La sonda Stardust ha incontrato la cometa Tempel 1

Un confronto della stessa zona della cometa Tempel 1 prima e dopo essere stata colpita dal "proiettile" di Deep Impact (foto NASA)
Un confronto della stessa zona della cometa Tempel 1 prima e dopo essere stata colpita dal "proiettile" di Deep Impact (foto NASA)

La sonda Stardust è una veterana dei viaggi spaziali e in particolare degli incontri con le comete: lanciata nel 1999, all’inizio del 2004 aveva incontrato la cometa Wild 2 e oltre a scattarne varie fotografie ne aveva anche prelevato alcuni campioni. All’inizio del 2006 era tornata nelle vicinanze della Terra lanciando la capsula contenente i campioni prelevati.

La missione era andata talmente bene che la sonda Stardust disponeva ancora di una discreta quantità di carburante perciò la NASA aveva deciso di lasciarla per il momento in orbita attorno al Sole nel caso capitasse l’occasione di una nuova missione, infatti nel 2007 venne deciso di usarla per la missione Stardust-NExT (New Exploration of Tempel) mandandola verso la cometa Tempel 1 per un incontro ravvicinato.

La cometa Tempel 1, la cui designazione ufficiale è 9P/Tempel, venne scoperta dall’astronomo Wilhelm Tempel nel 1867. Fa parte della famiglia cometaria di Giove, che ne rende l’orbita instabile con la sua influenza gravitazionale.

Nel luglio 2005 la sonda Deep Impact aveva effettuato la prima visita alla cometa Tempel 1, nei giorni scorsi la sonda Stardust ha scattato nuove foto, compresa quella del cratere lasciato dal “proiettile” lanciato da Deep Impact, e fatto nuove misurazioni per migliorare le nostre conoscenze.

Terminato l’incontro ravvicinato dei giorni scorsi con la cometa, la sonda Stardust continuerà a scattare foto finché rimarrà ad una distanza utile da essa, successivamente arriverà davvero la fine delle operazioni per questa vecchia sonda che ha abbondantemente compiuto il suo dovere.

L’importanza della missione non consiste solo nella curiosità scientifica di migliorare le nostre conoscenze delle comete ma anche per motivi pratici che potrebbero diventare estremamente importanti nel futuro.

Innanzitutto una cometa con orbita instabile come Tempel 1 potrebbero un giorno avvicinarsi in maniera pericolosa alla Terra: negli ultimi anni comete e asteroidi sono tenuti d’occhio con attenzione sempre maggiore proprio per verificare quali di essi passeranno vicino alla Terra. Il fatto che le comete perdano materiale quando si avvicinano sufficientemente al Sole perché l’acqua che contengono cominci ad evaporare e/o a sublimare rende più difficile tracciare le loro rotte a lungo termine perciò una migliore conoscenza della loro natura è utile per prevedere meglio l’evoluzione delle loro orbite.

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In una prospettiva futura di viaggi spaziali è utile conoscere a fondo la natura di asteroidi e per certi versi anche più delle comete perché queste ultime contentono un’elevata quantità d’acqua, la cui disponibilità potrebbe un giorno fare la differenza per le missioni spaziali in cui ci siano degli astronauti.

Purtroppo troppa gente pensa che queste missioni spaziali siano inutili: sarebbe facile polemizzare sul fatto che il budget delle agenzie spaziali è piccolissimo rispetto a quello militare ma secondo me sarebbe importante anche far conoscere meglio la loro importanza pratica oltre all’accrescimento delle nostre conoscenze.

Le missioni spaziali hanno prodotto molti avanzamenti dal punto di vista tecnologico e se un giorno cominceremo finalmente ad allontanarci da un pianeta sovrappopolato e inquinato sarà anche grazie ad una migliore conoscenza delle comete ottenuta grazie a sonde come Deep Impact e Stardust.

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