Ominini

Cranio di Neanderthal di di Forbes' Quarry

Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” riporta un’analisi genetica dei resti di due Neanderthal scoperti a Gibilterra nel 1848 e nel 1926. Un team di ricercatori coordinato dal Museo Nazionale di Storia di Londra e dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology (MPI-EVA) di Lipsia ha compiuto l’estrazione di DNA dai resti di quei due individui riuscendo a stabilire che il cranio scoperto nel 1848 nel sito di Forbes’ Quarry apparteneva a una femmina mentre quello scoperto nel 1926 e soprannominato Bambino della Torre del Diavolo era un maschio. La femmina era imparentata più strettamente con i Neanderthal che abitarono in Europa tra 60.000 e 120.000 anni fa che con quelli che abitarono in Spagna 49.000 anni fa.

Alveoli per le tre radici del molare (Immagine cortesia Christine Lee)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” riporta i risultati dell’analisi di un dente appartenuto a un uomo di Denisova che fa parte di una mandibola scoperta sull’altopiano del Tibet, risalente a 160.000 anni fa. Si tratta di un molare mandibolare che ha tre radici, una caratteristica che oggi esiste in una parte degli umani moderni asiatici e solo raramente nelle popolazioni caucasiche. Quella caratteristica era considerata il risultato di una mutazione avvenuta negli umani moderni dopo le prime migrazioni fuori dall’Africa ma questa scoperta suggerische che si tratti invece del risultato di un incrocio con i Denisova.

Una mandibola fossile scoperta sull'altopiano del Tibet apparteneva a un uomo di Denisova

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta le prove che una mandibola scoperta nella grotta di Baishiya Karst, nella regione cinese dello Xiahe, sull’altopiano del Tibet, risalente a 160.000 anni fa apparteneva a un uomo di Denisova. Un team di ricercatori coordinati dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology (MPI-EVA), in Germania, e dall’Università di Lanzhou, in Cina, ha ricavato dalla mandibola e da uno dei molari proteine specifiche per determinare la parentela di quell’individuo con i Denisova i cui resti sono stati scoperti in Siberia.

Il ruolo dell'Ardipithecus ramidus nell'evoluzione della locomozione bipede negli esseri umani

Un articolo pubblicato sulla rivista “eLife” riporta la tesi che la morfologia del piede dell’Ardipithecus ramidus, un ominino che visse circa 4,4 milioni di anni fa, è la più simile a quella di scimpanzè e gorilla tra le scimmie antropomorfe. Thomas Prang del Dipartimento di Antropologia dell’Università di New York ha esaminato le caratteristiche dei piedi dell’Ardipithecus ramidus per valutare il rapporto tra il tipo di locomozione di una specie e le sue caratteristiche scheletriche. Lo scopo è di ricostruire l’evoluzione del bipedismo e stimare l’aspetto dell’ultimo antenato comune di umani e scimpanzè.

Il professor Philip Piper con il primo osso di Homo luzonensis scoperto (Foto cortesia Lannon Harley / ANU)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta il riconoscimento di una nuova specie di umani primitivi che è stata chiamata Homo luzonensis. Un team di ricercatori ha studiato una serie di fossili scoperti tra il 2007 e il 2015 nella grotta di Callao, sull’isola di Luzon, nelle Filippine, concludendo che si tratta dei resti di individui appartenenti a una specie di ominini diversa da quelle finora conosciute che visse sull’isola tra 50.000 e 67.000 anni fa.