I figli di Beowulf di Larry Niven, Jerry Pournelle e Steven Barnes

I figli di Beowulf di Larry Niven, Jerry Pournelle e Steven Barnes
I figli di Beowulf di Larry Niven, Jerry Pournelle e Steven Barnes (edizione americana)

Il romanzo “I figli di Beowulf” (“Beowulf’s Children”, conosciuto anche come “The Dragons of Heorot”) di Larry Niven, Jerry Pournelle e Steven Barnes è stato pubblicato per la prima volta nel 1995. È il secondo libro del ciclo dei Grendel e segue “L’incognita dei Grendel“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel supplemento al n. 1350 di “Urania” nella traduzione di Antonella Pieretti.

Vent’anni dopo la guerra contro i Grendel, i coloni del pianeta Avalon si sono chiusi in un’area ristretta considerata sicura da attacchi. Tuttavia, la nuova generazione considera il pianeta un’eredità a cui i giovani non possono accedere perché la vecchia generazione non prende mai una decisione che porti all’esplorazione di nuove aree.

Aaron Tragon è uno dei giovani più intelligenti e anche uno dei più determinati a prendere in mano il proprio destino. Se i vecchi col ghiaccio nel cervello, che sono ancora la maggioranza, si oppongono a qualsiasi proposta, Aaron è pronto a guidare un gruppo di giovani che vogliono esplorare Avalon senza chiedere alcun permesso.

“L’incognita dei Grendel” aveva presentato la colonia umana su un pianeta del sistema di Tau Ceti e la scoperta della presenza di un superpredatore nativo che quasi la distrugge. In questo seguito, i sopravvissuti hanno avuto figli e hanno anche fatto crescere parte degli embrioni trasportati dalla Terra, in alcuni casi usando sistemi artificiali. Quando questi figli cominciano a diventare adulti, il conflitto generazionale cresce rapidamente.

Uno dei problemi originali della colonia umana era dovuto all’imperfetto funzionamento dei sistemi di ibernazione che aveva provocato danni cerebrali a buona parte degli umani. Tuttavia, forse gli autori si sono resi conto che il comportamento di quasi tutti i coloni era stato comunque troppo idiota e in questo seguito viene rivelato che alcuni coloni erano stati scelti per la spedizione perché avevano mentito ai test psicologici. Insomma, la loro incapacità diventa più comprensibile.

La guerra contro i Grendel ha reso i coloni originali estremamente cauti nel prendere qualsiasi decisione riguardante l’espansione della colonia sul pianeta. Perfino Cadmann Weyland, che aveva salvato la colonia nonostante i comportamenti ostili di molti degli altri umani, sembra aver perso parte delle capacità che l’avevano reso un eroe. Dopo vent’anni, i giovani li considerano deficienti e vigliacchi per un tale atteggiamento e prendono l’iniziativa.

Secondo me gli autori non hanno avuto il coraggio di sviluppare pienamente il conflitto generazionale. Nella prima parte de “I figli di Beowulf”, lo scontro raggiunge livelli molto duri, fino ad arrivare a quello che sembra un punto di non ritorno ma proprio lì finisce tutto a tarallucci e vino e comincia quella che sembra quasi un’altra storia. Ciò secondo me è solo in parte negativo ma comunque rappresenta comunque un punto debole del romanzo.

La biologia dei Grendel con tutte le sue conseguenze costituiva il punto forte del primo romanzo. Anche in questo seguito alcuni elementi dell’ecologia di Avalon diventano centrali nella trama e secondo me sono i più convincenti. I problemi legati agli organismi nativi mi sono parsi ben utilizzati all’interno della trama, anche meglio che nel primo romanzo.

Capire i cicli vitali degli organismi nativi è cruciale per la colonia e ciò è stato dimostrato già nel primo romanzo. Tuttavia, l’incapacità della prima generazione di decidere un piano di esplorazione ha lasciato molte incognite che sono al centro della trama di questo seguito. La nuova generazione è al centro dell’esplorazione e ciò contribuisce a offrire una prospettiva un po’ diversa che evita che la trama si trasformi in una ripetizione degli eventi del primo romanzo.

Per certi versi, “I figli di Beowulf” mi è sembrato migliore del “L’incognita dei Grendel”, in particolare perché c’è una nuova generazione che è realmente interessata a esplorare il pianeta. Ciò migliora una storia di colonizzazione di tipo classico che consiglio a chi apprezza questo tipo di opera.

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