I figli della caduta di Adrian Tchaikovsky

I figli della caduta di Adrian Tchaikovsky
I figli della caduta di Adrian Tchaikovsky

Il romanzo “I figli della caduta” (“Children of Ruin”) di Adrian Tchaikovsky è stato pubblicato per la prima volta nel 2019. È il seguito de “I figli del tempo“. In Italia è stato pubblicato da Fanucci nella traduzione di Annarita Guarnieri.

Una spedizione raggiunge un sistema stellare con lo scopo di terraformare un pianeta che ha un interessante potenziale da sviluppare. Tuttavia, gli scienziati scoprono che sul pianeta esiste già una biosfera perciò una terraformazione dovrebbe cominciare con la sua eliminazione. Di conseguenza, viene deciso di terraformare il pianeta vicino, dove è possibile creare un habitat favorevole a ottopodi modificati. Le forme di vita del pianeta scartato sono più complesse di quanto gli umani immaginassero.

Millenni dopo, da un sistema lontano arriva un’altra spedizione di umani che hanno formato un’alleanza con i ragni senzienti Portiadi, attirati da segnali radio. Invece di trovare una colonia umana, la nuova spedizione finisce in mezzo a una guerra di cui è difficile comprendere il senso. I contatti sono difficili, con la conseguenza che capire quali siano le fazioni in lotta ed evitare di essere distrutti da una di esse richiede l’abilità di entrambe le specie.

Ne “I figli del tempo”, Adrian Tchaikovsky aveva presentato un futuro catastrofico per la Terra in cui i sopravvissuti cercano altri pianeti su vivere e a volte trovano più di quanto si aspettassero. In particolare, cercando i risultati di una spedizione di terraformazione, trovano ragni diventati senzienti in seguito a mutazioni genetiche indotte. Leggere questo romanzo è necessario per capire quel futuro, la strana alleanza tra umani e ragni Portiadi e personaggi come Avrana Kern, il risultato dell’upload della mente di una scienziata umana dopo tutto ciò che è raccontato nel primo romanzo.

“I figli della caduta” per certi versi ripercorre lo stesso tipo di storia con una spedizione che ha lo scopo di terraformare un pianeta dove possano vivere ottopodi la cui intelligenza è stata aumentata artificialmente. Anche in questo seguito la storia viene raccontata in due diversi periodi sviluppati in parallelo. Tuttavia, Adrian Tchaikovsky aggiunge ulteriori complicazioni basate sull’esistenza di una biosfera nativa del pianeta vicino a quello terraformato e sull’arrivo di un’altra spedizione dal pianeta al centro del primo romanzo.

Il risultato è un romanzo in cui i personaggi appartengono a diverse specie ognuna delle quali ha le sue caratteristiche peculiari. Nel corso delle due storie sviluppate nei due diversi periodi, c’è una serie di incontri tra diverse specie senzienti che porta a vari conflitti più o meno seri. Si può dire che ciò rappresenta sia la forza che la debolezza de “I figli della caduta”.

Il lato positivo è nello sviluppo di personaggi estremamente diversificati. Ciò significa che il problema della comunicazione con creature che hanno diversi processi di pensiero diventa ben più importante rispetto al primo romanzo esplorando varie possibilità connesse ai problemi che potrebbero emergere. Le parti relative agli ottopodi sono secondo me le più interessanti per il loro modo di comunicare e di rapportarsi tra di essi.

Il lato negativo è che “I figli della caduta” è decisamente frammentato in parecchie sottotrame nelle quali appaiono molti personaggi dei quali nessuno è veramente protagonista. Da questo punto di vista, Adrian Tchaikovsky ha ingrandito i difetti del primo romanzo con molti eventi che vengono riassunti. Nonostante ciò, il romanzo è lungo quasi quanto il primo, ben oltre 400 pagine, per arrivare a un finale che sinceramente è prevedibile.

“I figli della caduta” mi ha dato sensazioni ambivalenti. “I figli del tempo” non era certamente perfetto ma la mia impressione è che in questo seguito siano cresciuti soprattutto gli elementi negativi. Nonostante ciò, se non vi spaventa la complessità maggiore rispetto al primo libro potrebbe piacervi.

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