Il romanzo “La macchina del tempo” (“The Time Machine”) di H.G. Wells è stato pubblicato per la prima volta nel 1895. In Italia è stato pubblicato da Vallardi in “Collezione di Romanzi Fantastici”, da Sonzogno nel n. 1 de “Il Romanzo d’Avventure”, da Alberto Corticelli Editore, da Editrice Delta nel n. 23 di “Scrittori Italiani e Stranieri”, da Longanesi & C. all’interno del n. 11 de “Il Meglio”, da Rizzoli nei nn. 1435/1436 di “Biblioteca Universale Rizzoli”, da U.T.E.T. nel n. 7 de “La Scala d’Oro”, da Mursia all’interno de “I Grandi Scrittori di Ogni Paese”, ancora da Mursia nel n. 81 de “Collana ‘Corticelli'”, da Mondadori nel n. 19 de “Classici di Ieri e di Oggi per la Gioventù”, ancora da Mursia all’interno del n. 6 di “Le Pleiadi”, ancora da Rizzoli nel n. 80 di “Biblioteca Universale Rizzoli”, ancora da Mursia all’interno de “I Grandi Scrittori di Ogni Paese”, ancora da U.T.E.T. ne “I Classici della Scala d’Oro”, ancora da Mondadori all’interno del n. 89 di “Oscar Fantascienza”, ancora da Mursia in “Grande Universale Mursia”, da Il Narratore ne “Le Voci dei Classici”, da Newton Compton all’interno del n. 575 di “Classici Newton” e all’interno del n. 579 di “Classici Newton”, da Fanucci Editore, da Einaudi in “Letture Einaudi” e da Babelcube Inc. in una serie di traduzioni. La versione originale del romanzo è liberamente disponibile sul sito del Progetto Gutenberg.
Il Viaggiatore nel Tempo racconta ai suoi amici di aver costruito una macchina in grado di viaggiare nel tempo come se fosse una dimensione analoga a quelle spaziali. Non viene creduto ma alcuni giorni dopo si presenta a una cena a casa sua con gli abiti stracciati, varie ferite e un’espressione sconvolta.
I suoi amici chiedono al Viaggiatore nel Tempo cosa gli sia successo e lui comincia a raccontare la storia del suo viaggio nell’anno 802.701 effettuato grazie alla macchina da lui inventata. In quell’epoca così lontana nel futuro ha incontrato piccoli esseri umani chiamati Eloi, che trascorrono il loro tempo giocando, ma anche i Morlock, esseri scimmieschi che vivono nel sottosuolo.
“La macchina del tempo” fu il primo romanzo di H.G. Wells dopo che aveva pubblicato vari racconti e fu l’opera che gli diede il grande successo come scrittore. La sua fama contribuì alla diffusione del genere letterario che all’epoca era conosciuto come “scientific romance” e dopo qualche decennio venne chiamato fantascienza.
L’autore aveva già scritto un racconto sul tema dei viaggi nel tempo, “Gli argonauti del tempo” (“The Chronic Argonauts”), pubblicato nel 1888, e grazie ad esso dopo qualche anno a Wells venne chiesto di scrivere un’altra storia sull’argomento. Fu così che si arrivò alla pubblicazione de “La macchina del tempo”, raccontato come il resoconto di un viaggio nel tempo da parte del protagonista.
Nel romanzo, pochissimi personaggi hanno un nome e il protagonista viene identificato solo come il Viaggiatore nel Tempo ma i personaggi sono funzionali alla trama perciò non sono realmente sviluppati. Gli incontri del protagonista con un gruppo di amici costituiscono una cornice narrativa all’interno della quale racconta di aver costruito una macchina del tempo e soprattutto il suo viaggio nell’anno 802.701.
H.G. Wells offre qualche concetto scientifico sul tempo come dimensione analoga a quelle spaziali ma non gli interessava descrivere la tecnologia usata per viaggiare nel tempo bensì la società trovata dal Viaggiatore nel lontano futuro. Ciò non significa che l’autore abbia trascurato la componente scientifica nella sua opera, anzi l’approccio del protagonista nell’esame di ciò che trova nel futuro è quello di uno scienziato moderno.
Quando arriva nell’anno 802.701, il Viaggiatore incontra gli Eloi e in particolare Weena, una giovane donna. Cerca di capire che tipo di società esista in quell’epoca e formula un’ipotesi basata sui primi dati raccolti. Trascorrendo altro tempo con gli Eloi finisce per scoprire l’esistenza dei Morlock (Morlocchi in certe traduzioni “vintage”), la cui esistenza lo costringe a revisionare pesantemente le sue ipotesi sulla società del futuro.
Alla fine, emerge la visione di un futuro in cui sono rimaste due popolazioni separate che discendono dalle classi sociali della società vittoriana. Nel corso dei millenni sembra esserci stata un’involuzione perché gli esseri umani sembrano aver perso molte facoltà mentali. Gli Eloi, discendenti della classe dirigente, hanno perso anche la forza fisica e vivono all’insegna dell’edonismo puro. I Morlock, discendenti della classe operaia, sono ridotti a creature feroci.
Nel corso del romanzo, il Viaggiatore nel Tempo analizza i modi estremi in cui sono cambiate le classi sociali e i rapporti perversi che si sono stabiliti tra di esse. La distopia era un genere letterario già esistente e H.G. Wells lo usò assieme al viaggio nel tempo per descrivere una possibile proiezione nel lontano futuro delle divisioni sociali della sua epoca.
“La macchina del tempo” è stato adattato moltissime volte in diversi media originando anche altre storie più o meno ispirate a questo romanzo. È diventato uno dei primi grandi classici della fantascienza e ha avuto una forte influenza su generazioni di lettori e scrittori. Dopo ben oltre un secolo rimane ancora un punto di riferimento e quindi da leggere per chiunque sia interessato a questo genere.
