Il vampiro del mare o L’ultima marea di Charles Eric Maine

Il vampiro del mare o L'ultima marea di Charles Eric Maine
Il vampiro del mare o L’ultima marea di Charles Eric Maine

Il romanzo “Il vampiro del mare”, conosciuto anche come “L’ultima marea”, (“The Tide Went Out”, successivamente ripubblicato in un’edizione revisionata come “Thirst!”) di Charles Eric Maine è stato pubblicato per la prima volta nel 1958. In Italia è stato pubblicato da Mondadori come “Il vampiro del mare” nei nn. 203 e 513 di “Urania” e nel n. 706 di “Oscar” nella traduzione di Beata Della Frattina e come “L’ultima marea” nel n. 243 di “Urania Collezione” nella traduzione di Stefano Tervanasio.

La rivista Outlook viene ritirata dalle edicole dietro ordine del governo britannico a causa della presenza di un articolo di Philip Wade. Il giornalista vi ipotizzava un collegamento tra gli esperimenti nucleari nel Pacifico e una serie di terremoti e l’abbassamento del livello dei mari. In confidenza, il suo editore Walter Stenninger gli rivela che l’ipotesi è corretta e i governi di tutto il mondo hanno cominciato a controllare le informazioni su quella che potrebbe essere una catastrofe mondiale.

Per Philip Wade è arduo pensare che davvero la crosta terrestre possa essere stata spaccata dagli esperimenti nucleari provocando un lento inghiottimento delle acque dei mari. Tuttavia, Walter Stenninger ha venduto la rivista e ha informato Philip che verrà contattato dai servizi segreti per lavorare per loro. I mari potrebbero sparire completamente? Quali conseguenze potrebbero esserci a livello globale se ciò accadesse?

“Il vampiro del mare” è uno dei romanzi catastrofici più conosciuti di Charles Eric Maine. Sfrutta la paura delle armi nucleari, in questo caso in seguito alla sperimentazione di bombe particolarmente potenti, in modo originale. L’ipotesi pseudo-scientifica è che bombe atomiche possano spaccare la crosta terrestre e al di sotto vi siano cavità nelle quali le acque marine potrebbero defluire. Non so quanto fosse considerata fondata quell’ipotesi quando il romanzo venne pubblicato, comunque ciò che interessa all’autore è esaminare le conseguenze della progressiva sparizione dei mari sull’umanità, soprattutto a livello sociale.

La prima fase della catastrofe è caratterizzata dall’imposizione del controllo sulle informazioni da parte dei governi mondiali. La centralità di giornali e riviste come mezzo di comunicazione di massa oggi sembra strano ma il principio esposto rimane valido. Censura e la diffusione di disinformazione impediscono alla gente comune di rendersi conto delle cause di terremoti e calo dei livelli marini. Oggi i complottisti eleggerebbero Charles Eric Maine come loro profeta.

Un elemento che può risultare familiare anche in circostanze diverse è dato da certe reazioni della popolazione. Quando la situazione comincia a diventare davvero catastrofica, molta gente non crede ai cambiamenti geologici e pensa che il governo voglia fregarli. Nel romanzo, la situazione si aggrava rapidamente, a una velocità molto superiore a quella dei cambiamenti climatici che stiamo vedendo negli ultimi decenni, eppure ciò non basta a convincere una parte della popolazione.

Il ritratto dell’umanità offerto da Charles Eric Maine è alquanto negativo. L’autore mostra una società che, nel momento in cui non è più possibile negare la crisi, comincia rapidamente a disgregarsi. Sotto la superficie di civiltà, ci sono istinti negativi che portano molti esseri umani ad agire con egoismo e come predatori.

Il protagonista stesso è un uomo pieno di difetti e contraddizioni: gli piace pensare di avere dei principi ma è sempre pronto a metterli da parte quando gli conviene. Ciò è vero per quanto riguarda la sua professione ma anche la sua vita privata, ad esempio nell’assenza di scrupoli che ha quando ha l’occasione di tradire sua moglie.

“Il vampiro del mare” mostra perché Charles Eric Maine è considerato un eccellente scrittore di storie catastrofiste, un genere che era già un classico all’epoca in cui scrisse questo romanzo. Le basi pseudo-scientifiche sono obsolete e alcune parti sono datate ma lo sviluppo del lato umano lo rende secondo me un classico della fantascienza apocalittica e del romanzo catastrofico in generale, al di là del genere. Per questo motivo, nonostante l’età credo che valga ancora la pena di leggerlo.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *