La guerra dei mondi di H.G. Wells

La guerra dei mondi di H.G. Wells
La guerra dei mondi di H.G. Wells

Il romanzo “La guerra dei mondi” (“The War of the Worlds”) di H.G. Wells è stato pubblicato per la prima volta nel 1897 a puntate su “Pearson’s Magazine” e nel 1898 come libro. In Italia è stato pubblicato da Vallardi in “Collezione di Romanzi Fantastici”, da Chiantore nel n. 11 di “Ai quattro venti”, da Elmo in “Moderna Libreria Straniera” (come “Il terrore viene da Marte”), da Mondadori nel n. 13 di “Universale Ragazzi Mondadori” e nel n. 14 di “Urania”, da U.T.E.T. in “La Scala d’Oro”, da Società Iniziative Editoriali ed Aeronautiche a puntate nel “Corriere dello Spazio”, da Mursia nel n. 7 de “La Biblioteca”, all’interno de “I Grandi Scrittori di Ogni Paese”, nel n. 6 de “Le Pleiadi”, nel n. 1 di “Letteratura Europea Mursia”, nel n. 199 di “Grande Universale Mursia” e in “Invito alla lettura” (quest’ultimo come “I Marziani”, da Libera Informazione Editrice ne “I Libri di Avvenimenti”, da Crescere nei “Grandi Classici”, da Newton Compton all’interno del n. 579 di “Grandi tascabili economici.I mammut Gold”, ancora da Mondadori all’interno di “La fanta-scienza di H. G. Wells” e da GRAAL Edizioni in una serie di traduzioni. La versione originale del romanzo è liberamente disponibile sul sito del Progetto Gutenberg.

Quando esplosioni vengono osservate sul pianeta Marte, diventano una curiosità nella comunità scientifica ma il fenomeno non sembra andare oltre. Tuttavia, mesi dopo un oggetto precipita vicino a Londra e le persone nell’area che vanno a indagare nell’area del cratere si rendono conto che si tratta di un qualche tipo di macchina che trasporta esseri che ricordano piovre giganti che poco dopo uccidono uno dei malcapitati con un raggio di calore.

L’esercito britannico raggiunge l’area mentre atterra un’altra macchina aliena e comincia una battaglia che i marziani combattono usando il raggio di calore e un fumo nero. Si tratta solo dell’inizio di un’avanzata aliena verso Londra, supportata anche da altre macchine che nel frattempo sono state assemblate in enormi tripodi mentre la popolazione civile cerca di sfuggire.

Nella seconda metà del XIX secolo in Gran Bretagna si affermò il genere della letteratura di invasione in cui gli autori mostravano il rischio che armate straniere usassero nuove tecnologie per invadere l’impero britannico, che all’epoca si considerava la più grande potenza mondiale. C’erano timori riguardanti l’imperialismo tedesco e francese in un periodo in cui i britannici avevano colonie in giro per il mondo grazie alla loro potenza militare.

H.G. Wells aveva già pubblicato i suoi primi romanzi del genere allora conosciuto come “scientific romance”, il precursore della fantascienza. Era anche un’epoca in cui i progressi scientifici e tecnologici stavano portando alla costruzione di telescopi in grado di migliorare le osservazioni della superficie del pianeta Marte e l’autore aveva un interesse per le scienze perciò si ispirò alla letteratura di invasione lasciando fuori il tema politico che normalmente la caratterizzava per concentrarsi sull’elemento dell’invasione aliena.

A quell’epoca le teorie sulla formazione planetaria avevano portato a pensare che Marte fosse un pianeta vecchio e per quello ormai inaridito. Le speculazioni sulla presenza di canali artificiali su Marte avevano portato all’ipotesi che un’antica civiltà stesse cercando di mantenere fertile il pianeta. Anche H.G. Wells aveva scritto speculazioni sull’argomento che includevano la possibilità che i marziani decidessero di cercare un nuovo pianeta su cui stabilirsi, la quale divenne una delle basi de “La guerra dei mondi”.

La storia viene raccontata in prima persona da uno dei testimoni dell’arrivo della prima macchina marziana ma si tratta di una cronaca degli eventi in cui non dice quasi nulla di se stesso e il suo nome rimane sconosciuto. Ne “La guerra dei mondi” i vari personaggi servono a mostrare innanzitutto lo sgomento degli esseri umani di fronte a una forza militare aliena che si dimostra decisamente superiore. La fiducia dei militari britannici nella superiorità della loro artiglieria dura il tempo della prima disfatta subita da parte dei marziani. Da questo punto di vista il romanzo è alquanto crudo.

Le comunicazioni a distanza all’epoca venivano trasmesse tramite il telegrafo e una delle conseguenze dell’invasione marziana è che il narratore è piuttosto isolato e sa solo ciò che vede in prima persona o gli viene riferito da altre persone che incontra. In sostanza, conosce la situazione dell’area in cui si sposta per sfuggire agli invasori ma non sa cosa stia succedendo in aree più lontane, tanto meno in altre nazioni.

Il romanzo contiene anche riflessioni in cui lo scontro tra umani e marziani viene interpretato in chiave darwiniana. Il finale mostra che il principio della sopravvivenza del più adatto è più sottile rispetto a interpretazioni superficiali.

“La guerra dei mondi” fu da subito un successo ispirando molte opere successive e in generale il sottogenere dell’invasione aliena. Nel corso del tempo è stato adattato in vari modi e il programma radiofonico del 1938 di Orson Welles portò al panico in alcuni ascoltatori che non si erano resi conto che si trattava di uno sceneggiato. I progressi scientifici hanno reso obsolete alcune delle idee su cui è basato il romanzo ma rimane una pietra miliare della fantascienza e per questo motivo vale ancola la pena di leggerlo.

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