La sonda spaziale Dawn ha lasciato l’asteroide gigante Vesta poco più di un anno fa ma il lavoro sui dati raccolti è andato avanti. Un atlante di Vesta è stato creato mettendo assieme circa 10.000 immagini scattate dalla Framing Camera, uno degli strumenti della sonda Dawn, a circa 210 km di altezza. Quest’atlante è ora on line e accessibile a tutti qui e qui.
Una fase della missione della sonda spaziale Dawn era quella chiamata Low Altitude Mapping Orbit (LAMO). Essa serviva a creare una mappa completa di Vesta che è stata presentata la scorsa settimana durante lo European Planetary Science Congress (EPSC) tenuto a Londra. La presentazione è stata condotta dal dottor Thomas Roatsch della Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt (DLR), l’agenzia spaziale tedesca, che ha contribuito alla missione Dawn.
L’atlante è composto da 29 mappe che utilizzano tre diverse proiezioni: quella di Mercatore per le regioni equatoriali, quella conica conforme di Lambert per le altitudini medie e quella stereografica per il bacino di Rheasilvia al polo sud di Vesta. Una mappa completa di questo asteroide gigante comprenderebbe 30 mappe ma quando le immagini sono state scattate era inverno nel suo emisfero settentrionale perciò il polo nord era completamente al buio. Per questo motivo, la trentesima mappa è vuota.
Le mappe create hanno una scala molto simile alle mappe turistiche regionali, dove un centimetro è equivalente a circa 2 chilometri. Esse permettono tra le altre cose di vedere le caratteristiche estreme di un corpo celeste relativamente piccolo come Vesta. Dato un punto di riferimento di base, al polo sud il cratere Severina raggiunge una profondità di circa 18 km mentre ad una distanza di solo 100 km c’è un picco che raggiunge un’altezza di circa 7 km.
La mappatura di un pianeta è un lavoro lungo ma la forma regolare lo rende relativamente facile. Vesta è probabilmente un protopianeta il cui sviluppo è stato bloccato dalla gravità del vicino Giove ed essendo in una cintura di asteroidi ha subito molti impatti, anche con corpi celesti di dimensione paragonabile ad esso, che hanno reso la sua forma un po’ irregolare. Per questo motivo l’atlante è inevitabilmente un po’ approssimativo.
La conoscenza più approfondita di Vesta sta permettendo di conoscere meglio le prime fasi della formazione del sistema solare perché quest’asteroide gigante è una sorta di fossile di quell’epoca. La sua storia ci può dire qualcosa sulla storia dei pianeti, Terra compresa.
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