IBM acquista Red Hat per 34 miliardi di dollari

Jim Whitehurst nel 2010
Jim Whitehurst nel 2010

IBM e Red Hat hanno annunciato di aver raggiunto un accordo con il quale IBM acquisterà tutte le azioni di Red Hat, il cui valore ha chiuso venerdi a 116,68 dollari, per 190 dollari ad azione pagati in contanti per un valore totale di circa 34 miliardi di dollari. Red Hat diventerà parte della divisione Hybrid Cloud di IBM mentre il suo amministratore delegato Jim Whitehurst (foto ©Red Hat Magazine) entrerà nella dirigenza di IBM agli ordini dell’amministratore delegato Ginni Rometty. L’acquisizione è orientata soprattutto a fare di IBM un colosso nel campo dei servizi cloud.

Red Hat è la più grossa azienda nata e sviluppata nel campo del sistema operativo Linux, che nel corso degli anni è diventato dominante in tutti i campi tranne che quello desktop e recentemente anche nelle soluzioni cloud, in fortissima crescita. Anche grazie a questa crescita, nell’anno fiscale 2012 Red Hat è diventata la prima azienda nel campo del software libero / open source ad avere ricavi superiori al miliardo di dollari.

IBM è rimasta indietro nel campo cloud finendo in una situazione in cui è nettamente superata da rivali come Amazon e Microsoft, che sta mostrando una prevalenza di soluzioni Linux nelle proprie offerte cloud. IBM ha cominciato a investire in Linux attorno al 2000 perciò c’è una lunga storia di contributi al suo sviluppo ma l’interesse riguardava in particolare i propri sistemi mainframe anche se spesso ha già collaborato con Red Hat ma anche con SUSE, un’altra importante azienda dietro a una storica distribuzione Linux. Acquisire Red Hat rappresenta una mossa molto forte e non solo per la cifra offerta.

Jim Whitehurst ha dichiarato che l’open source è la prima scelta per le soluzioni moderne nel campo dell’informatica manifestando il suo orgoglio per il ruolo che Red Hat ha avuto nel farne una realtà a livello aziendale. Unire le forze con IBM per lui fornirà maggiori risorse e capacità per accelerare l’impatto dell’open source per la trasformazione digitale portando l’open source a una quantità più ampia di utenti.

Nei suoi commenti, Jim Whitehurst ha anche sottolineato la volontà di preservare la cultura unica di Red Hat e l’incrollabile impegno per l’innovazione nell’open source, un punto che viene visto come critico nelle acquisizioni fatte da IBM. L’azienda ha la fama di rovinare tutto ciò che acquista modificandone il modo di lavorare per renderlo uguale a quello di IBM, dove vige un atteggiamento con i formalismi e modalità di lavoro tipici delle multinazionali con una priorità verso i guadagni.

Ginni Rometty ha dichiarato che l’acquisizione cambierà le cose in modo significativo nel mercato cloud, una conferma che quello è il senso di questa mossa. La volontà è di diventare la prima azienda al mondo nella fornitura di servizi cloud ibridi con la conferma che si tratta di un mercato che ha ancora notevoli margini di crescita, tanto che nel comunicato ufficiale si parla di un mercato da mille miliardi di dollari.

Tra le dichiarazioni nel comunicato c’è anche quella relativa all’impegno di IBM nel mantenere tutto ciò che ha fatto il successo di Red Hat nel mondo dell’open source. L’esperienza di IBM nel campo Linux offre qualche speranza in questo senso ma ci sono varie preoccupazioni. Il progetto Fedora sviluppa una distribuzione sponsorizzata da Red Hat strettamente collegata a Red Hat Enterprise Linux (RHEL), cambierà qualcosa? Ci sono vari “cloni” di Red Hat Enterprise Linux che ne mantengono le parti libere / open source tra cui il progetto CentOS, che dal 2014 è diventato parte ufficiale della famiglia Red Hat, cosa gli succederà?

L’accordo deve passare attraverso le formalità che accompagnano queste acquisizioni e dovrebbe essere completato nella seconda metà del 2019. A quel punto IBM possiederà un’importante distribuzione Linux aziendale e una serie di soluzioni aziendali per il cloud, incluse quelle basate su container e servizi per container come Kubernetes. Ha davvero la possibilità di diventare un grossissimo fornitore di servizi in un campo in grande crescita, se riuscirà a gestirli adeguatamente diventerà un concorrente fortissimo.

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