I buchi neri supermassicci erano già comuni quando l’universo era giovane

Concetto artistico di un buco nero supermassiccio in formazione quando l'universo era giovane (immagine NASA/CXC/A.Hobart)
Concetto artistico di un buco nero supermassiccio in formazione quando l'universo era giovane (immagine NASA/CXC/A.Hobart)

È ormai un fatto accettato che le galassie abbiano al loro centro un buco nero con una massa milioni di volte quella della Sole. Finora però c’erano solo teorie riguardo al periodo in cui questi super-buchi neri si sono formati. Ora invece grazie ad una ricerca portata avanti utilizzando i telescopi spaziali della NASA Chandra e Hubble è stato possibile esaminare un gruppo di galassie estremamente lontane. Ciò ha permesso di raccogliere informazioni utili a determinare il periodo di formazione dei buchi neri supermassicci al centro delle galassie.

Gli astronomi hanno scelto una zona del cielo con poco gas a interferire e per oltre sei settimane vi hanno puntato il telescopio spaziale a raggi X Chandra ottenendo la Chandra Deep Field South (CDFS). Si tratta di un’immagine creata da un’esposizione cumulativa che permette l’esame di una zona dell’universo molto lontana da cui arrivano radiazioni elettromagnetiche molto deboli.

Le galassie osservate sono circa 200 e la loro distanza è tale che la luce che vediamo oggi risale ad un’epoca in cui l’universo aveva meno di un miliardo di anni. Sembra un’età comunque notevole ma in realtà a quel tempo l’universo era giovane.

Le osservazioni del telescopio Chandra sono state combinate con le immagini alla luce visibile e agli infrarossi del telescopio Hubble rendendo possibile identificare le galassie più lontane e quindi antiche e registrare i raggi X che arrivano da esse per verificare se ci fossero buchi neri supermassicci già nella prima fase della loro formazione.

Secondo la ricerca almeno il 30% delle galassie osservate contengono buchi neri supermassicci ma è addirittura possibile che tutte ne abbiano uno. Questi buchi neri sono in fase di crescita e costituiscono versioni meno intense dei quasar. Infatti secondo la stima effettuata la loro luminosità è un centesimo e la loro massa è un millesimo rispetto a questi oggetti estremamente massicci e luminosi.

Secondo le stime effettuate in seguito a questa ricerca questi buchi neri sono destinati a crescere moltissimo, anche di mille volte, per diventare i super-buchi neri presenti oggi al centro delle galassie.

L’importanza di questa ricerca è dovuta al fatto che ci potrebbe essere un legame molto stretto tra la presenza di buchi neri supermassicci e l’evoluzione delle galassie. Grazie al risultato molto interessante ottenuto questo tipo di ricerca sarà continuato per capire meglio la nascita e la crescita di strutture organizzate quando l’universo era giovane. Potrebbe anche essere possibile verificare se il nostro tipo di vita possa essere emerso come conseguenza indiretta dell’esistenza di questi buchi neri.

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