2019

Le porte dell'oceano, conosciuto anche come Il popolo del mare, di Arthur C. Clarke

Il romanzo “Le porte dell’oceano”, conosciuto anche come “Il popolo del mare”, (“People of The Sea”, conosciuto anche come “Dolphin Island: A Story of the People of the Sea”) di Arthur C. Clarke è stato pubblicato per la prima volta nel 1963. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 373 di “Urania”, nel n. 4 di “Oscar Ragazzi” (con il titolo “Il popolo del mare”), nel n. 26 dei “Classici Urania” e nel n. 204 di “Urania Collezione” nella traduzione di Bianca Russo.

Johnny Clinton è un ragazzo che vive con una zia e i cugini perché i suoi genitori sono morti ma non va d’accordo con loro. Quando vede una nave da trasporto in avaria, sale a bordo per viaggiare come clandestino approfittando del fatto che è semi-automatizzata con a bordo solo un equipaggio minimale. Il suo viaggio dura poco perché un’avaria più seria la fa affondare al largo dell’Australia.

Costretto a cercare di sopravvivere su un pezzo del relitto che usa come zattera di fortuna, Johnny viene salvato da alcuni delfini di passaggio, i quali lo spingono fino a un’isola. Soccorso dagli abitanti, incontra il professor Kazan, uno scienziato che sta studiando i cetacei e in particolare i delfini e il loro linguaggio in una ricerca che ben presto coinvolge anche Johnny.

Secondo una nuova ricerca l'Oreopithecus bambolii non camminava eretto e non si arrampicava sugli alberi

Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” riporta uno studio su fossili di Oreopithecus bambolii, una scimmia antropomorfa che visse tra 6,7 e 8.3 milioni di anni fa, nel periodo Miocene, nell’odierna Italia. Un team di ricercatori ha esaminato la parte inferiore del torso di un individuo appartenente a questa specie di ominoidi, parte dello scheletro più completo conosciuto per questa specie. La conclusione è che era bipede ma non camminava eretto e non si arrampicava sugli alberi.

Arma Infero 4: Delenda Gordia di Fabio Carta

Il romanzo “Arma Infero 4: Delenda Gordia” di Fabio Carta è stato pubblicato per la prima volta nel 2019 in ebook da Inspired Digital Publishing. È il seguito di “Arma Infero 3: Il Risveglio del Pagan”.

Karan segue l’amico Lakon nello spazio alla sua ricerca. Si tratta di un’altra fase della preparazione allo scontro finale tra la Falange e la sua grande nemica, Gordia. La volontà del Martire Tiranno è chiara: la guerra finale va combattuta, anche se la prospettiva è quella di una catastrofe globale senza vincitori.

Il pianeta Muareb affronta la tragedia finale in una guerra in cui l’unico obiettivo è la distruzione del nemico perché una guerra di conquista non è più possibile quando qualsiasi territorio è stato devastato e molte aree non sono più abitabili. Un Karan ormai provato da tutto ciò che ha visto deve completare il suo racconto della tragedia, anche quando sconfina nell’apostasia.

La home page del portale Cancer Dependency Map (Cancer DepMap)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Communications” riporta la verifica della coerenza di due dataset contenenti informazioni sull’applicazione di un sistema CRISPR-Cas9 per ottenere modifiche genetiche di cellule cancerose all’interno di ricerche sulle loro alterazioni genetiche. Un team di ricercatori del Wellcome Sanger Institute e del Broad Institute of MIT and Harvard ha confrontato la coerenza dei due dataset, verificando indipendentemente la metodologia e le scoperte validando 725 modelli oncologici riguardanti 25 tipi diversi di cancro. Si tratta di informazioni utilissime per capire l’importanza dei vari geni nella sopravvivenza delle cellule tumorali e per creare cure mirate in una collaborazione strategica chiamata Cancer Dependency Map (Cancer DepMap).

Calotta cranica di Homo erectus di Ngandong

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta una ricerca sull’ultima popolazione conosciuta di Homo erectus. Un team di ricercatori ha compiuto una nuova serie di datazioni di frammenti fossili e sedimenti presenti nel sito di Ngandong, sull’isola di Giava, dove gli esemplari attribuiti a quella specie vennero scoperti concludendo che quella popolazione visse tra 108.000 e 117.000 anni fa. Le datazioni precedenti avevano fornito risultati molto variabili, un risultato preciso può aiutare a capire la storia degli ominini nel sud-est asiatico. Quella popolazione potrebbe in realtà essere un incrocio tra Homo sapiens e un’altra specie di ominini, spiegando alcune sue caratteristiche peculiari.