I due Vorkosigan di Lois McMaster Bujold

I due Vorkosigan di Lois McMaster Bujold
I due Vorkosigan di Lois McMaster Bujold

Il romanzo “I due Vorkosigan” (“Mirror Dance”) di Lois McMaster Bujold è stato pubblicato per la prima volta nel 1994. Fa parte della saga dei Vorkosigan. Ha vinto il Premio Hugo e il Premio Locus come miglior romanzo di fantascienza dell’anno. In Italia è stato pubblicato dall’Editrice Nord nel n. 146 della collana “Cosmo Oro” e da Mondadori nel n. 108 della collana “Urania Collezione”.

Il clone creato per rimpiazzare Miles Vorkosigan in un complotto politico ha abbandonato quel progetto dopo essersi ribellato alle persone che lo avevano creato. Il nome Mark gli è stato dato dalla famiglia Vorkosigan dopo che la sua esistena è stata scoperta ma lui se ne tiene lontano. Invece, vuole tornare nel Gruppo Jackson, dove è stato creato, per salvare altri cloni i cui corpi sono destinati ad essere utilizzati per trapiantarvi i cervelli dei signori del pianeta.

Mark assume l’identità di Miles ma solo del suo alter-ego Ammiraglio Naismith per prendere il controllo della sua flotta e con una squadra effettuare un attacco chirurgico nel complesso del Gruppo Jackon dove sono ospitati i cloni. Il piano non va come previsto per cui Mark e i suoi soldati si trovano sotto attacco. Per sua fortuna, nel frattempo Miles ha scoperto l’inganno e localizzato il suo clone perciò arriva in soccorso con altre astronavi della sua flotta ma viene ucciso. A quel punto la situazione per Mark diventa davvero complicata.

Mark, il clone di Miles Vorkosigan, era apparso per la prima volta nel romanzo “Il nemico dei Vor” (“Brothers in Arms”). In “I due Vorkosigan” ci sono sufficienti spiegazioni sulla storia di Mark per poter leggere questo romanzo in maniera autonoma ma certamente è meglio aver letto anche il precedente. In realtà la cosa migliore sarebbe leggere tutta la saga dei Vorkosigan per avere un’idea completa di quell’universo narrativo e dei suoi straordinari protagonisti.

“I due Vorkosigan” è la storia di Mark, un clone creato per essere usato come strumento in un complotto politico che si è ribellato a quel destino. Istruito per rimpiazzare il suo progenitore Miles Vorkosigan, deve cercare una sua identità ma ogni sua mossa sembra legarlo ancor di più a Miles.

In realtà, Mark avrebbe potuto accettare l’invito della famiglia Vorkosigan di entrare ufficialmente nella famiglia come Mark Pierre Vorkosigan, il nome che riceverebbe secondo la tradizione di Barrayar per i nomi. La Contessa Cordelia è Betana e nonostante i trent’anni trascorsi su Barrayar la sua cultura di nascita rimane una parte fondamentale del suo modo di pensare perciò per lei Mark è suo figlio a prescindere da come sia nato. Miles è influenzato dalla cultura materna e il Conte Aral è influenzato dalla moglie.

Mark però vuole allontanarsi dalla famiglia Vorkosigan ma per realizzare un progetto ideato da lui deve ancora una volta impersonare Miles. Infatti, Mark vuole tornare nel Gruppo Jackson, dove è stato creato, per salvare un gruppo di cloni e per riuscirci prende il comando dei Mercenari Dendarii in un momento in cui Miles è assente.

Mark aveva studiato strategia militare per poter impersonare Miles ma quando si trova a guidare una vera operazione militare si rende conto che è ben diverso che creare un piano sulla carta. Il destino di Mark si lega ancor di più a quello di Miles, che dopo aver scoperto il trucco del suo clone va in soccorso suo e dei suoi soldati ma viene ucciso nello scontro con le forze armate che difendono il complesso in cui vengono tenuti i cloni.

Smascherato e nei guai più che mai, Mark viene portato su Barrayar, dove diventa per forza parte della famiglia Vorkosigan. Il pianeta Barrayar con la sua società, il Conte e la Contessa Vorkosigan sono i protagonisti della maggior parte delle storie della saga perciò chi le ha lette ne conosce bene la complessità. In “I due Vorkosigan” vengono in un certo senso riscoperti dal punto di vista di Mark, che li aveva studiati in teoria ma per la prima volta li conosce direttamente con tutti i loro pregi e i loro difetti.

Paradossalmente, Mark comincia a trovare se stesso solo dopo essersi realmente immerso nella vita di Miles passando anche attraverso momenti difficili e dolorosi. Lois McMaster Bujold non include violenza gratuita nelle sue storie, d’altra parte nel suo universo narrativo ci sono anche società brutali in cui vige la legge del più forte e “I due Vorkosigan” contiene forse i momenti più pesanti dell’intera saga per quanto riguarda la violenza.

La storia di Mark si inserisce in un universo narrativo già molto ricco e aggiunge un nuovo livello allo sviluppo dei personaggi e delle società che già conoscevamo dalle storie precedenti grazie al suo punto di vista che è unico. Il risultato è uno dei migliori capitoli di una saga la cui qualità è già molto elevata.

Le storie della saga dei Vorkosigan vengono spesso pubblicizzate come space opera oppure come fantascienza militare. Certamente questi elementi ci sono – non a caso “I due Vorkosigan” può superare 500 intense pagine a seconda dell’edizione – perché Lois McMaster Bujold si ispira alla fantascienza classica ma con un livello di complessità e di sviluppo anche psicologico dei personaggi inimmaginabile alcuni decenni fa per cui quelle etichette sono fortemente limitative.

Complessivamente, “I due Vorkosigan” è davvero un romanzo straordinario che ha meritato assolutamente i premi vinti. Chi ha già letto le precedenti storie della saga dei Vorkosigan deve assolutamente procurarsi anche questo romanzo, per tutti gli altri vale comunque la pena di leggerlo, magari considerandolo un’occasione per cominciare a leggere questa fantastica saga.

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