Un esame rivela l’ultimo pasto di un trilobite che visse 465 milioni di anni fa

Il fossile di Bohemolichas incola (a) e diverse viste della relativa riproduzione tridimensionale con i contenuti del suo apparato digerente evidenziati in tonalità di rosso e blu (c)
Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta uno studio su un fossile di trilobite della specie Bohemolichas incola risalente a circa 465 milioni di anni fa, nel periodo Ordoviciano Medio, che rivela i contenuti del suo intestino nell’ultimo pasto avvenuto prima della sua morte. Un team di ricercatori ha sottoposto il fossile in straordinario stato di conservazione a una sofisticata microtomografia con luce di sincrotrone che ha permesso di creare una riproduzione tridimensionale che mostra anche i contenuti del suo tratto intestinale. Ciò ha rivelato che questo trilobite aveva mangiato alcuni invertebrati marini come ostracodi, bivalvi ed echinodermi.

L’immagine in alto (Kraft, P., Vaškaninová, V., Mergl, M. et al. / Nature) mostra il fossile di Bohemolichas incola (a) e diverse viste della relativa riproduzione tridimensionale con i contenuti del suo apparato digerente evidenziati in tonalità di rosso e blu (c). La linea formata da punti rossi tra le varie rappresentazioni indica una posizione anomala dei segmenti cinque e sei dell’esemplare.

I trilobiti sono tra gli animali che hanno avuto maggior successo nel corso della storia della vita sulla Terra dato che hanno costituito un gruppo dominante nel corso di circa 270 milioni di anni. Abbiamo un’enorme quantità di fossili delle varie migliaia di specie di trilobiti ma nella maggior parte dei casi si tratta solo del loro esoscheletro. Solo in condizioni particolari i tessuti molli si conservano abbastanza a lungo da fossilizzarsi e in quei casi i paleontologi possono ottenere molte informazioni.

La scoperta di nuovi fossili è importante per gli studi paleontologici ma negli ultimi anni anche le nuove tecnologie stanno offrendo un grande aiuto nello studio di fossili che a volte sono conosciuti da molto tempo. Questo è il caso del fossile di Bohemolichas incola scoperto nel 1908 e ospitato a quello che oggi è conosciuto come Museo del dottor B. Horák a Rokycany. Petr Kraft della Charles University di Praga, primo autore di questo studio, aveva visto quel fossile durante la sua infanzia ma solo ora ha potuto studiarlo con una tecnica adeguata a scoprire la natura dei pezzettini di gusci visibili.

Il fossile è stato uno dei primi trovati nella Repubblica Ceka sottoposto a una microtomografia con luce di sincrotrone all’ESRF, il sincrotrone europeo di Grenoble, in Francia. Si tratta di una tecnica simile alla TAC usata in campo medico che permette di esaminare l’interno di un fossile senza doverlo distruggere e di crearne una riproduzione tridimensionale.

Quest’esame approfondito ha permesso di capire che l’esemplare di Bohemolichas incola aveva mangiato invertebrati marini come ostracodi, bivalvi ed echinodermi poco prima di morire. L’immagine in basso (Cortesia Jiri Svoboda. Tutti i diritti riservati) mostra una rappresentazione artistica di questo trilobite e degli invertebrati di cui si nutriva.

Secondo i ricercatori, questa specie di trilobiti si nutriva di piccoli animali, vivi o morti, che erano facili da fare a pezzi o da inghiottire interi. Molti trilobiti sono considerati predatori dai paleontologi ma è possibile che varie specie avessero un comportamento più opportunistico.

I gusci calcarei all’interno dell’intestino del trilobite esaminato non sono ancora stati dissolti. Ciò indica che non sono stati esposti a un ambiente acido e suggerisce che almeno nel caso della specie Bohemolichas incola l’apparato digerente fosse neutrale o leggermente alcalino come in alcuni crostacei moderni e nei limuli. Potrebbe trattarsi di un tipo primitivo di fisiologia comune negli artropodi.

Quest’esemplare si è conservato molto bene ma è stato in alcune parti divorato da altri animali. Il fatto che il suo intestino non sia diventato a sua volta il pasto di uno “spazzino” suggerisce che qualche enzima digestivo potesse essere ancora attivo o che quella parte del suo corpo avesse comunque sviluppato qualche sostanza tossica.

Capire il ruolo di una singola specie di trilobiti all’interno di un ecosistema di 465 milioni di anni fa è davvero difficile. Per questo motivo, un esemplare in uno stato di conservazione eccellente come quello di Bohemolichas incola oggetto di questo studio è prezioso. Grazie a una tecnologia moderna di esame è diventato di gran lunga la maggior fonte di informazioni sulle abitudini alimentari dei una specie di trilobiti.

Una rappresentazione artistica del Bohemolichas incola e degli invertebrati di cui si nutriva

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