La NASA ha dichiarato ufficialmente la fine della missione della sonda spaziale Deep Impact. Il 4 luglio 2005, un proiettile impattatore della sonda ha colpito il nucleo della cometa Tempel 1 per analizzarne i detriti ma è stata utilizzata anche per studiare altre comete e per l’osservazione di esopianeti. Il mese scorso, la NASA ha perso le comunicazioni con Deep Impact e dopo un mese di tentativi falliti di ristabilirle ha dovuto dichiarare la fine della missione.
La missione primaria della sonda spaziale Deep Impact era quella di studiare la composizione di una cometa. Per questo motivo venne creata una sonda in grado di lanciare un proiettile impattatore contro una cometa. Deep Impact venne lanciata il 12 gennaio 2005 su un razzo vettore Delta II, il 3 luglio 2005 si separò nel proiettile e nella sonda vera e propria per colpire la cometa Tempel 1 e analizzare i detriti conseguenti all’impatto.
Ulteriori analisi, anche se a distanza, dell’impatto vennero effettuate usando telescopi sia sulla Terra che alcuni telescopi spaziali e dalla sonda spaziale Rosetta, che all’epoca era distante circa 50 milioni di km dalla cometa. Tempel 1 venne poi studiata da vicino anche nel febbraio 2011 dalla sonda spaziale Stardust.
La missione fu un grande successo scientifico ma anche mediatico perché moltissimi dati sulla cometa Tempel 1 vennero raccolti e se ne parlò molto sui media anche fuori dall’ambito scientifico. La missione primaria della sonda spaziale Deep Impact era compiuta ma essa aveva ancora parecchio propellente disponibile perciò la NASA approvò una nuova missione chiamata EPOXI (Extrasolar Planet Observation and Deep Impact Extended Investigation) con lo scopo di visitare una seconda cometa e di osservare esopianeti, la componente della nuova missione chiamata Extrasolar Planet Observations and Characterization (EPOCh).
Inizialmente, venne scelta la cometa Boethin per la nuova missione ma quando venne il momento di manovrare la sonda spaziale verso di essa gli astronomi non la trovarono più. Forse si era frammentata e non era possibile localizzarne i pezzi perciò per la Deep Impact Extended Investigation (DIXI) venne deciso di inviare Deep Impact verso la cometa Hartley 2, che venne raggiunta all’inizio del novembre 2010.
Nel 2012, la sonda spaziale Deep Impact ha osservato la cometa Garradd (C/2009 P1) e nel 2013 la cometa C/2012 S1 (ISON). Nell’agosto 2013, il contatto con la sonda è stato perso e al controllo missione hanno tentato di ripristinarlo per settimane. Il motivo non è stato stabilito con certezza ma è possibile che Deep Impact abbia perso l’orientamento a causa di un problema al suo computer. La sua antenna avrebbe perso il posizionamento necessario a comunicare con il centro controllo e i pannelli solari potrebbero non essere più orientati nella maniera corretta per ricevere l’energia necessaria al funzionamento della sonda.
C’è ovviamente dispiacere per la fine della missione Deep Impact ma i risultati sono stati notevoli. Almeno le informazioni raccolte sulle comete sono davvero importanti perché hanno portato almeno parte dell’acqua presente sulla Terra ma oggi costituiscono un potenziale pericolo. Infatti, se una cometa colpisse la Terra le conseguenze sarebbero devastanti su tutto il pianeta perciò è giusto studiarle in maniera approfondita.
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