Salta l’accordo per acquistare Arm da parte di NVIDIA

Rene Haas
Rene Haas

L’azienda leader nel campo dei processori per schede grafiche NVIDIA e la holding giapponese delle telecomunicazioni SoftBank Group Corp hanno raggiunto un’intesa per terminare l’accordo per l’acquisizione dell’azienda britannica di microprocessori Arm Ltd. che era stato raggiunto nel settembre 2020. Le opinioni negative o comunque preoccupate espresse ripetutamente nel corso del tempo da parte delle autorità antitrust di USA, Regno Unito e Unione Europea hanno portato all’impossibilità di procedere con l’acquisizione da parte di NVIDIA. Simon Segars, l’amministratore delegato di Arm, ha rassegnato le dimissioni ed è stato sostituito da Rene Haas (Foto cortesia Arm. Tutti i diritti riservati), che era già presidente dell’azienda. Il nuovo piano consiste nel quotare Arm in Borsa, forse a quella di Londra.

L’accordo annunciato nel settembre 2020 tra NVIDIA e SoftBank era veramente grosso dato che il prezzo totale era attorno ai 40 miliardi di dollari, da pagare in buona parte in azioni NVIDIA, il cui valore era aumentato notevolmente nel periodo successivo. L’affare era apparso subito complesso per l’importanza di Arm nel campo dei microprocessori, soprattutto in un periodo in cui la produzione di chip è in sofferenza e il possesso di licenze su architetture hardware molto usate ha aumentato la sua importanza.

Nel Regno Unito, Arm è considerata più che mai un patrimonio nazionale e la concentrazione nel campo dei microprocessori che avrebbe seguito l’acquisizione da parte di NVIDIA aveva preoccupato parecchie altre aziende. In questi casi, l’approvazione delle autorità antitrust è tutt’altro che scontata e l’attuale situazione nel campo della produzione dei chip, che avrebbe reso l’accordo ancor più pesante, non ha certo aiutato.

Per SoftBank, che esce da un anno di risultati negativi con una netta perdita delle sue azioni, è ora necessario andare avanti in modo rapido e soprattutto deciso. L’annuncio della sostituzione dell’amministratore delegato di Arm è arrivata assieme a quella della cancellazione dell’accordo con NVIDIA e a quello del nuovo piano per quotare Arm in Borsa. Anche qui ci sono possibili problemi.

L’importanza di Arm come patrimonio britannico rende Londra la sede più probabile per la quotazione dell’azienda. Nonostante la Brexit, l’azienda potrebbe giovare del Chips act, il progetto dell’Unione Europea di investire almeno 42 miliardi di Euro nell’industria dei semiconduttori per aumentare l’importanza dell’Europa in questo campo. Tuttavia, secondo alcune fonti SoftBank vorrebbe quotare Arm alla Borsa di New York, dove le aziende nel campo tecnologico possono ottenere elevate valutazioni.

Il piano di SoftBank per la quotazione in Borsa di Arm ha una scadenza legata all’anno fiscale, che termina il 31 marzo 2023. In questo periodo, un’azienda specializzata nella progettazione di microprocessori come Arm è più che mai importante perciò gli sviluppi dei piani per il suo futuro potranno spostare gli equilibri globali nel campo della produzione di chip.

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