Divina invasione di Philip K. Dick

Divina invasione di Philip K. Dick
Divina invasione di Philip K. Dick

Il romanzo “Divina invasione” (“The Divine Invasion”) di Philip K. Dick è stato pubblicato per la prima volta nel 1981. In Italia è stato pubblicato da Interno Giallo / Mondadori all’interno de “La trilogia di Valis”, da Mondadori nel n. 1031 di “Urania” e nel n. 232.2 di “Piccola Biblioteca Oscar” e da Fanucci nel n. 31 di “Collezione Dick” e all’interno de “La trilogia di Valis” nella traduzione di Vittorio Curtoni.

Emmanuel (Manny) Asher è virtualmente orfano e solo lo “zio” Elias Tate si occupa di lui. I suoi genitori, Herb Asher e Rybys Romney, sono arrivati dalla colonia del pianeta CY30-CY30B ma sono stati coinvolti in un incidente che ha ucciso la madre e ridotto in coma il padre prima ancora che lui nascesse. Il parto è avvenuto quando la donna era già clinicamente morta.

A scuola, Manny incontra Zina, una bambina decisamente troppo matura per la sua età che sa molte cose su di lui. Tutto si sta preparando per lo scontro finale pianificato da Yah, la divinità esiliata dalla Terra che sta cercando di riprendersi quel mondo sconfiggendo il suo avversario tramite Manny, la sua incarnazione. Per riuscire a compiere la sua opera, Manny deve però recuperare la memoria persa a causa dell’incidente.

Philip K. Dick scrisse “Divina invasione” come seguito di “VALIS“, tanto che viene considerato com il secondo romanzo della trilogia di Valis ma il collegamento tra i due romanzi è poco più che nel tema filosofico-religioso. Il sistema VALIS viene citato in questo secondo romanzo ma esso è ambientato in un futuro piuttosto lontano perciò i personaggi sono diversi. La parte iniziale di “Divina invasione” è basata sul racconto breve “Catene d’aria, ragnatela d’etere” (“Chains of Air, Web of Aether”), pubblicato in Italia da Mondadori all’interno del n. 1068 di “Urania” e all’interno di “Le presenze invisibili. Volume quarto”) nella traduzione di Vittorio Curtoni.

Anche nella sua struttura e nel modo in cui Philip K. Dick sviluppa i temi, “Divina invasione” è molto diverso da “VALIS”. Nel secondo romanzo l’elemento fantascientifico è infatti alla base della storia e non solo secondario. L’autore costruisce una trama basata su un tentativo di invasione della Terra dallo spazio che però non è progettata da un normale alieno bensì da Dio, che sul pianeta CY30-CY30B è chiamato Yah.

In sostanza, “Divina invasione” racconta in versione fantascientifica il secondo avvento. Rybys, la nuova Maria, è vergine ma concepisce Emmanuel e sposa Herb, il nuovo Giuseppe. Trattandosi di un romanzo di Philip K. Dick le cose sono inevitabilmente più complesse con uno sviluppo molto personale dei temi della storia.

Yah vuole invadere la Terra perché è stato esiliato dal pianeta dopo la caduta di Masada. Deve quindi prendersi una rivincita su Belial, il quale cerca di uccidere Emmanuel prima ancora che nasca e quasi ce la fa per cui Manny riporta danni cerebrali e non ha memoria della sua identità. Ad aiutare il bambino Dio invia Elias Tate, che in realtà è il profeta Elia.

La trama di “Divina invasione” è composta da molte discussioni teologiche. Ancora una volta Philip K. Dick mischia elementi di diverse religioni ma in questo romanzo attinge soprattutto dall’ebraismo, inclusa la kabbala. A complicare ulteriormente la storia c’è l’esperienza di Herb Asher, che ha sogni lucidi mentre è in sospensione crionica e ci sono di mezzo pure universi paralleli.

Non è certo sorprendente che un romanzo di Philip K. Dick sia contorto e in “Divina invasione” mette tutto assieme in una storia relativamente breve. D’altra parte, in “VALIS” c’era la creazione di una cosmogonia e una ricerca mistico / religioso / esistenziale da parte dell’autore in persona mentre nel secondo romanzo c’è soprattutto una ricerca di Dio e della sua natura tramite i personaggi e in particolare di Emmanuel stesso.

Personalmente, ho apprezzato solo in parte “Divina invasione”. “VALIS” mi era piaciuto in particolare perché alla fine la storia era molto incentrata sull’autore, di cui ho letto il primo romanzo (“L’uomo dei giochi a premio” per la cronaca) oltre trent’anni fa perciò mi incuriosiva molto. Il secondo romanzo contiene molte elucubrazioni religiose che sinceramente non mi interessano molto e mantenevano lento il ritmo della storia, che pure ha vari colpi di scena.

Nel corso della sua carriera, Philip K. Dick ha spesso inserito elementi religiosi nelle sue opere ma nella trilogia di Valis essi sono più centrali che mai. In “Divina invasione” ho trovato l’elemento religioso particolarmente pesante perciò lo consiglio ai fan dell’autore e a chi è interessato a discussioni religiose decisamente non ortodosse. Una summa sull’argomento è presente nella trilogia di VALIS.

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