
“The Web of Fear” è un’avventura della quinta stagione della serie classica di “Doctor Who” trasmessa nel 1968. Segue “The Enemy of the World” ed è composta da sei parti, scritta da Mervyn Haisman e Henry Lincoln e diretta da Douglas Camfield.
Il Tardis è in volo con le porte aperte con il rischio per il Secondo Dottore (Patrick Troughton), Jamie (Frazer Hines) e Victoria (Deborah Watling) di essere risucchiati all’esterno. Quando finalmente Jamie riesce a chiudere le porte, il Tardis si materializza nello spazio, dove viene avvolto da una strana sostanza che sembra ragnatela.
Il Dottore riesce a spostare il Tardis, che arriva in un tunnel della metropolitana di Londra. Lì, lui e i suoi compagni scoprono che l’area è stata invasa dagli Yeti, ancora una volta controllati dalla Grande Intelligenza. I viaggiatori ritrovano il professor Travers, con il quale cercano di fermarli. A gestire la pericolosa situazione arriva il Colonnello Lethbridge-Stewart (Nicholas Courtney).
La sceneggiatura di “The Abominable Snowmen” era stata accolta molto bene dallo script editor Peter Bryant. Nel corso della quinta stagione, era prevista la promozione di Bryant al ruolo di produttore di “Doctor Who” perciò già prima che quell’avventura venisse trasmessa chiese ai suoi autori Mervyn Haisman e Henry Lincoln di scrivere un seguito.
Questa nuova storia mantenne la Grande Intelligenza, gli Yeti, modificati per apparire più minacciosi, e il professor Travers ma venne ambientata a Londra, molti anni dopo “The Abominable Snowmen”. Nicholas Courtney era già apparso in “The Daleks’ Master Plan”, in “The Web of Fear” venne originariamente scelto per interpretare il Capitano Knight. La produzione ebbe qualche problema nel trovare un attore adatto a interpretare il Colonnello Lethbridge-Stewart e alla fine Courtney venne “promosso”, dando vita ad uno dei personaggi più longevi e amati in “Doctor Who”.
Inevitabilmente, oggi i fan pensano al personaggio di Nicholas Courtney come a uno degli amici del Dottore ma il suo esordio fu ambiguo, in una situazione in cui i personaggi non sapevano di chi potersi fidare. Ciò perché in “The Web of Fear” c’è un gruppo di militari e scienziati che deve affrontare gli Yeti con il sospetto che qualcuno tra di loro sia controllato dalla Grande Intelligenza.
La storia, una variante del tema della base sotto assedio isolata dal resto del mondo, è ambientata per la stragrande maggioranza nei tunnel della metropolitana di Londra. L’ambiente è claustrofobico, anche a causa della scarsa luce, e dovunque ci può essere uno Yeti nell’ombra. I set sono fatti molto bene e all’epoca qualcuno pensò che quest’avventura fosse stata girata nei veri tunnel della metropolitana!
Questa situazione aiuta anche a trasformare uno dei punti deboli delle storie dell’epoca in un punto di forza. Nella serie classica, soprattutto nelle avventure composte da parecchi episodi, era normale riempire il tempo con qualche personaggio che si spostava da un luogo ad un altro. Normalmente, ciò rallentava il ritmo e poteva diventare noioso, invece in “The Web of Fear” i tanti spostamenti mantengono la tensione elevata grazie a quell’ambiente e al costante pericolo corso dai personaggi.
È lì che avviene il nuovo scontro tra la Grande Intelligenza e il Dottore, che viene attirato in una trappola il cui scopo viene chiarito solo negli ultimi episodi. Tra due contendenti del genere, lo scontro è una sorta di partita a scacchi in cui ognuno cerca di anticipare l’altro con mosse e contromosse. La conseguenza però può anche essere la morte di qualcuno.
L’atmosfera della storia ha toni cupi non solo per la scarsità di luce nei tunnel ma anche perché spesso i personaggi non capiscono cosa stia succedendo. Gli autori hanno fatto una buona scelta usando personaggi realistici, che possono avere paura in una situazione del genere, e non eroici. È azzeccato l’inserimento di Evans, un soldato finito lì per caso, tanto che passa il tempo a dire che è solo un autista, e che vorrebbe solo andarsene. Gli attori sono davvero bravi a mostrare tutte queste emozioni, contribuendo all’elevata qualità di “The Web of Fear”.
“The Web of Fear” era una delle avventure degli anni ’60 quasi completamente perdute. Solo il primo episodio era stato recuperato ed era stato pubblicato in DVD nel cofanetto “Lost in Time”. Nell’ottobre 2013 è stato annunciato il ritrovamento di 5 dei sei episodi, la cui pubblicazione ci ha dato la possibilità di ammirarla quasi pienamente.
Purtroppo il terzo episodio di “The Web of Fear” non è stato recuperato. Per l’edizione in DVD ne è stata creata una ricostruzione basata su 37 immagini esistenti assieme all’audio, che era disponibile. Onestamente, rispetto alle versioni animate di episodi perduti come quelle di “The Invasion”, la ricostruzione è deludente: va bene se si tratta di un lavoro amatoriale fatto da un gruppo di fan, non va affatto bene se si tratta di un lavoro della BBC che viene venduto.
La scelta della ricostruzione è particolarmente penalizzante in un’avventura come “The Web of Fear”. Certo, neppure un’animazione vera e propria avrebbe potuto replicarne l’atmosfera cupa ma la differenza tra gli episodi integri e la ricostruzione è enorme. Anni fa avevo visto il primo episodio quand’era l’unico disponibile e una ricostruzione degli altri e la storia mi era piaciuta ma grazie al ritrovamento di altri episodi ho potuto constatare che in realtà è anche migliore di quanto pensassi. In parte ciò è dovuto proprio all’atmosfera, che può essere apprezzata solo negli episodi integri.
Il DVD non contiene extra, a differenza di quanto avviene normalmente. C’è solo un trailer che pubblicizza la pubblicazione dell’avventura “The Enemy of the World”, l’altra ritrovata e annunciata assieme a “The Web of Fear”. Da questo punto di vista quest’edizione è deludente ma questo non è un normale DVD perché gli episodi sono stati ritrovati dopo decenni. Come per “The Enemy of the World”, si tratta di un evento e gli utenti del servizio iTunes possono vedere gli episodi recuperati anche lì.
“The Web of Fear” aveva un’ottima reputazione nonostante fosse quasi completamente perduta. Non è un caso che il DVD, nonostante i suoi limiti, abbia battuto i record di vendite tra quelli di “Doctor Who” nella prima settimana dopo la pubblicazione. Secondo me, la reputazione di quest’avventura è assolutamente meritata perciò vi consiglio di procurarvela, in un modo o nell’altro.
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