La vita, l’universo e tutto quanto di Douglas Adams

The Ultimate Hitchhiker's Guide To The Galaxy, edizione americana, contenente i romanzi della serie della Guida galattica per gli autostoppisti. L'asciugamano non è incluso
The Ultimate Hitchhiker’s Guide To The Galaxy, edizione americana, contenente i romanzi della serie della Guida galattica per gli autostoppisti. L’asciugamano non è incluso

Il romanzo “La vita, l’universo e tutto quanto” (“Life, the Universe and Everything”) di Douglas Adams è stato pubblicato per la prima volta nel 1982. È il terzo romanzo di una cosiddetta trilogia in cinque parti e segue “Ristorante al termine dell’universo“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 973 di “Urania”, nel n. 209 dei “Classici Urania”, nel n. 23 de “I Libri di Urania”, all’interno del n. 41 de “I Massimi della Fantascienza”, nel n. 306 di “Piccola Biblioteca Oscar” e all’interno del n. 2278 di “Oscar Bestseller”, in tutti i casi nella traduzione di Laura Serra.

Arthur Dent e Ford Prefect sono rimasti bloccati sulla Terra preistorica finché un giorno un’anomalia spazio-temporale permette loro di tornare quasi al punto di partenza, due giorni prima che la Terra venga distrutta dai Vogon. I due arrivano su un campo da cricket durante una partita, che viene disturbata da una squadra di robot arrivati su un’astronave.

Poco dopo, arriva un’altra astronave e Slartibartfast, il suo comandante, chiede l’aiuto di Arthur e Ford contro una terribile minaccia. C’è infatti il rischio che un’orda di robot da guerra costruita sul pianeta Krikkit allo scopo di sterminare tutte le forme di vita nel resto dell’universo venga liberata dalla trappola in cui era rinchiusa.

Nel 1976, Douglas Adams propose un’idea per un’avventura della serie televisiva “Doctor Who” intitolata “Doctor Who and the Krikkitmen” con l’idea di produrre un film ma tale possibilità venne scartata. Adams utilizzò qualche elemento di quell’idea nella stagione di “Doctor Who” conosciuta come “The Key to Time“, in particolare il concetto di chiave composta da varie parti sparse qua e là per l’universo che hanno l’aspetto di oggetti di tipi diversi. La trama di base della storia venne però riutilizzata per scrivere “La vita, l’universo e tutto quanto”.

I primi due romanzi della cosiddetta trilogia in cinque parti erano l’adattamento della serie radiofonica, per questo motivo alcune parti erano un riassunto della storia originale e alcune erano state tagliate del tutto. “La vita, l’universo e tutto quanto” è invece una storia scritta appositamente fin dall’inizio come romanzo perciò la storia è più coerente e la trama meno caotica.

Se la genesi di “La vita, l’universo e tutto quanto” è diversa rispetto a quella dei romanzi precedenti, lo stile rimane quello di Douglas Adams. Il romanzo comincia con Arthur Dent e Ford Prefect che vivono sulla Terra preistorica ormai da qualche anno dopo esservi rimasti bloccati. Wowbagger, l’Eterno Prolungato, uno dei pochissimi immortali esistenti, passa il tempo insultando tutti gli abitanti dell’universo uno per uno, trova Arthur e gli dà del cretino.

Insomma, l’inizio mostra che Douglas Adams continua a mettere nei suoi romanzi elementi di pura demenzialità mostrando allo stesso tempo che l’immortalità può essere un’arma a doppio taglio. Arthur Dent e Ford Prefect riescono però a viaggiare avanti nel tempo grazie ad un vortice spazio-temporale trovandosi in un campo da cricket durante una partita.

Il cricket è uno dei temi di base di “La vita, l’universo e tutto quanto” e probabilmente il romanzo è apprezzato ancor di più da chi conosce questo sport. Non è infatti un caso se una minaccia per l’universo arriva da un pianeta che si chiama Krikkit e nel romanzo ci sono molti altri riferimenti al cricket.

Gli abitanti del pianeta Krikkit non sapevano dell’esistenza di altri pianeti perché il loro sistema solare è circondato da una nube di gas. Quando hanno scoperto che esiste un intero universo, lo shock ha causato in loro un’estrema xenofobia che ha portato alla decisione di sterminare tutti gli altri abitanti dell’universo. A tale scopo, hanno costruito un’armata di robot da guerra ma sono stati sconfitti e il loro sistema solare viene rinchiuso in una sorta di bolla in cui il tempo passa ad una velocità bassissima.

Leggendo “La vita, l’universo e tutto quanto”, i fan di “Doctor Who” possono vedere similitudini tra i robot da guerra Krikkit e i Dalek. Douglas Adams aggiunge anche una sua idea perché per lui gli abitanti del pianeta Krikkit sono come le persone che rifiutano categoricamente di imparare ciò che la scienza può dirci sull’universo.

In “La vita, l’universo e tutto quanto” vediamo Arthur Dent e Ford Prefect cercare di essere gli improbabili eroi che salvano l’universo dalla minaccia dei robot da guerra Krikkit. In questo compito vengono aiutati da Slartibartfast, che era già apparso nel romanzo “Guida Galattica per gli Autostoppisti” come progettista di pianeti.

Ovviamente, anche in “La vita, l’universo e tutto quanto” ci sono parecchi elementi più o meno demenziali. Ad esempio, l’episodio riguardante Agrajag, una creatura che si reincarna in continuazione e ogni volta viene ucciso da Arthur Dent. Scopriamo infatti che vari esseri viventi uccisi involontariamente da Arthur nei due romanzi precedenti erano incarnazioni di Agrajag, il quale vuole vendicarsi.

“La vita, l’universo e tutto quanto” è un romanzo per molti versi diverso dai precedenti, dai quali è un po’ slegato. Alla fine, ricompare comunque il tema della domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto e della relativa risposta, ovviamente sempre nello stile di Douglas Adams.

“La vita, l’universo e tutto quanto” è più orientato alla trama che ai personaggi. Gli altri protagonisti dei romanzi precedenti riappaiono ma sono un po’ sacrificati. Anche per questi motivi, questo romanzo non piace a tutti i fan della serie della Guida Galattica. Secondo me è decisamente meglio che un sequel sia diverso piuttosto che cercare di continuare pigramente su una certa strada e pur con qualche difetto questo romanzo mostra ancora la brillantezza di Douglas Adams. Per questo motivo, ne consiglio la lettura, anzi la cosa migliore è leggere tutto il ciclo.

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