Zendegi di Greg Egan

Zendegi di Greg Egan
Zendegi di Greg Egan

Il romanzo “Zendegi” di Greg Egan è stato pubblicato per la prima volta nel 2010. È inedito in Italia.

Martin Seymour è un giornalista australiano inviato in Iran in occasione delle elezioni parlamentari. Le autorità religiose riescono a far escludere molti candidati dell’opposizione e questo provoca l’inizio di una serie di proteste popolari, in particolare dei giovani. Quando un membro del governo viene scoperto in una situazione compromettente, le conseguenze politiche per i conservatori sono pesanti. Martin finisce per rimanere in Iran per fare la cronaca di quel periodo turbolento della storia del paese.

Nasim Golestani vive negli U.S.A. dopo che lei e sua madre sono fuggite dall’Iran in seguito all’assassinio di suo padre da parte della polizia segreta del regime. Al MIT sta lavorando ad un progetto che ha lo scopo di riprodurre la mappa neurale di un cervello umano. Quando il Congresso americano scarta il suo progetto negandole i fondi necessari a continuarne lo sviluppo, decide di tornare in Iran.

Greg Egan cominciò a scrivere “Zendegi”, una parola che in persiano significa “vita”, all’inizio del 2008. Per migliorare la sua conoscenza dell’Iran, Egan vi trascorse due settimane nel corso di quell’anno, un viaggio di cui ha pubblicato una sorta di diario nella sezione del suo sito dedicata al romanzo.

La prima parte di “Zendegi” è ambientata nel 2012 e serve soprattutto a gettare le basi del romanzo. Alla fine, l’elemento più fantascientifico di questa parte è che l’Iran riesca a superare la fase in cui le autorità religiose detengono il vero potere senza un bagno di sangue. La seconda parte del romanzo comincia nel 2027 e racconta lo sviluppo di tecnologie di mappatura del cervello umano e di realtà virtuale.

I romanzi di Greg Egan sono spesso ambientati in un futuro lontano o comunque in scenari molto esotici con personaggi post-umani e/o alieni ma anche con tecnologie incredibilmente avanzate. Al contrario, “Zendegi” è ambientato nel futuro prossimo e anzi inizia nel 2012, che ormai è il passato. La scelta davvero particolare è quella di ambientare il romanzo per la maggior parte in Iran.

I protagonisti di “Zendegi” sono esseri umani spesso comuni, con i loro pregi e i loro difetti. Le tecnologie descritte nel romanzo sono quelle che ci possiamo aspettare che vengano effettivamente sviluppate nei prossimi anni.

Secondo me, il problema principale di “Zendegi” è che in un certo senso finisce lasciando la storia incompiuta. C’è un motivo per questa scelta di Greg Egan e quando si arriva alla fine del romanzo si può vedere che ha un finale ma in un romanzo che riguarda sviluppi tecnologici che vanno avanti per 16 anni mi aspettavo che alla fine essi raggiungessero maggiori sviluppi.

L’impressione è che a Greg Egan interessasse raccontare le fasi iniziali dello sviluppo delle tecnologie descritte in “Zendegi” più che le loro applicazioni possibili una volta che siano diventate disponibili. In particolare, l’autore si concentra sulle reazioni della gente a queste tecnologie: qualcuno le accoglie con favore, soprattutto i giovani, ma c’è chi si oppone ad esse per vari motivi, spesso irrazionali.

Per Greg Egan la contrapposizione non è semplicemente tra i buoni che sviluppano nuove tecnologie e i cattivi che vi si oppongono. Anche quando questo sviluppo viene portato avanti con le migliori intenzioni, ci sono problemi etici che vanno affrontati in un periodo di transizione verso l’adozione di tecnologie che possono portare enormi cambiamenti, anche sociali.

Anche da questo punto di vista, la storia arriva fino ad un certo punto quando potrebbe essere ulteriormente sviluppata. È come se Greg Egan volesse terminare anche questa parte del romanzo ma facendo così lo sviluppo delle considerazioni etiche legate al progresso tecnologico rimane limitato.

Alla fine, “Zendegi” è un romanzo che per certi versi sviluppa maggiormente il lato umano della storia piuttosto che quello tecnologico. Greg Egan è uno dei più importanti scrittori di fantascienza “hard” perciò questo può sembrare strano ma non è la prima volta che l’autore fa una scelta del genere in una sua storia. In questo caso, essa è resa più facile dal fatto che il lato tecnologico è direttamente connesso a quello umano visto che i temi neuroscientifici sono una delle basi del romanzo.

Nella prima parte di “Zendegi” c’è anche una buona quantità di azione dato che vengono descritte le agitazioni politiche in Iran. Nella seconda parte del romanzo l’azione è molto spesso virtuale ma il ritmo della storia rimane scorrevole.

Secondo me, complessivamente “Zendegi” è un buon romanzo ma a causa dei difetti descritti mi sento di consigliarlo solo ai fan di Greg Egan e del tipo di temi da esso trattati.

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