Il romanzo “La crociata delle macchine” (“The Machine Crusade”) di Brian Herbert e Kevin J. Anderson è stato pubblicato per la prima volta nel 2003. È il secondo libro della trilogia delle Leggende di Dune e segue “Il Jihad Butleriano“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori all’interno di “Leggende di Dune” nella traduzione di Stefano Giorgianni.

Il Jihad Butleriano sembra in una situazione di stallo in cui solo piccole vittorie vengono ottenute contro Omnius e le sue macchine pensanti. Il fuoco che ha portato miliardi di umani a combattere si sta spegnendo e Iblis Ginjo cerca qualcosa di speciale che possa ravvivarlo.

Vorian Atreides continua a sviluppare le sue strategie non convenzionali che possano sorprendere le macchine pensanti ma allo stesso tempo una visita al pianeta Caladan gli fa venire voglia di mettervi radici. Su Arrakis, la leggenda di Selim cresce mentre il suo gruppo di fuorilegge usa i grandi vermi delle sabbie contro i commercianti di spezia. Sul pianeta Poritrin, Norma Cenva progetta un nuovo rivoluzionario sistema di propulsione.

“La crociata delle macchine” riprende la storia iniziata ne “Il Jihad Butleriano” degli eventi che hanno portato alla nascita dell’impero presentato in “Dune” di Frank Herbert. La storia raccontata nella trilogia delle Leggende di Dune si dipana nell’arco di vari decenni e il secondo libro inizia circa vent’anni dopo la fine del primo. Gli autori hanno inserito tanti riferimenti a “Il Jihad Butleriano” che permettono di non perdersi tra gli sviluppi delle varie sottotrame e perfino di saltare il primo libro.

La storia è complessa dato che è divisa in varie sottotrame che seguono personaggi importanti ma ciò non vuol dire che sia sofisticata né che sia sviluppata con le sottigliezze tipiche dei romanzi di Frank Herbert. I personaggi hanno personalità tratteggiate in modi generalmente grossolani e le loro motivazioni sono ovvie.

Il robot Erasmus continua a essere un esempio di personaggio sviluppato in modo bizzarro. Dopo decenni di studio, Erasmus sembra continuare a essere assolutamente ottuso quando si tratta di capire gli umani e in particolare le loro emozioni. Nonostante ciò e nonostante la sua natura robotica, ci sono casi in cui sembra provare esso stesso emozioni e almeno in parte sembra capirle.

Chi ha letto il primo libro ha familiarità anche con questi difetti. La trilogia è basata sulla quantità e non sulla qualità e lo stile degli autori non rispecchia i pregi dei romanzi di Frank Herbert. Onestamente, avendo letto alcune opere scritte dal solo Kevin J. Anderson, non mi aspettavo di più.

Brian Herbert e Kevin J. Anderson hanno usato questa trilogia per descrivere le circostanze che hanno portato alla nascita del nuovo impero con le varie organizzazioni e le casate che lo governano. Questo secondo me continua a rimanere l’unico motivo per leggere questa trilogia con la consapevolezza che si tratta comunque di un’interpretazione che gli autori hanno dato ad alcune idee di Frank Herbert.

Ne “La crociata delle macchine” gli autori introducono alcune novità nella trama che ne aumentano la complessità. Forse gli autori pensavano che la storia del Jihad Butleriano fosse troppo lineare e che raccontare battaglie dopo battaglie sarebbe diventato noioso. In alcuni casi, gli autori sfruttano le nuove parti per intrecciarle con alcune delle storie legate alla nascita del nuovo impero e almeno non sono solo riempitivi.

Complessivamente, “La crociata delle macchine” è ciò che ci si poteva aspettare e chi aveva già letto “Il Jihad Butleriano” non può lamentarsi perché doveva già sapere a cosa stava andando incontro. Le Leggende di Dune formano un’unica grande storia perciò è necessario continuare con l’ultimo libro per conoscerne la fine. Ci si può abituare allo stile degli autori facendo finta che si tratti di fanfiction o che non c’entri nulla con la saga di Dune.