Outcast – prima stagione

Patrick Fugit nel 2006
Patrick Fugit nel 2006

Avviso. Questa recensione contiene molti spoiler sulla prima stagione della serie “Outcast”!

Il 12 agosto (il 15 agosto in Italia) è terminata la prima stagione della serie “Outcast”.

La serie televisiva è tratta dalla serie a fumetti (che personalmente non ho letto perciò non posso fare confronti) “Outcast – Il reietto” scritta da Robert Kirkman, il creatore di “The Walking Dead”. Il primo episodio era stato offerto su Internet il 20 maggio 2016 per poi essere trasmesso il 3 giugno 2016 negli USA e il 15 giugno in Italia. La prima stagione è composta da 10 episodi.

La storia ha come protagonista Kyle Barnes, la cui vita è stata fortemente influenzata da possessioni diaboliche che hanno colpito sua madre quando lui era un bambino e anni dopo sua moglie Allison. A causa di quegli eventi Kyle è un disadattato che ha preferito isolarsi il più possibile dopo il divorzio dalla moglie.

Per proteggere l’ex moglie e la loro figlia Amber da ciò che è successo quando lei era posseduta, Kyle ha preferito prendersi tutte le colpe passando per un bastardo che ha picchiato moglie e figlia anche se ciò lo ha reso inviso a molti di abitanti di Rome, la cittadina del West Virginia in cui vive.

Il cast della prima stagione di “Outcast” è costituito da:

  • Patrick Fugit (foto ©the1secondfilm.com) nel ruolo di Kyle Barnes
  • Philip Glenister nel ruolo del reverendo Anderson
  • Wrenn Schmidt nel ruolo di Megan Holter
  • David Denman nel ruolo di Mark Holter
  • Julia Crockett nel ruolo di Sarah Barnes
  • Kate Lyn Sheil nel ruolo di Allison Barnes
  • Brent Spiner (foto ©Gage Skidmore) nel ruolo di Sidney
  • Reg E. Cathey nel ruolo di Byron Giles

All’inizio della serie, Kyle vive isolato e la sua sorellastra Megan è praticamente l’unico suo contatto umano regolare. Un giorno però Kyle incontra il reverendo Anderson, che aveva cercato di aiutarlo quand’era bambino. Anderson è anche un esorcista e chiede a Kyle di aiutarlo nel caso di un bambino posseduto.

L’esorcismo permette a Kyle di scoprire che non solo i casi di sua madre e sua moglie non erano possessioni isolate ma che anche altri casi sembrano in qualche modo collegati a lui. L’entità che possiede il bambino sembra conoscere Kyle e il sangue dell’uomo ha un effetto micidiale su di essa.

Queste scoperte cambiano tutto per Kyle, che a quel punto vuole cercare di capire cosa ci sia dietro ai vari casi di possessione a cui ha assistito e di cui gli ha parlato il reverendo Anderson ma anche a quello che può essere considerato il suo dono o la sua maledizione, a seconda dei punti di vista.

Kyle comincia a partecipare agli esorcismi praticati dal reverendo Anderson e nel frattempo i primi episodi vengono utilizzati per introdurre altre sottotrame parallele e gli altri protagonisti della serie. Ciò permette di conoscere meglio i vari personaggi e le loro storie ma onestamente se non siete impressionabili questa parte iniziale della serie può risultare un po’ noiosa.

Le cose migliorano nella seconda metà della stagione, quando diventa chiaro che il misterioso Sidney è una sorta di leader delle persone possedute e vengono fatte altre rivelazioni che cominciano a chiarire cosa sta succedendo a Rome e il ruolo di Kyle. Il ritmo accelera ma le trame cominciano a basarsi su colpi di scena che troppo spesso ho trovato goffi.

Sidney dovrebbe diventare più ambiguo ma mi sembra sviluppato in modo più confusionario. Cerca di convincere Kyle che i posseduti in realtà non sono cattivi ma hanno un periodo iniziale di aggiustamento che per loro è duro però il suo comportamento nei confronti del reverendo Anderson sembra spietato, con il solo scopo di screditarlo completamente. Un flashback riguardante Sidney ci mostra che quand’era un normale umano era un mostro e l’entità che l’ha posseduto ne è rimasta schifata ma curiosamente non sembra aver avuto bisogno di un periodo di adattamento.

Kyle sembra avere comportamenti diversi ad ogni episodio perciò comincia ad aiutare il reverendo Anderson per poi cambiare idea e nonostante le sue esperienze dirette sembra credere a ciò che Sidney gli dice sui posseduti. Non è una sorpresa che nel finale di stagione Kyle ricambi idea.

Il reverendo Anderson sembra più coerente, nel senso che fin dall’inizio non sembra particolarmente brillante e nel corso degli episodi comincia a comportarsi come un idiota assoluto. Diventa rapidamente chiaro che Sidney l’ha preso di mira eppure riesce sempre a fare le cose più sbagliate invece di ragionarci sopra con un minimo di razionalità ed evitare di cadere in trappole elementari.

Il nono episodio, “Il male in me” (“Close to Home”), finisce con uno dei momenti più duri della serie, la possessione di Megan, Non è una grande sorpresa visto che era l’unica persona vicina a Kyle che ancora non era stata toccata ma di grande impatto perché era uno dei personaggi con cui gli spettatori erano stati portati a simpatizzare maggiormente. In generale, è un episodio in cui i personaggi devono affrontare i loro demoni, in senso letterale o figurato.

Da questo punto di vista nel nono episodio ci sono elementi metaforici ma non particolarmente sviluppati. È un po’ la storia di tutta la serie: per certi versi sembra un minestrone con tanti ingredienti ma in piccole quantità e per di più non molto ben mescolati. Il risultato è che in genere risulta un po’ insipido ma a volte si sente il gusto di un ingrediente specifico.

Brent Spiner nel 2016
Brent Spiner nel 2016

L’intensità del finale di stagione secondo me ne copre solo in parte i difetti. Ancora una volta viene fornita qualche altra informazione su Kyle e sui posseduti ma molto viene lasciato in sospeso con un cliffhanger. Personalmente non sono molto soddisfatto perché alla fine nei 10 episodi non è successo poi molto.

Avrei preferito di gran lunga una narrazione più serrata con più informazioni e temo che vogliano fornirle pian piano sperando di far durare la serie. Il cast di alto livello con attori in grado di interpretare momenti difficili potrebbe non essere abbastanza ma vedo che per molti la serie va bene così. “Outcast” è già stata rinnovata da tempo per la seconda stagione, spero che sia migliore.

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