Uomo al piano zero di Bob Shaw

Uomo al piano zero di Bob Shaw
Uomo al piano zero di Bob Shaw

Il romanzo “Uomo al piano zero” (“Ground Zero Man”) di Bob Shaw è stato pubblicato per la prima volta nel 1971. Nel 1985 è stato ripubblicato in una nuova versione revisionata con il titolo “The Peace Machine”. In Italia è stato pubblicato nella versione originale da Mondadori nel n. 596 di “Urania” e nel n. 75 dei “Classici Urania”.

Lucas Hutchman è un matematico che lavora per un progetto missilistico britannico e un giorno scopre un modo per far detonare tutte le testate atomiche del mondo. Quando una bomba nucleare viene fatta esplodere a Damasco, decide di costruire la macchina che innesca la detonazione ma deve farlo di nascosto non solo dagli agenti del governo ma anche dalla moglie anche se il suo strano comportamento stimola più che mai la sua forte gelosia.

Quando la macchina è completata, Hutchman invia a tutti i governi delle nazioni atomiche un ultimatum dando loro una settimana di tempo per smantellare le loro testate nucleari. Trascorso quel tempo, attiverà la macchina facendo detonare tutte le bombe ancora esistenti. Deve però riuscire a nascondersi fino alla scadenza dell’ultimatum.

“Uomo al piano zero” è un romanzo pubblicato in entrambe le versioni negli anni della Guerra Fredda, quando venivano costruite armi atomiche sempre più potenti e la minaccia di una guerra nucleare era concreta. Il fatto che all’inizio del romanzo una bomba atomica esploda su Damasco, la capitale della Siria, lo rende però attuale.

Bob Shaw focalizzava spesso le sue storie su un’invenzione e sulle sue conseguenze. In “Uomo al piano zero”, Lucas Hutchman scopre il modo di far esplodere tutte le testate atomiche del mondo ma il romanzo esplora soprattutto le conseguenze per la vita del protagonista.

Lucas Hutchman è un brav’uomo che si trova in mano un potere terribile in seguito alla sua scoperta. Non ha un piano studiato in tutti i dettagli ma dopo la distruzione di Damasco costruisce la macchina che fa esplodere le testate nucleari e invia alle nazioni che ne sono in possesso il suo ultimatum.

Hutchman non cerca di estorcere denaro o qualcos’altro, vuole solo che gli ordigni atomici vengano smantellati. Infatti, invia ad una serie di riviste scientifiche di tutto il mondo i progetti della sua macchina. La reazione a catena che vuole iniziare è infatti a livello umano.

La prima parte di “Uomo al piano zero” è focalizzata sulla costruzione della macchina e sui problemi che Lucas Hutchman affronta per procurarsi i componenti che gli servono ma anche sui problemi che questa sua attività segreta gli provoca in famiglia. Sua moglie è gelosa in maniera ossessiva e qualsiasi scusa è buona per fargli una scenata.

Lucas Hutchman ama sua moglie e non la tradirebbe mai ma il loro rapporto è malato perché lei è ossessiva ma nonostante ciò lui sembra incapace di separarsi da lei e non solo per il bene del loro figlio. Il rapporto tra Hutchman e sua moglie è un elemento fondamentale di “Uomo al piano zero” contribuendo allo stress del protagonista mentre sta costruendo la sua macchina.

C’è quasi una contrapposizione tra i problemi familiari di Lucas Hutchman e i problemi esterni descritti in “Uomo al piano zero” ma secondo me il peso della vicenda familiare è eccessivo. Ovviamente è una questione di gusti ma personalmente ho cominciato a stufarmi presto di questi problemi personali del protagonista. In fondo, questo dovrebbe essere un romanzo di fantascienza, non l’episodio di una soap opera.

Verso la metà del romanzo, il ritmo diventa più elevato e la tensione sale. Nel tentativo di far arrivare alcune delle sue lettere contenenti i piani della sua macchina e il suo ultimatum in URSS tramite una sua vecchia amica, Lucas Hutchman dà inizio ad una serie di eventi non previsti nel suo piano.

A quel punto, per Hutchman comincia la fuga dagli agenti del governo e il suo tentativo di nascondersi fino alla scadenza dell’ultimatum. Alla fine del romanzo, Bob Shaw descrive le conseguenze a livello mondiale dell’invenzione di Lucas Hutchman. L’epilogo amarissimo è narrato in prima persona dal punto di vista del protagonista, come il prologo, mentre il resto del romanzo è narrato in terza persona.

“Uomo al piano zero” è un romanzo breve per gli standard odierni e forse Bob Shaw ha appesantito la parte riguardante il rapporto tra Lucas Hutchman e sua moglie per non renderlo troppo breve. Secondo me questo è il suo difetto principale e per questo motivi non l’ho trovato eccezionale neppure come thriller. Complessivamente l’ho trovato comunque discreto e se le vicende familiari non vi danno fastidio può essere una buona lettura.

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