Westworld – Dove tutto è concesso – prima stagione

Anthony Hopkins nel 2010
Anthony Hopkins nel 2010

Avviso. Questa recensione contiene molti spoiler sulla prima stagione della serie “Westworld – Dove tutto è concesso”!

Il 4 dicembre (il 5 dicembre in Italia) è terminata la prima stagione della serie “Westworld – Dove tutto è concesso”.

La serie è ispirata al film “Il mondo dei robot” (“Westworld – Dove tutto è concesso”) del 1973, scritto e diretto da Michael Crichton. La storia era basata sul tema già classico allora della macchina che si ribella agli esseri umani, in questo caso in un parco dei divertimenti futuristico.

Nel frattempo, è uscito “Blade Runner”, che ha cambiato completamente questo tipo di storia rendendo il confine tra esseri umani e artificiali molto più vago. Oggi sarebbe impensabile riproporre una trama come quella del film del 1973 e già nel decennio scorso la nuova versione di “Battlestar Galactica” ha assimilato la lezione di “Blade Runner”.

Il cast della prima stagione di “Westworld – Dove tutto è concesso” è costituito da:

  • Anthony Hopkins (foto ©gdcgraphics) nel ruolo di Robert Ford
  • Ed Harris nel ruolo dell’Uomo in Nero
  • Evan Rachel Wood nel ruolo di Dolores Abernathy
  • Thandie Newton (foto ©Ministry Of Stories) nel ruolo di Maeve Millay
  • Jeffrey Wright nel ruolo di Bernard Lowes
  • James Marsden nel ruolo di Teddy Flood
  • Ingrid Bolsø Berdal nel ruolo di Armistice
  • Luke Hemsworthy nel ruolo di Ashley Stubbs
  • Sidse Babett Knudsen nel ruolo di Theresa Culle
  • Simon Quarterman nel ruolo di Lee Sizemore
  • Rodrigo Santoro nel ruolo di Hector Escaton
  • Angela Sarafyan nel ruolo di Clementine Pennyfeather
  • Shannon Woodward nel ruolo di Elsie Hughes
  • Ben Barnes nel ruolo di Logan
  • Clifton Collins Jr. nel ruolo di Lawrence
  • Jimmi Simpson nel ruolo di William
  • Tessa Thompson nel ruolo di Charlotte Hale

La serie “Westworld – Dove tutto è concesso” è ambientata in un enorme parco dei divertimenti dove i visitatori umani possono partecipare a quelli che sono sostanzialmente giochi di ruolo assieme ai residenti, robot costruiti per essere il più possibile simili agli umani. Tuttavia, i tentativi di programmare i residenti sembrano dare occasionali problemi che si manifestano in comportamenti anomali.

Come in “Blade Runner”, l’idea è di avere residenti più umani degli umani ma in “Westworld – Dove tutto è concesso” il tema è la nascita dell’autocoscienza nei robot. Alcuni di essi sembrano mantenere pezzi di memoria che dovrebbero essere state cancellate ed è solo l’inizio. Robert Ford, uno dei fondatori del parco di Westworld e direttore creativo, ha impiegato decenni a programmare i residenti per costruire in loro un profilo psicologico che li renda simili agli umani.

Gli sceneggiatori si sono ispirati anche al controverso saggio “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza (Gli Adelphi)” (“The Origin of Consciousness in the Breakdown of the Bicameral Mind“) dello psicologo Julian Jaynes, secondo il quale la coscienza negli esseri umani non è emersa fin dall’origine della specie ma solo in un’epoca relativamente recente. La coscienza sarebbe un fatto non biologico bensì culturale e sarebbe perciò emersa in tempi diversi in varie parti del mondo basandosi su un linguaggio metaforico. Ad esempio secondo Julian Jaynes la coscienza sarebbe emersa negli abitanti di Grecia e Mesopotamia circa cinquemila anni fa. Prima di allora gli esseri umani avrebbero avuto una cosiddetta mente bicamerale che avrebbe causato loro allucinazioni uditive che essi avrebbero interpretato come voci dei loro governanti o di divinità.

Nel corso degli episodi vediamo emergere l’autocoscienza in particolare in due residenti, Dolores e Maeve, che ricordano sempre più del loro passato che in teoria è stato cancellato. Le loro storie si incrociano con quelle di vari visitatori sviluppando vari misteri. La storia dell’Uomo in Nero è parte del mistero del labirinto, che finisce per coinvolgere Logan e William, altri due visitatori. Questa storia si incrocia con quella di un altro residente, Teddy, che è coinvolto anche nel mistero di Wyatt, un altro personaggio la cui reale identità rimane oscura fino all’ultimo episodio della stagione.

Queste sono solo alcune delle sottotrame ma ci sono anche quelle riguardanti ciò che avviene dietro le quinte delle avventure riprodotte nel parco. Inizialmente sembra che la storia sia concentrata sui problemi riscontrati in alcuni residenti e sui rapporti tra gli umani che lavorano a Westworld ma pian piano viene sviluppata una storia molto più ampia.

Una sottotrama riguarda gli scontri di potere per il controllo di Westworld. Robert Ford è l’unico che conosca davvero la programmazione dei residenti e ci sono dubbi sul fatto che la conosca completamente. Una parte della programmazione originale era stata scritta da Arnold, il suo socio, morto molti anni prima ma in qualche modo ancora presente.

L’intreccio continuo tra le varie sottotrame fornisce un risultato che secondo me è strepitoso. Ho trovato il mix di introspezione, vari elementi filosofici e intrigo sviluppato benissimo e in maniera molto coinvolgente. L’idea che nel parco un visitatore mostri chi è veramente è una base per tutta una serie di riflessioni etiche sull’umanità. Il termine può essere inteso in senso lato perché alla fine anche i residenti “speciali” mostrano chi sono veramente.

“Westworld – Dove tutto è concesso” è davvero una produzione ben curata sotto tutti i punti di vista. Nel primo episodio in alcuni momenti mi sembrava di stare guardando un film western visti certi panorami. La recitazione è generalmente di alto livello con alcuni picchi straordinari: non si dovrebbe essere sorpresi dall’interpretazione di un attore come Anthony Hopkins eppure a volte la sua capacità di recitare usando molto un linguaggio del corpo con molti gesti piccoli ma significativi mi ha colpito molto.

Gli sceneggiatori sono riusciti a mettere assieme varie sottotrame intrecciate tra loro in mille modi lasciando qua e là indizi sui vari misteri. Le tante domande hanno portato gli spettatori a inventare molte teorie e negli ultimi episodi le risposte hanno cominciato ad arrivare con una serie di colpi di scena.

Thandie Newton nel 2010
Thandie Newton nel 2010

Il finale di stagione porta altre rivelazioni e allo stesso tempo lascia alcune questioni aperte e getta le basi per la seconda stagione. In un periodo in cui sembra che film e telefilm debbano avere ritmi forsennati ho apprezzato una produzione che sviluppa i contenuti con ritmi che permettono di apprezzare i vari elementi narrativi. “Westworld – Dove tutto è concesso” è diventata rapidamente tra le mie serie preferite e spero che continui con la stessa qualità elevatissima.

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