finendo per portare altri uomini alla loro fazione. Per gli standard di oggi le donne sono descritte in maniera piuttosto retrograda ma per gli anni ’60 la considerazione riservata loro nel romanzo è buona.

James White ci presenta una situazione ben diversa da quella banale con prigionieri uniti in uno sforzo comune che potrebbe seguire una retorica patriottica e magari anche militarista. Invece i prigionieri sono per la maggior parte semplici persone, seppure in genere ben addestrate, che fanno quel che possono nella situazione in cui si trovano con diverse aspirazioni.

In “Partenza da zero” ci sono diversi protagonisti, ognuno con la propria personalità e le proprie speranze per il futuro. Anche se il romanzo è davvero breve – poco più di 100 pagine – James White riesce a dare un decente sviluppo ad ognuno. Dietro di loro c’è una quantità di personaggi di contorno che in un modo o nell’altro devono essere coinvolti nel piano di fuga e costituire il grosso della manodopera nei preparativi.

Warren si trova a dover usare tutta la sua autorità e le sue capacità per cercare di far lavorare tutti i prigionieri verso uno scopo comune cercando di appianare i conflitti che possono nascere tra persone molto diverse, soprattutto quando la tensione sale man mano che si avvicina il momento di mettere in atto il piano di fuga.

Tipicamente James White mostra una ricerca dell’utopia e anche in “Partenza da zero” la fuga dal pianeta prigione non è semplicemente un ritorno al fronte per contribuire alla vittoria sui nemici alieni. Per White la fuga rappresenta un nuovo inizio: la riconquista della libertà ma anche la possibilità che un gruppo di persone intelligenti e ben addestrate possa contribuire ad una rinascita di una civiltà dilaniata dalla guerra. È così che Warren rivela ai suoi compagni di prigionia la seconda parte del suo piano in un finale che dà un senso ancora più importante al romanzo.

“Partenza da zero” è un gioiellino dimenticato da troppo tempo e ne consiglio la lettura senza riserve.

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