Paleontologia

Fossile di Palaeopycnogonides gracilis (Foto cortesia dottor Romain Sabroux)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Papers in Palaeontology” riporta i risultati di un esame di rari fossili di cosiddetti ragni marini risalenti a circa 160 milioni di anni fa, durante il periodo Giurassico. Un team di ricercatori ha esaminato questi fossili degli artropodi marini che tecnicamente appartengono alla classe dei Picnogonidi o Podosomi o Pantopodi (Pycnogonida). I fossili di questi artropodi sono rari e tra di essi ce ne sono alcuni parte della cosiddetta fauna di La Voulte-sur-Rhône, un deposito della Francia sudoccidentale conosciuto per l’eccellente conservazione e l’abbondanza dei fossili. Questo studio ha portato a identificare tre specie di ragni marini che sono state chiamate Palaeopycnogonides gracilis, Colossopantopodus boissinensis e Palaeoendeis elmii. La loro somiglianza con specie attuali di Picnogonidi porta alla conclusione che la loro diversificazione cominciò proprio nel Giurassico.

Lastra contenente fossili di Burgessomedusa phasmiformis (Foto cortesia Jean-Bernard Caron, Museo Reale dell'Ontario)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the Royal Society B.” riporta l’identificazione dell più antica specie di medusa conosciuta, risalente a circa 508 milioni di anni fa, nel periodo Cambriano. Un team di ricercatori l’ha chiamata Burgessomedusa phasmiformis dopo aver esaminato 182 esemplari eccezionalmente conservati che sono stati trovati nella celebre Argillite di Burgess in Canada. Questi animali alti fino a 20 centimetri erano dotati di oltre 90 tentacoli corti che potevano usare per dare la caccia ad altri animali. Questa scoperta aiuta a ricostruire la storia evolutiva delle meduse e in generale del phylum degli cnidari, uno dei più antichi.

fossili di Repenomamus robustus e Psittacosaurus lujiatunensis con alcuni dettagli ingranditi delle loro interazioni che sono considerati tra le prove che siano morti durante una lotta

Un articolo pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” descrive quello che sembra a tutti gli effetti uno scontro in cui un mammifero della specie Repenomamus robustus ha attaccato un dinosauro della specie Psittacosaurus lujiatunensis. Un team di ricercatori ha esaminato fossili scoperti nell’odierna Cina risalenti a circa 125 milioni di anni fa, nel periodo Giurassico, che offrono le prime prove di un mammifero che dava la caccia a un dinosauro. I due animali impegnati in una lotta mortale rimasero invischiati in una colata di un fango vulcanico analogo a quello chiamato in gergo lahar lasciando la testimonianza di quella lotta.

La tibia KNM-ER 741 e un particolare sui tagli (Foto cortesia Jennifer Clark)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” offre prove che ominini che vissero almeno 1,45 milioni di anni fa si uccidevano tra di loro e forse praticavano il cannibalismo. La paleoantropologa Briana Pobiner del Museo Nazionale di Storia Naturale ha diretto lo studio dei segni trovati su una tibia fossile scoperta nel Kenya settentrionale. L’esame di modelli tridimensionali della superficie di questa tibia indica che 11 di quei segni sono stati lasciati da strumenti di pietra e che le loro caratteristiche indicano probabilmente un lavoro di macellazione molto simile a quello visto su ossa di animali fossili macellati da ominini per mangiarli.

Ricostruzione di uno degli scheletri di Homo naledi nella posizione in cui è stato trovato (Immagine cortesia Berger et al., 2023)

Tre articoli in fase di peer-review in vista di una pubblicazione sulla rivista “eLife” riportano diversi aspetti di uno studio su quelle che sono state definite come sepolture intenzionali di individui appartenenti alla specie Homo naledi. Vari ricercatori che includono il dottor Lee Berger, che guidò il team che scoprì questi ominini, hanno esaminato la grotta chiamata Rising Star, a circa 50 km a nordovest di Johannesburg, in Sud Africa, in cui i loro fossili sono stati scoperti e quelle che sono state interpretate come incisioni di simboli che accompagnano le sepolture. Ciò significherebbe che gli Homo naledi seppellivano i loro morti tra 241.000 e 335.000 anni fa, 100.000 anni prima degli Homo sapiens.